Pubblicato il 24/12/2012, 10:37 | Scritto da La Redazione

«ME NE VADO»: BERLUSCONI CHE LITIGA CON GILETTI È GIÀ UN CULT

«ME NE VADO»: BERLUSCONI CHE LITIGA CON GILETTI È GIÀ UN CULT
Lo show dell’ex premier a “L’Arena” di Rai1 impazza in Rete e i social network inneggiano al “compagno” Giletti: «Qui non siamo dalla D’Urso». Rassegna stampa: Il Mattino, pagina 7. «Me ne vado»: Berlusconi in tv contro Giletti Il conduttore: non siamo dalla D’Urso. Poi l’affondo di Silvio: questo governo è un incubo. Quando arriva […]

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Lo show dell’ex premier a “L’Arena” di Rai1 impazza in Rete e i social network inneggiano al “compagno” Giletti: «Qui non siamo dalla D’Urso».

Rassegna stampa: Il Mattino, pagina 7.

«Me ne vado»: Berlusconi in tv contro Giletti

Il conduttore: non siamo dalla D’Urso. Poi l’affondo di Silvio: questo governo è un incubo.

Quando arriva nello studio dell’Arena, a RaiUno, suo doppiopetto blu quasi non riesce a contenere la sua rabbia e la voglia di rispondere colpo su colpo a Monti, senza troppe mediazioni, senza troppe domande, con la furia che il Cavaliere sfodera quando si vede toccato nel vivo. Ma la trasmissione di Giletti non è come lo studio di villa Gernetto, quando Berlusconi senza contraddittorio potè sfogare la sua indignazione per la condanna appena ricevuta nel processo Mediatrade. Stavolta, l’ex premier ha appena finito di vedere Monti a In mezz’ora di Lucia Annunziata, ha ancora nelle orecchie le «offese», le «malignità», le «bugie» che ha ricevuto e nella pioggia di contrattacchi che subito fa partire tra un me ne vado e un me ne resto svetta questo: «Stanotte ho avuto un incubo. Monti premier, Ingroia ministro della Giustizia, Di Pietro ministro della Cultura, Fini nelle fogne e la Bindi non le dico dove». Scoppia a ridere da solo. E pochi minuti dopo l’ex presidente della Camera, reagisce così, con un tweet: «Preferisco essere un incubo notturno di Berlusconi che un suo complice nel trattare l’Italia come un bottino da spartire o un bordello».

Il Berlusconi furioso pensava di stare tranquillo nello studio di Giletti. Era convinto che davanti a non domande sì sarebbe calmato e avrebbe abbattuto agilmente il suo sfidante a distanza, cioè il Professore. Invece non è andata proprio così. E dopo poche battute sbotta: «Se non mi fa parlare vado via, è inutile che prosegua, è la quarta volta che mi interrompe, mica stiamo a giocare». Il Cavaliere si alza dalla sedia e minacciato più volte di andarsene in polemica con il conduttore (subito sui social network è nato l’hashtag #menevado). Il conduttore dopo un siparietto riesce a farlo sedere, gli dà la parola ma avverte: «Serve il dialogo in un dibattito». Il Cavaliere replica: «Lei fa disinformazione». Poi resta e riprende lo show in cui dice di aver fatto più riforme dei 57 governi che lo hanno preceduto ai suoi fedelissimi è piaciuto assai. I momenti di tensione non finiranno qui, come quando Giletti dice a Berlusconi: «Guardi che qui non siamo dalla D’Urso» interrompendo il Cavaliere che parlava a lungo senza rispondere alle domande. Ma l’ex premier, dopo aver protestato per le continue interruzioni del presentatore, difende la conduttrice del programma festivo di Canale 5 e ammonisce: «Guardi la D’Urso in tv, che è anche molto bella e brava».

Più tardi Giletti spiegherà: «Berlusconi si conferma un animale tv e anche se ci sono stati momenti di tensione penso che alla fine possiamo dirci soddisfatti. Domenica scorsa su Canale 5 ha fatto, ospite di Barbara D’Urso, un monologo di un’ora, da me ha ricevuto domande che volevano risposta». «Da Berlusconi su RaiUno – annuncia Daniele Capezzone, portavoce del Pdl – è venuta una positiva scossa politica e di comunicazione, paragonabile a quella che Berlusconi realizzò a Vicenza nel 2006, aprendo la strada alla rimonta». Probabilmente si riferisce a quel cartellone contenente le riforme fatte dai suoi governi, che espone in studio. «Contro di me aveva spiegato Berlusconi c’è stata una congiura politico-mediatico-finanziaria e a questo complotto ha partecipato anche il Corriere della sera». Ma prima di andare all’Arena, tra Tgcom24 e altre esternazioni, il Cavaliere ha impallinato così i suoi avversari: «Bersani? Un vecchio boiardo comunista. Grillo? Una scimmia». Casini e Fini «sono i peggiori traditori». «Travaglio è simpatico e infatti andrò nella trasmissione sua e di Santoro». La Merkel è una sciagura. Monti «ha portato il Paese nel baratro». «Non votate i piccoli partiti». m.a.