Pubblicato il 08/01/2013, 12:45 | Scritto da La Redazione

A “DEEJAY CHIAMA ITALIA” LA TV (FINALMENTE) SI SPIEGA ALLA RADIO

A “DEEJAY CHIAMA ITALIA” LA TV (FINALMENTE) SI SPIEGA ALLA RADIO
C’è un’ironia accomodante nelle interviste che Linus riesce, ogni giorno, a confezionare in Deejay chiama Italia (Deejay Tv, da lunedì a venerdi ore 10/12, in replica alle 22). Il critico di Libero fa la sua radiografia al programma radiotelevisivo «un collaudato mix di cazzeggio che vira nel serio» ma l’unico in tv a ricordare degli […]


C’è un’ironia accomodante nelle interviste che Linus riesce, ogni giorno, a confezionare in Deejay chiama Italia (Deejay Tv, da lunedì a venerdi ore 10/12, in replica alle 22). Il critico di Libero fa la sua radiografia al programma radiotelevisivo «un collaudato mix di cazzeggio che vira nel serio» ma l’unico in tv a ricordare degli eventi interessanti.

Rassegna Stampa: Libero, pagina 30, di Francesco Specchia.

Complimenti per la trasmissione

A «Deejay chiama Italia» la tv (finalmente) si piega alla radio

Mozzicone di dialogo tra il felicemente spietato conduttore e l’ attor comico, alto come un vaso di gerani. «I miei genitori sognavano per me un avvenire o da avvocato o da dottore…»; «Ah, hai studiato?»; «No»; «Bè, allora era un po’ difficile…», (sembra una stilettata; ma poi nell’aria ecco sprigionarsi il profumo del Derby, della Milano del cabaret anni ’80, della speranza del talento e dei giovani che rincorrevano i sogni e li raggiungevano). C’è un’ironia accomodante nelle interviste -come la succitata con Giacomo Porretti di Aldo, Giovanni & Giacomo che Linus riesce, ogni santo giorno, a confezionare in Deejay chiama Italia (Deejay Tv, da lunedì a venerdi ore 10/12, in replica alle 22). La cifra stilistica vale per Porretti. Ma vale pure per Jovanotti che con Linus e Nicola Savino di scena a ruota libera, sull’allegria della mamma scomparsa, sull’esplosione dell’arte concettuale di Cattellan e su quando si vestiva come i Righeira anche se per Linus «indossava le giacche di Brian Ferry». E vale per Antonio Albanese che qui racconta del suo cappotto di Epifanio come fosse il Cappotto di Astrakan; e vale per Gerry Scotti che qui si commuove a parlare del figlio emigrato a Hollywood; e vale per molti altri. Forse per alcuni sarà anche un despota assoluto, un rompicoglioni, un burbero col chiodo fisso del business e delle maratone: ma, oggi, Linus è probabilmente il migliore intervistatore d’intrattenimento – e non solo sulla piazza. E lo è, paradossalmente, anche in radiovisione; ovvero grazie a quel piccolo schermo al quale spesso la sua ipercinesi non riusciva ad attagliarsi. Per dire, i suoi Volevo salutare (’97) o I figli di Eupalla (2004) non sono rimasti impressi nella storia della tv. Anzi. Oggi, invece, il vecchio dj riesce a piegare le 8 telecamere remotate in studio al suo format personale. Che è un collaudato mix di cazzeggio che vira nel serio, per rientrare nel pedagogico; l’altro giorno Deejay chiama Italia è stato l’unico programma a ricordare il genio di Nikola Tesla, il fisico magico che ispirò i raggi X, la radio e David Bowie che l’interpretò al cinema. Commovente pure un’intervento del triatleta Aldo Rock che ricordava un amico intercettato da un proiettile in Bosnia. Da vedere, oltre che da ascoltare.