Pubblicato il 05/02/2013, 10:31 | Scritto da La Redazione

RAI, GUBITOSI INCALZA I DIPENDENTI “PREPENSIONAMENTI ENTRO IL 15 MARZO”

RAI, GUBITOSI INCALZA I DIPENDENTI “PREPENSIONAMENTI ENTRO IL 15 MARZO”
Basterà una e-mail per aderire al Piano straordinario di esodo che punta ad alleggerire l’azienda di 600 persone e di altrettanti stipendi. I soldi accantonati a bilancio, 53 milioni, permetteranno a Gubitosi di pagare un “premio”, un incentivo ai prepensionati della Rai. Ma non si tratterà di somme enormi, soprattutto per i lavoratori delle fasce […]


Basterà una e-mail per aderire al Piano straordinario di esodo che punta ad alleggerire l’azienda di 600 persone e di altrettanti stipendi. I soldi accantonati a bilancio, 53 milioni, permetteranno a Gubitosi di pagare un “premio”, un incentivo ai prepensionati della Rai. Ma non si tratterà di somme enormi, soprattutto per i lavoratori delle fasce più deboli. Ecco tutti gli incentivi.

Rassegna Stampa: La Repubblica, pagina 22/23 di Aldo Fontanarosa.

Basterà una e-mail per aderire al Piano straordinario di esodo. Ecco tutti gli incentivi economici.
Rai, Gubitosi incalza i dipendenti “Prepensionamenti entro il 15 marzo”
ROMA Il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, va in pressing sui dipendenti “anziani” di Viale Mazzini. Chi vuole andare in pensione, e spera in un incentivo dell’azienda, dovrà dare un segnale praticamente subito. Avrà tempo fino al 15 marzo. Anzi: riceverà un premio maggiore chi darà il segnale un mese prima, entro metà febbraio. Servirà forse una lettera, un fax? Neanche per idea. In una nota interna, Luigi Gubitosi precisa che basterà inviare un’ e-mail per comunicare che si vuole lasciare. Digitare esodi2013@rai.it. Dunque, il direttore generale delle reti di Stato non si ferma. Il “Piano straordinario di esodi volontari”, che punta ad alleggerire l’azienda di 600 persone e di altrettanti stipendi, entra in una fase cruciale, decisiva. Al momento della verità, Gubitosi arriva con “cartucce” non illimitate. I soldi accantonati a bilancio, 53 milioni, gli permetteranno di pagare un “premio”, un incentivo ai prepensionati della Rai. Ma non si tratterà di somme enormi, soprattutto per i lavoratori delle fasce più deboli. Il Piano di Gubitosi interessa dipendenti di ogni ordine e grado: «Operai, impiegati, quadri, orchestrali, dirigenti ed anche giornalisti». Potrà lasciare l’azienda chi ha maturato la pensione secondo le regole in vigore fino al 31 dicembre 2011; ed anche chi ha maturato la pensione in base alla Riforma Fornero. Potrà andare via, infine, chi «maturerà i requisiti entro il 31 dicembre 2015». Veniamo al capitolo dei soldi. Il dipendente che lascia avrà diritto alla liquidazione, ovvio, e anche alla «indennità sostitutiva del preavviso» (nel caso sia un dirigente). A queste somme, si aggiungerà un “premio” pari ad un anno di stipendio lordo (per operai, impiegati, quadri e orchestrali); e al 75% dello stipendio annuo lordo (per dirigenti e giornalisti). Un’ulteriore spinta ad andarsene pari ad un 25% di stipendio annuo lordo è riservata a chi comunicherà l’abbandono entro metà febbraio (e non entro metà marzo). Sul piano formale, il rapporto di lavoro verrà sciolto per il 30 giugno 2013. Il dipendente che accetterà di sciogliere il rapporto prima di questa data incasserà mezzo stipendio lordo (per ogni mese di anticipo). All’orizzonte c’è un rischio esodati, sia pure teorico. In base alla nuova legge, molti tra operai, impiegati, orchestrali e quadri hanno diritto alla normale pensione una volta raggiunti i 64 anni e 9 mesi (mentre i dirigenti e i giornalisti a 63 anni e 6 mesi). Ora il Piano della Rai ipotizza che alcuni tra questi lavoratori possano decidere l’abbandono dell’azienda superati i 62 anni, ma prima di arrivare all’età richiesta dalla legge per l’assegno di pensione (64 anni e 9 mesi e 63 anni e 6 mesi, come detto). In casi del genere, la tv di Stato promette un piccolo salvagente. Pagherà un ulteriore 5% di stipendio lordo annuo per ogni anno che separa dal raggiungimento dell’ età pensionabile. Difficile che accettino questo salvagente, certo un po’ sgonfio, i lavoratori a più basso reddito.