Pubblicato il 02/01/2013, 09:57 | Scritto da La Redazione

VIENNA FA GLI AUGURI CON VERDI. CORO SU TWITTER: «TORNI LA DIRETTA»

VIENNA FA GLI AUGURI CON VERDI. CORO SU TWITTER: «TORNI LA DIRETTA»
Sfida in musica tra Venezia e Vienna. La polemica rimbalza su Twitter, lo stesso Leone sul social: «Bisogna tenere conto dei molti commenti sul desiderio di vedere in diretta il concerto viennese». Intanto nel 2014 sul podio austriaco salirà Barenboim.   Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 47, di Valerio Cappelli     Concerto dl […]


Sfida in musica tra Venezia e Vienna. La polemica rimbalza su Twitter, lo stesso Leone sul social: «Bisogna tenere conto dei molti commenti sul desiderio di vedere in diretta il concerto viennese». Intanto nel 2014 sul podio austriaco salirà Barenboim.

 

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 47, di Valerio Cappelli

 

 

Concerto dl CapodannoNel 2014 sul podio austriaco salirà Barenboim

Vienna fa gli auguri con Verdi

Coro su Twitter: torni la diretta

Festa anche alla Fenice con il «Va’ pensiero» e la «Traviata»

Decimo anno, da quando la Rai optò per la scelta autarchica, ci si ritrova alla sfida in musica tra Venezia e Vienna, il cui risultato è noto in partenza. Musica e bollicine, nostalgia e sogno: i valzer e le polke della famiglia Strauss sono perfetti per lo spirito di festa. In tutto il mondo il concerto dal Musikverein si vede in diretta, in Italia no. E i numeri da Vienna di anno in anno crescono: erano 54 i Paesi collegati da Vienna nel 2008, 70 nel 2012, ora sono 81 (raddoppiati in dieci anni). Una platea di 70 milioni di spettatori. Un business incredibile, biglietti che sfiorano i 1000 euro (a Venezia il più caro 300 euro), nei prossimi giorni esce il dvd e comincia la prevendita per il concerto del prossimo anno: l’edizione numero 74 sarà diretta da Daniel Barenboim. Venezia ha avuto in collegamento tra radio e tv Francia, Germania e alcune emittenti dell’Est europeo. La polemica rimbalza su Twitter: «Ma che Capodanno è senza il concerto di Vienna?»; «Il concerto di Capodanno di Venezia sta a quello di Vienna come i Cugini di campagna agli U2»; «Amo la Fenice, ma…». Lo stesso neodirettore di Rai1 Giancarlo Leone sembra non pensarla col predecessore Fabrizio Del Noce che ebbe questa trovata: «Bisogna tenere conto dei molti commenti sul desiderio di vedere in diretta il concerto viennese». Una competizione che dispiace, perché la Fenice è uno dei teatri italiani più virtuosi: bilancio in pareggio, record di recite d’opera in Italia (109), un milione di euro dalle sole visite guidate, 8 nuove produzioni su 16 titoli, su 140 mila spettatori paganti la metà sono turisti (i veneziani del centro storico non arrivano a 60 mila). Ma la sfida di Capodanno è velleitaria e provinciale. Eppure i due concerti hanno avuto qualcosa in comune: le scene in residenze eleganti con i ballerini (da Venezia Roberto Bolle e alcuni elementi della Scala), i pezzi d’obbligo (da una parte Va’ pensiero e il brindisi della Traviata, dall’altra Sul Bel Danubio Blu e la Marcia di Radetzky), i numerosi spettatori asiatici, i toni dorati delle sale. E soprattutto l’omaggio a Verdi. Il secondo tempo della Fenice (quello che è andato in tv), dopo un galop rossiniano è stato dedicato a Verdi, per celebrarne il bicentenario della nascita. A Vienna è stato ricordato il doppio anniversario: sia una pennellata dal Don Carlo, che il Preludio del terzo atto del Lohengrin di Wagner. Un concerto rituale segnato da passi cadenzati, sempre quelli: i fiori sanremesi, il mondo nel tempo di tre quarti, a passo di valzer. Ma fino a un certo punto. Il repertorio della famiglia Strauss e dintorni (Lanner, Nicolai, più Suppé e Hellmesberger eseguiti anche ieri) conta circa 800 brani. Harnoncourt nel 2003 introdusse Brahms e Weber. Ora Verdi e Wagner. Due ritorni sul podio per entrambi i teatri. Alla Fenice (in diretta su Rah) l’inglese John Eliot Gardiner, un filologo esperto in barocco che alla vigilia ha proposto un Capodanno con Monteverdi. Al Musikverein (in differita su Raie) l’austriaco Franz Welser-Miist. Il quale, nello scherzo con cui si conclude il concerto prima dei due bis, ha preso da una cesta di vimini una serie di oggetti, pupazzi di peluche, elmi, scacciamosche, e come Babbo Natale li ha donati ad alcuni professori d’orchestra. Il primo violino gli ha restituito il mestolo, Welser Móst lo ha afferrato al posto della bacchetta, poi si è messo in testa il cappello da chef e ha trasformato la Fantasia Concertante di Johann Strauss in una zuppa di musica che ha strappato gli applausi del presidente austriaco Heinz Fischer, di Julie Andrews (Mary Poppins era già presente al Capodanno 2012) e della pronipote di Johann Strauss, Hedwig Aigner-Strauss, che va per i 91 anni: auguri doppi.