Pubblicato il 08/02/2013, 15:33 | Scritto da La Redazione

LA VITA DI MODUGNO NELL’ITALIA DEGLI ANNI ’50

LA VITA DI MODUGNO NELL’ITALIA DEGLI ANNI ’50
Diretta da Riccardo Milani e scritta da Stefano Rulli e Sandro Petraglia, la fiction, interpretata da Beppe Fiorello, ripercorre la vita artistica e privata dell’artista diventato famoso nel mondo come Mr. Volare. Il carattere spensierato e solare, ma talmente profondo e malinconico da portarlo a scrivere canzoni come Vecchio Frac e Meraviglioso. L’amicizia con Franco […]

Diretta da Riccardo Milani e scritta da Stefano Rulli e Sandro Petraglia, la fiction, interpretata da Beppe Fiorello, ripercorre la vita artistica e privata dell’artista diventato famoso nel mondo come Mr. Volare.

Il carattere spensierato e solare, ma talmente profondo e malinconico da portarlo a scrivere canzoni come Vecchio Frac e Meraviglioso. L’amicizia con Franco Migliacci, un toscano sciupafemmine e anarchico che campava disegnando fumetti per bambini e Riccardo Pazzaglia, un aiuto regista che si limitava a fare entrare le comparse sui set. I sentimenti, quello profondo e definitivo verso la moglie Franca Gandolfo, e quelli più leggeri di un viveur che al fascino femminile non riusciva a resistere. Infine l’arte, sogno accarezzato da un bambino nato e cresciuto in un paesino pugliese, realizzato grazie al trasferimento a Roma, consacrato con la vittoria al Festival di Sanremo nel 1958 con la canzone Nel blu dipinto di blu, con cui il mondo intero lo trasformò in Mr. Volare.

È il Domenico Modugno interpretato da Beppe Fiorello nelle due puntate di Volare – La grande storia di Domenico Modugno, in onda il 18 e il 19 febbraio su Rai1.

Scritta da Stefano Rulli e Sandro Petraglia, la mini serie unisce al racconto della vita, le tante canzoni che hanno segnato la carriera dell’artista, mentre sullo sfondo si respira l’aria di quegli anni ’50, quando in Italia il re della musica leggera si chiamava Claudio Villa e tutti erano ancora in attesa del boom economico. «Volevamo fare un film positivo – sottolineano gli sceneggiatori – Quei tre anni dal ’56 agli anni ’60 sono stati anni felici per il nostro Paese e il nostro è un tributo a quell’epoca».

Prima che cominciassero le riprese, la signora Gandolfo, interpretata da Kasia Smutmiak, ha avanzato poche richieste: «Ho chiesto che a scriverla fossero Rulli e Petraglia, perché volevo che oltre alla verità nel racconto emergesse la poesia. Mimmo doveva essere estroverso, ma con i suoi lati malinconici e di timidezza. Poi mi sono messa a disposizione con i miei racconti e quando ho visto le due puntate sono rimasta entusiasta».

Nonostante la regia di Riccardo Milani calchi ogni tanto la mano sull’immagine da cartolina, la miniserie restituisce al pubblico un grande affresco di un’Italia vincente. E il peso e la responsabilità di prendere in mano la storia di un artista che ha inciso 230 canzoni, interpretato 38 film per il cinema e sette per la televisione, recitato in tredici spettacoli teatrali e vinto quattro Festival di Sanremo, si sono fatti subito sentire. «Raccontare Modugno è stato un onore, ma anche una responsabilità enorme –sottolinea il regista – È un uomo che ha inciso profondamente non solo nella musica italiana, ma anche nel costume e nella cultura del nostro Paese. Istintivo, coraggioso, travolgente e fuori dagli schemi, ha cantato l’amore, ma anche la natura e gli uomini della terra in cui è cresciuto».

Era da diversi anni che la Rai cercava la storia giusta per raccontare Modugno, trovata poi grazie alla collaborazione con Rulli, Petraglia e la signora Gandolfo. Solo con l’amico storico di Modugno, Franco Migliacci, c’è stata un’incomprensione su una scena, quella in cui insieme componevano “Volare”.«In quella scena Modugno mi trattava come un drogato, un mentecatto», aveva detto Migliacci. «L’autore non si era riconosciuto in una

sola delle tante scene in cui appare nel film – spiega il direttore di Raifiction Eleonora Andreatta – scena che, tra l’altro, aveva visionato ancora prima del montaggio e fuori

contesto, ma comunque abbiamo deciso di tagliarla».

La mini serie andrà in onda subito dopo il festival di Sanremo, poi Fiorello si immergerà nelle riprese del film-tv, L’oro di Scampia, dove si mostrerà il lato buono del quartiere napoletano conosciuto per la sua alta concentrazione di camorra.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Beppe Fiorello)