Pubblicato il 26/02/2013, 16:32 | Scritto da La Redazione

FICTION IN REPLICA: LA RAI NON GUARDA IN FACCIA NESSUNO. ECCO PERCHÉ

FICTION IN REPLICA: LA RAI NON GUARDA IN FACCIA NESSUNO. ECCO PERCHÉ
In nome del “prodotto” succedono cose impensabili. Spostamenti inaspettati nei palinsesti e repliche seriali a discrezione della rete pubblica. Dopo la “denuncia” di Beppe Fiorello, che però ne fa una questione di emozioni pro Modugno, ci siamo soffermati a riflettere sulle dinamiche delle repliche. Ma se non fa piacere al telespettatore che paga il canone […]


In nome del “prodotto” succedono cose impensabili. Spostamenti inaspettati nei palinsesti e repliche seriali a discrezione della rete pubblica. Dopo la “denuncia” di Beppe Fiorello, che però ne fa una questione di emozioni pro Modugno, ci siamo soffermati a riflettere sulle dinamiche delle repliche. Ma se non fa piacere al telespettatore che paga il canone e nemmeno agli artisti, chi ne beneficia se non la Rai?

Eccola finalmente. La replica della fiction di Beppe Fiorello che manderà in onda la Rai questa sera, Sarò sempre tuo padre, ore 21.10, Rai1. Dopo il successo della recente miniserie su Modugno, alla Rai non sembra vero di poter provare a replicare con una fiction che ha lo stesso protagonista. E non importa se il volto è associato e fresco del bel ricordo del padre di Volare, perché quello che servono sono i buoni ascolti che potrebbe riscuotere. E non importa nemmeno se si sovraespone un artista, che porta le proprie esperienze professionali sempre in casa Rai, facendo pendere la bilancia degli ascolti sempre a proprio favore. In fin dei conti i diritti sono di Viale Mazzini e allora il prodotto è il prodotto. Soprattutto in tempo di crisi.

E finalmente, più che la fiction è arrivata la «denuncia» di Beppe Fiorello che ha espresso la propria delusione. Non per la replica in sé, ma per i tempi vicini dalla messa in onda della sua precedente Volare. Ne fa una questione più alta, di emozioni e ci crediamo, gli artisti sono così. E come lui, probabilmente, è il pensiero di molti suoi colleghi. Che siano ragioni di sensibilità o esposizione mediatica.

Ma che dire delle fiction che non si riescono nemmeno a seguire per i continui spostamenti di palinsesti, sostituti di questo o quel programma? Si pensi anche alla recente e ancora in onda Tutta la musica del cuore. La programmazione fa girare la testa: domenica e lunedì, poi il martedì, poi salta la domenica e di nuovo si sposta il giorno. E stiamo parlando di una serialità, medio-lunga, come piace tanto a mamma Rai, per contenere e ammortizzare i costi, e che comunque sta facendo registrare ascolti medi per oltre 5 milioni. Stessa sorte che tocca a tante altre fiction; anche al buon Insinna, quando per Ho sposato uno sbirro 1 e 2 bisognava fare testa o croce prima di accendere il primo canale, nella speranza di beccare la serie. E così molti altri prodotti alla prima messa in onda. Perché se parliamo di repliche bisogna affidarsi a Nostradamus.

E allora, qual è la strategia dietro queste scelte? Per intenderci, pare che quando vanno in onda le fiction, i diritti della stessa vadano alla rete, che può decidere se e quando mandarla in onda a proprio piacimento. E questo vale per quasi tutto quello che passa in Rai, ed ecco il suo vasto repertorio d’archivio – che sforna, tra l’altro, i seguitissimi programmi stile Dadada e Techetechetè, con i ritagli migliori del passato -. Solo in rarissime eccezioni, e in tempi più recenti, alcuni attori, ma soprattutto one man show, sono riusciti a ottenere come «merce di scambio» nella contrattazione cachet-presenza un qualche potere sui propri diritti d’immagine. O hanno potuto pattuire un minutaggio limite, che di solito si aggira sul paio di minuti, nei programmi “ritaglio” come quelli succitati, in cui la Rai può mandare in onda gratuitamente la loro “opera”. E sono rari i nomi che sono riusciti a far questo e si tengono “oscurati” nell’ambiente, perché in Rai vige la regola non scritta del “precedente”. Le famose voci di corridoio parlano comunque di Fiorello (Rosario), Benigni e in parte Panariello (quello dei record di Torno sabato) e altri rarissimi eletti. Perché ovviamente nel mondo dell’Auditel sono (o erano, nel caso dell’attore toscano) quelli i nomi che fanno il bello e il cattivo tempo di ascolti. E per mandare in onda anche spezzoni vecchi di programmi che superino un certo minutaggio consecutivo la Rai dovrebbe sborsare altri soldi. Ma per le fiction il discorso pare proprio sia differente.

E allora, becchiamoci repliche su repliche. Da Don Matteo, che, come testimoniano i dati è sempre un piacere vedere, a tutti i seriali del buon Terence Hill, e tanto altro. Fino a Beppe Fiorello. Per carità, uno dei più pagati, ma che non merita, come tutte le punte di diamante – e non solo – di essere in video senza una logica che riporti al solo uso commerciale. Che sia per ascolti o per riempire un palinsesto scarsino di idee con la solita motivazione del risanamento economico, che però presenta format costosi come Red or black? – Tutto o niente, che ottiene il 17% di share. E poi per il pubblico, che forse avrebbe preferito godersi ancora un po’ quelle immagini negli occhi. Ma non metteremmo per ultimo, anche noi d’accordo con Fiorello, la memoria di un mito italiano come Domenico Modugno, che forse meritava di essere assorbito emotivamente ancora qualche giorno dalla platea prima di procedere all’ennesima copertura “ingrata” di palinsensto.

 

Francesco Franchi

 

(Nella foto Beppe Fiorello)