Pubblicato il 10/03/2013, 14:33 | Scritto da La Redazione

JOE BASTIANICH: «SOLO CON MIA MAMMA NON FACCIO IL BASTARDO»

JOE BASTIANICH: «SOLO CON MIA MAMMA NON FACCIO IL BASTARDO»
In un’intervista al settimanale “Gente”, il giudice di “Masterchef” racconta il rapporto con la madre e i suoi progetti futuri. In attesa di andare ospite a “Crozza nel paese delle meraviglie”. Rassegna stampa: Gente, pagina 76, di Rossana Linguini. Solo con lei non faccio il bastardo La ricetta del successo dei Bastianich. Se un piatto […]

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In un’intervista al settimanale “Gente”, il giudice di “Masterchef” racconta il rapporto con la madre e i suoi progetti futuri. In attesa di andare ospite a “Crozza nel paese delle meraviglie”.

Rassegna stampa: Gente, pagina 76, di Rossana Linguini.

Solo con lei non faccio il bastardo

La ricetta del successo dei Bastianich. Se un piatto non va lo lancia come un frisbee, ma con sua madre Lidia è un angelo. Lei giura: «Joe è buono». E agli aspiranti Masterchef dice…

Le mamme sono sempre le mamme, quelle italiane poi. Però vedere Joe Bastianich, il duro di MasterChef, quello che «questo non darei per mangiare neanche a mio cane», diventare un angioletto se sua madre Lidia è ospite della semifinale del talent culinario, fa effetto. Fortuna che quando lo raggiungiamo al telefono a Los Angeles, dove gira con lei una puntata dell’edizione americana, è di nuovo “cattivo”. «Prendere in uno dei miei ristoranti la vincitrice Tiziana? No. Troppo aggressiva: forse come avvocato…». Sorride Lidia Matticchio, regina dei cooking show americani e ambasciatrice del gusto italiano negli States, e ce lo giura. «Mio figlio è buono, ma credo che la grinta in Tv piaccia». Nel dubbio, chiedere a Maurizio Crozza versione BastardChef, che tra un «Tu vuoi che muoro?» e un «Mi stai diludendo», in aprile ospiterà l’originale (Joe) a Crozza nel paese delle meraviglie.

Bastianich, 25 chili meno del 2008, quando all’amore per il buon cibo ha aggiunto la passione per le maratone, vive a Greenwich, Connecticut, con la moglie Deanna Damiano e i figli Olivia, 15 anni, Miles, 13, ed Ethan, 11. Di mestiere, quello vero, fa il ristoratore: 30 locali sparsi per il mondo, tre aziende vinicole in Italia, quella mecca del made in Italy che è Eataly New York in società con Oscar Farinetti. «Lui continua a invitare Barack Obama e io gli spiego che è un po’ difficile e che forse a Obama non frega niente di prosciutto e mozzarella». Ora però nella vita del Restaurant man più famoso d’America, per dirlo con la sua autobiografia (Rizzoli), c’è pure la Tv: e parecchia. MasterChef Italia e Usa, poi Polonia, Cina e Australia. E una fiction: «Si chiama Hungry», dice lui, «è ispirata al libro e stiamo lavorando al casting: bello cercare qualcuno che deve essere te sullo schermo». Eppure per Joe gli chef sono tutti matti o bastardi: «Pensa a cosa vuol dire fare lo chef, essere giudicati di continuo, ogni piatto un’opera d’arte: come minimo devi essere masochista».

Il che non vale per Lidia: chef, ma prima cuoca. «Le donne sono le migliori, non cucinano per bisogno d’approvazione, ci mettono passione e amore. Come mia mamma». Anche lui saprebbe cucinare, e bene: ma non lo fa. «Troppi cuochi nella mia vita: MasterChef, mia madre, il mio socio Mario Batali». Non sua moglie, però. «Deanna non sa nemmeno dove sia la cucina». D’altra parte, vuoi mettere il piacere dei pranzi della domenica da Lidia, nel Queens? Ci sono tutti, anche nonna Mima, che ancora oggi parla in giuliano e chiama Joe, Giuseppino («Ma non dirlo a nessuno, eh», dice lui). «Facciamo il brodo, la pasta, i piatti che abbiamo sempre fatto», spiega Lidia, arrivata a New York bambina, in fuga dall’Istria e dalle persecuzioni di Tito. Inizi da emigranti, duri, che il giudice di MasterChef ha raccontato nel suo libro. «Mi ha un po’ stupita», dice Lidia. «Sì, io e mio marito Felice [scomparso due anni fa, ndr] abbiamo fatto sacrifici, ma io non ho sentito tanta sofferenza: eravamo assieme e avevamo quello che ci serviva. Eravamo vivi. Ma forse per Joe, nato a New York e cresciuto con ragazzi americani, con una vita diversa dalla sua, deve essere stato pesante. Eppure penso che il suo carattere forte dipenda anche da questo».

Da una vita di bambino tra casa e i ristoranti di mamma e papà: i compiti sulle cassette di pomodori, il sonnellino sui sacchi di farina, il giro tra sedie e divani alla ricerca di qualche cent caduto dalle tasche dei clienti. «Credevo volesse un altro futuro», dice Lidia, «invece, dopo il college e il lavoro da broker a Wall Street, mi ha detto: “Mamma, ho deciso cosa voglio fare”. Credo che la soddisfazione più grande per un genitore sia vedere i figli che vogliono seguire le tue orme». Con il cibo, e in Tv. E pure con l’Italia. «Ci torniamo a giugno», dice Joe. Per girare la terza edizione di MasterChef e per aprire una trattoria di lusso a Cividale del Friuli, nell’azienda vinicola Bastianich. Intanto, a proposito, si riaprono le selezioni agli aspiranti concorrenti di MasterChef Italia (su masterchef sky.it). Innocenti suggerimenti, se non per conquistare il giudice Bastianich, almeno per evitare di vedere il proprio piatto lanciato come un frisbee? «Mmmmh, direi: risotto. È molto difficile, ha tante interpretazioni: tra me che ho origini giuliane, Cracco che è veneto e Barbieri che è emiliano, è sempre motivo di discussione. Ma chi lo azzecca, arriva almeno nei primi 12». E se volete fare di meglio, sentite che dice Lidia (e prendete appunti): «Il piatto preferito di Joe? Risotto all’aragosta: si fa il sugo con i carapaci, piccantino, molto gustoso, coda e zampe solo alla fine». Voilà. Ah, le mamme…