Pubblicato il 11/03/2013, 10:31 | Scritto da La Redazione

“SPRECHI ALLA RAI”: INDAGINE SUI 600 MILA EURO A VIERI

“SPRECHI ALLA RAI”: INDAGINE SUI 600 MILA EURO A VIERI
«Ballando con le stelle» 2012, è finito sulla scrivania dei magistrati della Corte dei Conti per il compenso stellare (600 mila euro) di Bobo Vieri ospite della trasmissione. Sono quattro, le inchieste avviate dalla Procura regionale del Lazio sulle spese per i palinsesti della tv pubblica. La più delicata sembra però quella che riguarda l’acquisto […]


«Ballando con le stelle» 2012, è finito sulla scrivania dei magistrati della Corte dei Conti per il compenso stellare (600 mila euro) di Bobo Vieri ospite della trasmissione. Sono quattro, le inchieste avviate dalla Procura regionale del Lazio sulle spese per i palinsesti della tv pubblica. La più delicata sembra però quella che riguarda l’acquisto di telefilm e film a prezzi gonfiati da parte della Rai. In cui sono coinvolte quelle major responsabili di evasione fiscale finite nell’inchiesta Mediatrade.

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 25, di Ilaria Sacchettoni.

Il caso Verifiche contabili sul compenso per la partecipazione a «Ballando con le stelle».
«Sprechi alla Rai», indagine sui 600 mila euro a Vieri
Fascicolo della Corte dei conti. L’azienda: solo 450 mila.

ROMA Neppure Milly Carlucci si salva. Il suo «Ballando con le stelle», edizione 2012 (una delle puntate andò in onda il 13 gennaio proprio durante il naufragio della Costa Concordia) è finito sulla scrivania dei magistrati della Corte dei Conti. Sono quattro, a questo punto, le inchieste avviate dalla Procura regionale del Lazio sulle spese per i palinsesti della televisione pubblica. Quanto al programma della Carlucci sono in corso verifiche sul casting dello show di Raiuno per accertare se vi sia stato o meno uno sperpero di denaro dei contribuenti. Gli approfondimenti riguardano il compenso stellare destinato a Christian Vieri: 800 mila euro inizialmente pattuiti, che poi sarebbero scesi a 600 mila. Ma l’azienda parla di una cifra inferiore, circa 450 mila euro per il suo impegno a cavallo tra il 2011 e 2012. Resta che la somma potrebbe aver rappresentato uno spreco di soldi pubblici. Del resto quel reclutamento sembrò subito controverso. I manager della televisione pubblica di un paese in crisi recessiva destinavano cifre simili al cachet di un singolo ospite? I consumatori diedero battaglia anche su Gianni Rivera, ma fu il cachet di «Bobo» a indignare di più. Centinaia di migliaia di euro per qualche passo di danza dell’ex calciatore, si disse, erano insultanti per il pubblico. I giornali ne scrissero. Qualcuno fece ricorso al sarcasmo. Celebre (benché anonima) la battuta pronunciata in viale Mazzini: «Ottocentomila a Vieri? Praticamente 50 mila a tatuaggio… ». L’ipotesi del danno erariale è ancora agli inizi e dunque, al momento, non risultano iscrizioni notificate. I nuovi vertici Rai, intanto, lasciano intendere che le verifiche della Corte dei Conti non sono temute e che l’atteggiamento aziendale è di fiduciosa collaborazione. Certo, in caso fosse accertato il danno, sarebbero i manager della gestione precedente a risponderne. Un passo indietro: a dicembre 2011, il direttore generale Rai, Lorenza Lei, vara la nuova edizione del programma della Carlucci. Le prime indiscrezioni sull’ingaggio di «Bobo» accendono immediatamente i riflessi dei consumatori: «Compenso immorale, presenteremo un esposto alla Corte dei Conti» annuncia prontamente il presidente del Codacons Carlo Rienzi. Che poi ha mantenuto la parola. Eppure, tra le indagini avviate dal Procuratore del Lazio, Raffaele De Dominicis, la più delicata è probabilmente un’altra. Ossia quella che riguarda l’acquisto di telefilm e film a prezzi gonfiati da parte della Rai. Secondo meccanismi equivalenti a quelli utilizzati da Mediaset a metà degli anni Duemila. Ancora una volta le società sono quelle major responsabili di evasione fiscale finite nell’inchiesta Mediatrade. Qui i magistrati contabili sono partiti da un relazione della Procura dello scorso novembre. Era stata il pm Barbara Sargenti, titolare del filone romano su Mediatrade, a segnalare che, anche tra i fornitori della televisione di Stato, figuravano le stesse major che praticavano una sovraffatturazione sistematica per Mediaset.
E qui la faccenda si complica, almeno per i magistrati di piazzale Clodio, in attesa di una relazione dei finanzieri del Tributario. Perché la divisione di Rai Cinema, diretta da Giancarlo Leone, acquista anche su segnalazione dei singoli direttori di rete. Un terzo fascicolo dei magistrati contabili riguarda invece i soldi spesi dal servizio pubblico per programmi di intrattenimento in genere, mentre un quarto riguarda il costo sostenuto per lo sceneggiato televisivo interpretato da Giorgio Pasotti «David Copperfield», andato in onda per il bicentenario dello scrittore.