Pubblicato il 12/03/2013, 18:33 | Scritto da La Redazione

ELENA DI CIOCCIO: «SONO EMANCIPATA MA ALL’ANTICA: NEL SESSO MI ENTUSIASMO SOLO SE SONO IN COPPIA»

ELENA DI CIOCCIO: «SONO EMANCIPATA MA ALL’ANTICA: NEL SESSO MI ENTUSIASMO SOLO SE SONO IN COPPIA»
Torna “La Mala Educaxxxion”, programma dedicato al sesso, sviscerato in tutte le sue declinazioni attraverso conversazioni con ospiti in studio: da stasera, ogni martedì alle 22.20 su La7D. Inseguo Elena Di Cioccio sull’asse Milano-Roma. Quanto basta per scoprire che è ai blocchi di partenza con la terza edizione de La Mala Educaxxxion, da stasera ogni martedì […]

Torna “La Mala Educaxxxion”, programma dedicato al sesso, sviscerato in tutte le sue declinazioni attraverso conversazioni con ospiti in studio: da stasera, ogni martedì alle 22.20 su La7D.

Inseguo Elena Di Cioccio sull’asse Milano-Roma. Quanto basta per scoprire che è ai blocchi di partenza con la terza edizione de La Mala Educaxxxion, da stasera ogni martedì alle 22.20 su LA7D. E per realizzare, manco ce ne fosse bisogno, che il sesso prima era una questione pubica. Oggi pubblica. Da affrontare spogliandosi del pregiudizio, defenestrando anche il giudizio, lasciando la libera espressione agli ospiti in studio, pronti a raccontarsi tra parole che si agglutinano in pause di riflessione e coscienza svuotata.
Dieci nuove puntate di questa terza edizione. Quale sarà la novità più significativa?
«Oh, c’è sempre bisogno di una novità? (ride, nda). Sono soddisfatta del programma. Nonostante il sesso sia un argomento inflazionato, nel mio studio se ne parla in un ambiente protetto, non si viene cannibalizzati dalle storie raccontate e soprattutto non si viene giudicati. Da questo punto di vista, la tv di oggi deve fare 100 passi a lato e riportarsi su un clima costruttivo. Noi cerchiamo di farlo. Anche se questa terza edizione un po’ mi spaventa».
Perché la spaventa?
«Sarà che l’Italia è un Paese in sofferenza, che si crede in molti aspetti superiore ad altri Paesi, mentre invece è stata superata da tempo. Culturalmente, nella mentalità. E anche in questa edizione del programma spero si possa riuscire a far passare il concetto che il sesso è qualcosa di bello, gratuito, vicendevole, sul quale non c’è un punto di vista oggettivo. Eccezion fatta per la violenza e la mancanza di rispetto, ovviamente».
Quest’anno si confronteranno in studio con lei numerose coppie.
«Abbiamo scelto di avere le coppie per rispondere alle critiche di chi sosteneva che gli ospiti venissero in studio un po’ per esibizionismo, un po’ raccontando anche esperienze forzate. Le coppie invece ti parlano mano nella mano, vincendo le resistenze di uno dei due, che magari non se la sente o è maggiormente inibito. E soprattutto parlano, si confrontano. Le coppie, che siano tradizionali, gay, poliamoristi etc. aiutano tutti gli altri  a sbloccarsi perché hanno la chiave giusta per raccontarsi. Senza essere giudicate».

Una delle caratteristiche del programma è l’assenza in studio di tecnici: sessuologi, medici, specialisti.
«Finché c’è di mezzo un dottore, puoi affrontare l’argomento sessualità con la freddezza di un punto di vista tecnico. Ma senza onde emozionali che si insinuano in un discorso. Senza verità soggettiva. Il bello de La Mala Educaxxxion invece, sta proprio nel racconto personale e libero».
In ogni puntata ci sarà anche un ospite vip. Chi le piacerebbe avere, in studio, che per un motivo o per un altro non è riuscita a invitare?
«Non ho una preferenza vera e propria. Siamo in un momento storico particolare, un’epoca sta finendo e ne sta iniziando un’altra. Forse i personaggi legati al mio immaginario appartegono all’epoca precedente, non sarebbe il caso di disturbarli ora».
E tra gli ospiti intervenuti, chi l’ha colpita di più?
«Katia Ricciarelli è stata fantastica. Ipermoderna per la sua generazione. Una di quelle che non dice tantissimo, ma quel che dice è davvero tanta roba. Il massimo che il suo pudore possa consentire, senza remore o imbarazzo. E poi mi ha colpita, tra i non vip, una signora settantenne. Mi disse: “Voi giovani non sapete quanto siete fortunati, oggi, a poter affrontare questi argomenti. Ai miei tempi non si poteva parlare di nulla. E ricordatevi una cosa: se riuscite a vivere il sesso con gli occhi dell’amore, avete ottenuto il massimo dalla vita”».
In coppia, si dice sia la donna a viaggiare di più con la fantasia. Scontrandosi però con qualche inibizione all’atto pratico.
«Non credo sia un mero discorso “uomo-donna”. Esiste un problema nella mentalità italiana, che dovrebbe cogliere l’occasione della globalizzazione per imparare qualcosa, mixando nuove possibilità e punti di vista. Quanto alle differenze nelle coppie, specie in quelle over 40, più avanti si va con l’età più gli uomini si femminilizzano, nel senso che acquisiscono quella capacità tutta femminile di saper ascoltare. Le donne scoprono di avere un vigore maggiore».

La donna sa ascoltare di più?
«Da sempre. Sarà un retaggio dell’educazione di quest’epoca. L’ascolto è una prerogativa femminile. E l’ascolto è fondamentale per aggirare i tabù. Anziché affidare all’istinto altrui la tua felicità e soddisfazione, non è meglio parlarsi, senza carambola di giri di parole?».
Un tabù tipicamente maschile?
«Nelle coppie etero, la stimolazione anale, per esempio. Si sa bene che quel punto è una zona erogena per tutti, a prescindere dall’appartenenza di genere. Mai praticata?».
No, lo confesso. Che sia per difendere una supposta (in senso metaforico) virilità archetipica? 
«Ecco. Il tipico ragionamento da maschio italiano. La virilità, mica si difende in quel modo».
E un tabù femminile?
«Gliela do alla prima uscita? Oppure: gli pratico da subito il sesso orale o mi considerererà una sgualdrina?».
Che cosa cercate, voi donne, da un uomo?
«Alle donne piace non essere giudicate. Avere a fianco un uomo consapevole del proprio ruolo, che sappia prendere le decisioni giuste senza farle sentire sopraffatte, che sia seduttore e corteggiatore, e che sappia proteggerle. In quel caso, si lasciano davvero andare».
Anche Elena Di Cioccio cerca un corteggiatore?
«Ah, io al momento sono single. Ma su questo aspetto, sono una tradizionalista. Nel senso che funziono bene solo in coppia, sotto ogni punto di vista. Non sono una da rapporti occasionali. Cerco qualcuno che mi faccia venire le gote rosse. Nonostante io sia nata emancipata fin dall’embrione, grazie alla mia famiglia (sorride, nda)».
Emancipata e senza inibizioni nemmeno nell’agire professionale: basti pensare alle sue incursioni spericolate de Le Iene…
«Io non mi considero una giornalista, ma un’attrice. La mia formazione è quella. Dunque non mi pongo limiti. Ogni situazione può diventare un palco giusto per osare. Certo, ora mi chiederai perché ho smesso con Le Iene…».

Perché ha smesso?
«Perché dopo un po’ io mi stanco, avverto il bisogno di novità. Ero entrata in un meccanismo consolidato e ogni cosa ha un suo tempo. Ora mi piacerebbe aver l’occasione di recitare. Magari partecipare a qualche fiction. Ho già partecipato a un film molto importante (L’industriale, di Giuliano Montaldo, Globo D’Oro 2012, nda), dunque il sogno è conquistato. Ora occorre protrarlo».
Il segreto per realizzare un sogno professionale?
«Saper dire tanti “no”. Saper scegliere. E aspettare l’occasione giusta. Vedi, io appartengo a un genere di donna televisiva preciso: quella “carina”. Non la bellona da esposizione. Devo compensare con delle attitudini e con le scelte giuste».
Arrivando a somigliare a…?
«Ah, ci sono tanti nomi. La Carrà è un mito vivente. Claudia Gerini è poliedrica e fantastica. Mi piacerebbe tantissimo stare sullo stesso palco con Lucia Ocone. O con Virginia Raffaele. Oppure a fianco di Luciana Littizzetto, per imparare. O a fianco di Antonella Clerici. Non mi piace il divismo pecoreccio italico, preferisco personaggi che abbiano davvero qualcosa da dire».
Un’ultima domanda…
«Dimmi!».
Che farà nel weekend?
«Sono in partenza per Madonna di Campiglio, dove raggiungerò mia mamma, che vi staziona lì buona parte dell’anno. Ho risposto al suo appello anche perché parteciperò a una serata di beneficenza molto importante, che coinvolge bambini colpiti da gravi patologie».

Non mi ha chiesto di accompagnarla. Significa che non le ho fatto venire le gote rosse. I sogni muoiono all’alba. O al tramonto delle interviste.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Elena Di Cioccio)