Pubblicato il 08/01/2013, 14:24 | Scritto da La Redazione

POLITICA IN TV: IL PROBLEMA NON È LA PAR CONDICIO, MA LA LEGGE ELETTORALE

POLITICA IN TV: IL PROBLEMA NON È LA PAR CONDICIO, MA LA LEGGE ELETTORALE
Ci eravamo illusi che le Primarie avessero cambiato la grammatica dei talk show e dei dibattiti e invece la candidatura di Berlusconi ha fatto saltare tutto, innescando la gara per averlo in onda. Ci eravamo illusi. Dopo l’esperimento delle Primarie del Centrosinistra, gestite televisivamente, prima da Sky poi da Rai1, in maniera impeccabile, pensavamo tutti […]

Ci eravamo illusi che le Primarie avessero cambiato la grammatica dei talk show e dei dibattiti e invece la candidatura di Berlusconi ha fatto saltare tutto, innescando la gara per averlo in onda.

Ci eravamo illusi. Dopo l’esperimento delle Primarie del Centrosinistra, gestite televisivamente, prima da Sky poi da Rai1, in maniera impeccabile, pensavamo tutti che la grammatica della politica in televisione fosse cambiata. Pensavamo che anche l’Italia potesse aspirare a essere un Paese moderno, con regole eque e chiare, a favore del cittadino-elettore e non del politico. E invece. E invece la candidatura di Silvio Berlusconi, dato per pensionato evidentemente con troppa fretta, ha ribaltato tutto il sistema (acerbo) che si stava coltivando con cura.

Il cavaliere fa il suo mestiere, cerca di recuperare il tempo perso, inseguendo la disperata quarta elezione. Impresa difficile, lo sa benissimo anche lui, e per questo punta sulla cosa che gli riesce meglio: fare televisione. Dall’altra c’è l’ansia da prestazione Auditel e quindi c’è una corsa a invitarlo in trasmissione, gara a cui parteciperà anche Michele Santoro, nella black list di Berlusconi da più di due lustri.

Ma il problema non è certo di par condicio, come tutti strillano. A guardare i dati forniti dall’Agcom nel periodo festivo dal 24 al 30 dicembre, il momento caldo di Berlusconi, si capisce che la par condicio funziona abbastanza bene, almeno in Rai. Sulla tv di Stato il Pd ha ottenuto il 27,4% dello spazio a disposizione, il Pdl il 23,2%, Monti il 18,2%, Udc il 7,98%, la Lega il 5% e Sel il 2,1%. Tutto sommato le quote sono in linea. Discorso ovviamente diverso sulle reti Mediaset, dove il Pdl vola al 37,2%, il Pd al 18,3%, Monti il 17,7%, l’Udc il 5,2%, la Lega il 2,3% (prima dell’accordo Berlusconi-Maroni) e Sel il 3%.

Il vero problema della politica italiana, che inevitabilmente si riflette anche sul sistema televisivo, è la legge elettorale. Finché non avremo regole chiare, con candidature nette e dirette alle urne, difficilmente avremo dibattiti televisivi degni di questo nome: con pulpiti, moderatori capaci e timer con il tempo a disposizione uguale per tutti. Fino ad allora dovremo sorbirci comizi infiniti, conduttori asserviti, tempi che sforano e gente che minaccia di andarsene. E qualcuno potrebbe continuare a dire che ogni Paese ha la politica e la tv che si merita.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Silvio Berlusconi a Domenica Live da Barbara D’Urso)