Pubblicato il 03/04/2013, 12:30 | Scritto da La Redazione

MAURO MAZZA FA RICORSO: «RIDATEMI RAI1»

MAURO MAZZA FA RICORSO: «RIDATEMI RAI1»
Il direttore è stato allontanato alla fine del 2012 e da allora è senza incarico. Adesso vuole il reintegro. E così, sentitosi epurato e tradito, assistito dall’avvocato Nicola Petracca, ha depositato un ricorso d’urgenza al Tribunale di Roma, con il quale chiede di poter tornare alla guida di Rai1. L’azione legale, che ricalca quella intrapresa a […]


Il direttore è stato allontanato alla fine del 2012 e da allora è senza incarico. Adesso vuole il reintegro. E così, sentitosi epurato e tradito, assistito dall’avvocato Nicola Petracca, ha depositato un ricorso d’urgenza al Tribunale di Roma, con il quale chiede di poter tornare alla guida di Rai1. L’azione legale, che ricalca quella intrapresa a suo tempo dall’ex direttore di Rai3, Paolo Ruffini, quando venne sostituito da Antonio Di Bella.

Rassegna Stampa: Libero, pagina 12, Enrico Paoli.

Acque agitate a viale Mazzini.
Mazza fa ricorso: ridatemi Rai Uno

Il direttore è stato allontanato alla fine del 2012 e da allora è senza incarico. Adesso vuole il reintegro.
Mauro Mazza, ex direttore di Rai Uno rimasto senza incarico dopo la mancata nomina al vertice di Rai Cinema, vuol tornare al suo posto. Perché non di «avvicendamento» si è trattato, o di «rimozione», ma di vera e propria «epurazione». Con evidenti risvolti politici, come spesso accade a viale Mazzini, tanto che contro la nomina di Mazza si era schierato anche Matteo Orfini del Pd. Del resto l’attuale vertice editoriale della tv di Stato, definito e messo a punto dal management di viale Mazzini voluto dal governo Monti, è fortemente connotato da una presenza centrista. Di fatto, con l’uscita di scena di Mazza, il centrodestra non ha più direttori di riferimento, almeno nelle posizioni chiave. Cosa che, invece, possono vantare i montiani e i centristi fedeli a Pier Ferdinando Casini, nonostante la deblacle elettorale dell’Udc . E così il dirigente dell’emittente pubblica epurato e tradito assistito  dall’avvocato Nicola Petracca, ha depositato un ricorso d’urgenza al Tribunale di Roma, con il quale chiede di poter tornare alla guida di Rai Uno. L’azione legale, che ricalca quella intrapresa a suo tempo dall’ex direttore di Rai Tre, Paolo Ruffini, quando venne sostituito da Antonio Di Bella, ottenendo una sentenza favorevole, muove anche dalla constatazione del fatto che Mazza, da gennaio, è senza incarico. Un danno per l’azienda e per l’erario. Non solo. Nel ricorso depositato, l’ex direttore di Rai Uno si appella al fatto che l’attuale direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, avrebbe detto, durante una seduta del consiglio di amministrazione, che Mazza sarebbe stato nominato alla guida di Rai Cinema. Un impegno formale che non è stato rispettato. Non più tardi di un mese fa, infatti, il consiglio di amministrazione ha nominato alla presidenza Nicola Claudio, al posto di Mazza. Al quale è stato negato anche l’utilizzo all’interno di Rai Storia, come avrebbe assicurato ancora il direttore generale Gubitosi, sempre nella stessa seduta del consiglio di amministrazione. A far saltare la nomina di Mazza al vertice della struttura che si occupa di lungometraggi, come sostiene la memoria difensiva depositata dal legale dell’ex direttore di
Rai Uno, sarebbero state le obiezioni di alcuni consiglieri di amministrazione, secondo i quali il giornalista (Mazza è stato per diversi anni alla guida del Tg2), non avrebbe avuto i «requisiti necessari». Requisiti che nessuno aveva richiesto e che non sono stati un elemento determinante nemmeno per la nomina successiva. Da qui l’evidente disparità di trattamento, con il chiaro danno arrecato a Mauro Mazza. In attesa della sentenza del tribunale di Roma, il vertice di viale Mazzini è riuscito a chiudere un’altra partita. Dopo un lungo braccio di ferro, il direttore generale Gubitosi, l’ha spuntata sul vice Gianfranco Comanducci che, in cambio di un congruo ritorno economico, andrà in pensione in anticipo. Al suo posto, con tutta probabilità, dovrebbe essere nominato Luigi De Siervo, fedelissimo del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, con il quale ha condiviso tutta la campagna elettorale per le primarie. Secondo le voci di corridoio raccolte a viale Mazzini l’ascesa dei renziani in Rai sembra inarrestabile. Soprattutto ora che Berrsani sembra aver perso la sua «spinta propulsiva», sia alla guida del partito che in chiave governativa.