Pubblicato il 01/01/2013, 12:52 | Scritto da La Redazione

SEI ANNI APPENA E GIÀ FINISCONO NELLE “MAGLIE” DE “IL MONDO DI PATTY”

SEI ANNI APPENA E GIÀ FINISCONO NELLE “MAGLIE” DE “IL MONDO DI PATTY”
La telenovela sudamericana nata per attrarre le adolescenti riesce a fare breccia anche nel cuore delle bambine di prima elementare. Un incubo da cui non si torna più indietro   E’ finita. Sono ufficialmente entrata nel Mondo di Patty. Quando per lavoro mi sono ritrovata di fronte a qualcuno di questi eroi-bambini della telenovela argentina […]

La telenovela sudamericana nata per attrarre le adolescenti riesce a fare breccia anche nel cuore delle bambine di prima elementare. Un incubo da cui non si torna più indietro

 

E’ finita. Sono ufficialmente entrata nel Mondo di Patty. Quando per lavoro mi sono ritrovata di fronte a qualcuno di questi eroi-bambini della telenovela argentina under 1 ho sempre visto al loro seguito un’orda scatenata di apparrecchi per i denti, brufoli e all star, per questo, a torto, credevo di essere ancora lontana da quell’incubo.

E invece no, a sei anni l’incubo è qui.

In prima elementare le pischelle parlano tra loro, detestano i maschi, definiti solitamente come “quelli lì”, tirano la linea sul banco “perché quello lì si vuole sempre allargare”, si definiscono trendy, sostituiscono le scarpe nere lucide con gli stivaletti “li vorrei a tacco” a cui segue un «manco morta» e guardano il Mondo di Patty.

E mentre loro sono fisse di fronte allo schermo a guardare Laura Esquivel che si fa insultare dalla infame di turno, solitamente molto più bella di lei, tu pensi che i sudamericani hanno un che di mafioso. Perché le potenziali Brooke vanno istruite fin da piccole nell’arte della telenovela. Va inculcata mentre ancora imparano a dire uno-più-uno-uguale-due.

Non importa che ancora non sappiano come si fanno i bambini, loro infilano una puntata in cui una fa finta di restare incinta non si sa come, salvo poi scoprire che non lo è, ma c’ è una sua parente che è comunque felice del nuovo arrivo. Il tutto mentre gli stivaletti seduti accanto a te sono inchiodati. Immobili. Naturalmente il Mondo di Patty ha una sua storia, ma a sei anni non siamo ancora nel trip del non mi posso perdere neanche una puntata. E così, ci capiti random, sperando che mentre cambi canale gli stivaletti non si accorgano che c’è. Non sto neanche a scrivervi che l’impresa è impossibile, basta mezzo fotogramma senza neanche il volume e scatta l’urlo: «Il mondo di Pattyyyyyy».

E allora guardiamo la puntata. Questo è la conversazione tra la sfigata Patty e la figherrima che a scuola la guarda e le fa:«Tu non lo avrai mai perché io sono un cigno e tu sei un anatroccolo». Segue la faccia di Patty. Che è quella che è.

Ecco, tu ti giri e vedi la bambina con gli occhi a punto interrogativo che già si chiedono: «Ma io da grande sarò cigno o anatroccolo?».

E’ in quel momento che cominci a rimpiangere un’altra sudamericana, bruttina pure lei, ma decisamente meno impegnativa: Dora l’esploratrice.

Tiziana Leone

(nella foto, il logo del Mondo di Patty)