Pubblicato il 13/03/2013, 13:00 | Scritto da La Redazione

DALLA NUOVA ZELANDA IL FUTURO DEL TALK SHOW?

Il talk show si può resuscitare? Vale la pena vedere cosa succede nelle piazze televisive all’estero. Il 27 marzo, ad esempio, in Nuova Zelanda su TV3, per essere precisi alle ore 20,30 ore locali, lanciano il nuovo talk show The Vote. Prima novità, rispetto agli standard che conosciamo: non è un settimanale ma è un programma mensile.
Il talk show è morto, afferma Vitangelo Moscarda su questa testata, ed è diventato una chiacchera da salotto. Ma è un format morto e sepolto o si può resuscitare in qualche modo? Vale allora la pena vedere cosa succede nelle piazze televisive all’estero. Il 27 marzo, ad esempio, in Nuova Zelanda su TV3, per essere precisi alle ore 20,30 ore locali, lanciano il nuovo talk show The Vote. Prima novità, rispetto agli standard che conosciamo: non è un settimanale ma è un programma mensile. Più che un format seriale quindi è un evento one-off ma ripetuto ad una certa distanza di tempo. Seconda novità, ci sono due team con opposti punti di vista su di un tema che appassiona il dibattito pubblico. Anche nei nostri talkshow – da Ballarò, Porta a Porta e tutti gli altri – ci sono “quelli del lato destro” e “del lato sinistro” ma non sono veri e propri team. Terza novità: il voto finale, sia del pubblico a casa, on line, che di quello in studio che determina la squadra vincente, quella che ha saputo meglio argomentare le proprie posizioni.
Il programma tv neo-zelandese ricorda un format tedesco di successo degli ultimi mesi in cui personaggi pubblici si confrontano sui temi di attualità politica e sociale per poi sottoporsi al voto on line. I telespettatori devono decidere chi è stato il migliore, il più bravo e convincente. Il format prevede che se uno dei partecipanti, tutti volti noti al pubblico televisivo prende il 50% più uno dei voti espressi, vince 100mila euro.  
Sarà quindi questo il futuro del talk show? Ossia l’interazione con il pubblico a casa grazie alla social tv? Vedremo se il format in Nuova Zelanda funziona in termini di ascolti tv e riscontro sui social. In Italia, il recente successo sul web e di audience del confronto dei candidati alla primarie PD su Sky farebbe pensare che questa potrebbe essere una strada. Ma si tratterebbe di una rivoluzione: i politici, i sindacalisti, gli è opinion maker, i vari ‘dotti, medici e sapienti’ della tv nonché “tuttologi del piccolo schermo”  – da tronisti a ex-di qualchereality – sarebbero chiamati infatti  a sottoporsi al voto del pubblico? Ad una palese espressione di assenso ma soprattutto di un eventuale dissenso su quanto si afferma. Si tratterebbe di fare entrare nel salotto, citato da Moscarda, il pubblico, non per dargli un minuto di voce e notorietà ma per assegnarli il potere di determinare vincenti e perdenti, chi è in e chi è out.
 
Francesco Marchesi
 
(Nella foto i due conduttori di The Vote