Pubblicato il 02/02/2013, 12:33 | Scritto da La Redazione

PROCESSO MEDIASET: IL TRIBUNALE DI MILANO RINVIA ALL’8 FEBBRAIO E GLI AVVOCATI DI BERLUSCONI SE NE VANNO INDIGNATI

PROCESSO MEDIASET: IL TRIBUNALE DI MILANO RINVIA ALL’8 FEBBRAIO E GLI AVVOCATI DI BERLUSCONI SE NE VANNO INDIGNATI
Bagarre ieri in aula per il processo che vede l’ex premier imputato di frode fiscale. I suoi legali avevano chiesto il legittimo impedimento per la campagna elettorale, respinto dalla Corte. Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 14, di Angelo Mincuzzi. Processo Mediaset, lite sul rinvio Politica e giustizia. Dura protesta del Pdl. Il Cavaliere: […]

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Bagarre ieri in aula per il processo che vede l’ex premier imputato di frode fiscale. I suoi legali avevano chiesto il legittimo impedimento per la campagna elettorale, respinto dalla Corte.

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 14, di Angelo Mincuzzi.

Processo Mediaset, lite sul rinvio

Politica e giustizia. Dura protesta del Pdl. Il Cavaliere: a Milano processi assurdi. Alfano: intervengano il Quirinale e il Csm. Respinta la richiesta dei legali di Berlusconi: i difensori lasciano l’aula per protesta.

Abbandonano l’aula e minacciano di rinunciare al mandato difensivo. La protesta di Niccolò Ghedini e Piero Longo, avvocati di Silvio Berlusconi, è andata in scena ieri durante l’udienza alla Corte d’Appello di Milano dove si celebra il processo sui diritti Mediaset. In primo grado l’ex premier è stato condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale. Era prevista la requisitoria del sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale, ma un’ordinanza del collegio giudicante ha fatto esplodere la protesta degli avvocati. Tutto è iniziato quando Ghedini e Longo hanno chiesto alla corte il rinvio dell’udienza per legittimo impedimento. Berlusconi infatti, secondo i legali, sarebbe stato impegnato per tutta la giornata negli appuntamenti della campagna elettorale. Ma i giudici della Corte d’Appello hanno respinto la richiesta.

Tanto è bastato a dar fuoco alle polveri. In aula è scoppiata la bagarre. Dopo aver protestato coni giudici, Ghedini e Longo hanno abbandonato l’aula, seguiti poi da tutti gli avvocati degli altri imputati, e hanno accusato il tribunale di «grave lesione del diritto della difesa». Secondo l’ordinanza della corte non costituiscono legittimo impedimento per Berlusconi né la riunione con gli europarlamentari del Pdl che era in programma nella mattinata né la presentazione dei candidati nella Regione Lazio fissata per il pomeriggio. Per cercare di stemperare gli animi, il pg Bertolè Viale aveva chiesto ai giudici di rivedere l’ordinanza e garantire «la serenità del processo». Ma i giudici, riuniti nuovamente in camera di consiglio, hanno confermato l’ordinanza e hanno rinviato il processo all’8 febbraio, quando dovrebbe tenersi la requisitoria del pg. Le altre udienza sono state fissate per i primi quattro sabati di marzo. Il calendario, dunque, si allunga e la sentenza arriverà comunque dopo le elezioni, ma il processo non si ferma. «Scandalosa» e «meritevole di un intervento del presidente del Csm, Giorgio Napolitano», ha tuonato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, commentando la decisione della Corte d’Appello.

«A Milano ci sono processi assurdi contro di me e vengono spesi tanti soldi per cose risibili», sono state invece le parole di Berlusconi. Sta di fatto che la campagna elettorale è entrata di colpo, e nel modo peggiore, nelle aule del palazzo di giustizia di Milano. Ma forse non poteva essere altrimenti: Berlusconi è il leader del Pdl e anche i suoi avvocati, Ghedini e Longo, sono candidati alle elezioni per lo stesso partito, il primo al Senato, il secondo alla Camera. Secondo Ghedini i giudici della Corte d’Appello di Milano hanno respinto la richiesta di legittimo impedimento per «timore della prescrizione che cade nel giugno 2013». L’avvocato ha attaccato il collegio con parole dure: «Siete indifferenti – ha detto – a qualsiasi impegno di Berlusconi». E ha poi aggiunto che «i palinsesti televisivi non sono a richiesta dei candidati e se non si va si perde la possibilità di partecipare perché gli spazi sono quelli». Per Longo, invece, «deve essere dato spazio alla politica nel suo senso originario e, quindi, alla campagna elettorale». Il legale ha poi aggiunto che non vorrebbe essere messo di fronte a una «scelta amara tra il diritto alla difesa dell’imputato e quello alla partecipazione alla campagna elettorale». Ghedini e Longo hanno chiesto la sospensione per legittimo impedimento anche dell’udienza del processo Ruby in calendario lunedì. Sarà forse l’occasione dell’ennesimo scontro.