Pubblicato il 25/02/2013, 18:33 | Scritto da La Redazione

“SOCIAL TV” È PARTECIPAZIONE. E IL TELESPETTATORE DIVENTA “ATTORE”

“SOCIAL TV” È PARTECIPAZIONE. E IL TELESPETTATORE DIVENTA “ATTORE”
Per lo spazio dedicato a libri e tv questa volta abbiamo scelto un volume interamente dedicato alla Social tv, ormai non più solo un fenomeno dilagante ma una vera e propria realtà. Il libro di Giampaolo Colletti e Andrea Materia è una guida di questo nuovo mondo che arriva dal futuro e ridisegna il presente. […]


Per lo spazio dedicato a libri e tv questa volta abbiamo scelto un volume interamente dedicato alla Social tv, ormai non più solo un fenomeno dilagante ma una vera e propria realtà. Il libro di Giampaolo Colletti e Andrea Materia è una guida di questo nuovo mondo che arriva dal futuro e ridisegna il presente. E porta lo spettatore al centro dell’universo televisivo, parte attiva e di partecipazione.

 

Una tv colorata, nuova. Il verde fosforescente, il giallo, il rosa. Il ricordo va al monoscopio. Ma il simbolo di Twitter è incastonato al centro. È già dalla copertina che si percepisce l’euforia della nuova tv. Ma nel libro di Giampaolo Colletti, esperto di media digitali con esperienze a Radio24 e Rai3 e che oggi scrive per Nova24-Sole24Ore e Andrea Materia, specializzato nei linguaggi e modelli business della tv interattiva, si percepisce e apprende molto di più. Un po’ come nella frase di gaberiana memoria, libertà è partecipazione, così su “Social tv” (Gruppo24Ore, 172 pagine, 16 euro) si percepisce, si analizza e si considera il telespettatore libero e attivo. E oggi ancor di più elemento fondamentale nel marketing televisivo.

Pochi capitoli – appena 4 le suddivisioni degli argomenti – per molti concetti. E seppur i colori scanzonati dell’approccio visivo della copertina e dell’inchiostro usato nell’interno, un blu che ricorda il mondo dei cinguettii, sforna e mitraglia nozioni e vocaboli nuovi ai più. “Social tv”, valuta, appunto, la platea come parte attiva. E questo già è un concetto nuovo e di difficile digestione. Come? Il telespettatore, non subisce più ogni proposta che arriva dal rettangolo elettrico che espelle parole e muove figure? Cioè, il telespettatore può… dire la propria? Bene, quello che fino a pochi anni fa era impensabile, oggi è un mondo di pareri contratti in 140 caratteri o in qualcuno in più, se si pensa a Fb, e poi Google +, Pinterest, Tumblr e centinaia di social; grazie anche a quel parallelepipedo che oggi è di dimensioni sempre più ridotte, piatto e “mobile”. E visto che la tv è un fenomeno che muove masse, e soprattutto economie, interessi politici e come abbiamo ben imparato, influenza pareri, leggendo il volume, appare quasi un “dovere” (indispensabile) capire come funziona questa nuova era. Colletti e Materia, lo spiegano bene nella guida, anche se le nozioni, sono talmente tante, che il rischio è di spaventarsi alle prime pagine, con l’idea di trovarsi alieni in un mondo virtuale. Sfondata però, la barriera dell’”oddio, sono atterrato su Marte”, diventa un manuale completo e esaustivo del nuovo mezzo e racconta e analizza il potere che ognuno di noi ha, il libero arbitrio, con il solo possesso di tv e pc. Con l’Auditel che appare sempre più retrogrado e preistoricamente aggiornato. E così si parla di tablet, smartphone che hanno rivoluzionato il mondo e il modo di vedere la tv, il cui telespettatore è diventato ancora maggiormente un elemento di “economics”. Si parla quindi, del cambiamento dei modi di vedere la tv, di co-viewing, e co-viewing star, con cui, con una semplice app, si può commentare in diretta con un gruppo di persone o addirittura con i protagonisti della tv, anche a 500km di distanza, uno stesso programma. E della connivenza impensata ma arrivata naturalmente.

Ecco, mi sono fatta prendere dall’entusiasmo. Mi ero ripromessa, di evitare di usare termini incomprensibili, inglesi o inglesizzati, che fa molto “International” ma poco “practical”.  Ad ogni modo, quello che si apprende con “turbine e piacere” nel volume è la necessità  di ridisegnare il progetto iniziale di tv, a partire dall’attenzione degli utenti, il linguaggio, il palinsesto che dovrà essere sempre più flessibile e personalizzato. Una tv sempre più personale e monocentrica ma condivisa, seguita da un marketing che non può far altro che seguire il flusso evitando di imporre regole ma gestire i fattori per ottenere la fedeltà televisiva. Si viaggia nei format americani, dalle fiction ai reality prendendo in esame il relativo rapporto con i social. E poi ci sono i “casi” italiani, con nomi e cognomi. Dai vicini albori del 2011 quando un Fiorello sempre più attirato dal mondo virtuale appone per la prima volta un hastag al titolo di un programma televisivo. E poi le regole d’uso.

Insomma, senza riscrivere per intero il manuale, possiamo certo dire che più si sfogliano le pagine, più ci si immerge nella nuova dimensione di tv in una navigazione avviata. E che la rivoluzione non solo è già in atto, ma ha già i suoi “seguaci” ed esperti non riescono a fare a meno di ticchettare sulle tastiere. Una tv colorata di pareri e partecipazione.

Nota curiosa. Nel manuale è interessante e indispensabile trovare in ogni pagina un “tweet” riassuntivo e rielipogativo. Oltre ovviamente a grafici, punti di approfondimento e l’opinione dell’esperto.

Erika Barbacelli

(Nella foto, la copertina del libro Social tv)