Pubblicato il 19/12/2012, 10:32 | Scritto da La Redazione

RAI, L’INVASIONE TV DI SILVIO FA SCATTARE L’ALLARME: «SUBITO REGOLE PER I POLITICI»

RAI, L’INVASIONE TV DI SILVIO FA SCATTARE L’ALLARME: «SUBITO REGOLE PER I POLITICI»
Il presidente Tarantola e il dg Gubitosi scrivono al presidente della Vigilanza, Zavoli, per chiedere come comportarsi per le prossime due settimane, ovvero, prima che entri in vigore la par condicio. Ammesso che il Parlamento faccia in tempo ad approvarla. Per le tv private ci penserà l’Agcom. Rassegna Stampa: La Repubblica, pagina 9, di Alberto […]

Il presidente Tarantola e il dg Gubitosi scrivono al presidente della Vigilanza, Zavoli, per chiedere come comportarsi per le prossime due settimane, ovvero, prima che entri in vigore la par condicio. Ammesso che il Parlamento faccia in tempo ad approvarla. Per le tv private ci penserà l’Agcom.

Rassegna Stampa: La Repubblica, pagina 9, di Alberto D’Argenio.

L’invasione tv di Silvio fa scattare l’allarme Rai: “Subito regole per i politici”

Tarantola: la par condicio arriva tardi.
ROMA. Rai in allarme per l’invasione della tv pubblica da parte dei politici in campagna elettorale. Tanto che il presidente Anna Maria Tarantola e il Direttore generale Luigi Gubitosi scrivono al presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, per chiedere come comportarsi nelle prossime due settimane, ovvero prima che entri in vigore la par condicio. Ammesso che il Parlamento faccia in tempo ad approvarla visto che i lavori della Vigilanza vanno a rilento. Dunque la Rai potrebbe vivere la prima fase della campagna elettorale senza par condicio. Per la gioia di Berlusconi, che ieri è tornato ad attaccare le regole sulle presenze in tv e ha ammesso di volere un rinvio delle elezioni per inondare quanto possibile il piccolo schermo. Si muove invece l’Autority per le comunicazioni, che domani stornerà il regolamento che indice la par condicio per le reti private come Mediaset. Le regole sulla presenza in tv dei politici scattano con l’indizione dei comizi, ovvero i13 o il 10 gennaio a seconda che si voti il 17 o il 24 febbraio. Ma le due (o tre) settimane che mancano all’inizio ufficiale della campagna elettorale rappresentano una “zona grigia” piena di rischi per il pluralismo dell’informazione politica. Come dimostra l’ esondante Berlusconi che dilaga con il Tg5 che costruisce un servizio sui “successi” del suo governo, il Tg4 che tracima con l’integrale della presentazione integrale da parte del Cavaliere del libro di Vespa. E Poi la telefonata a Belpietro, “l’intervista” con Barbara D’Urso, la presenza a Quinta Colonna e infine lo show del Cavaliere di ieri sera a Porta a Porta. La Tarantola e Gubitosi dunque scrivono a Zavoli: «Nell’attuale e delicata fase politico-istituzionale emerge l’esigenza di garantire il pluralismo informativo e limitare al massimo forme di soggettività che possono provocare polemiche e dissapori tra le forze politiche. È nostro obiettivo che la Rai dia prova di assoluta equidistanza, imparzialità e correttezza». Per questi chiedono «specifiche indicazione da parte della Commissione Parlamentare (la Vigilanza Rai, ndr) nell’attuale periodo antecedente la par condicio».
La richiesta plana nella riunione di ieri della presidenza della Vigilanza. Zavoli non c’è, ancora fuori gioco per là violenta rapina subita quindici giorni fa. E i rappresentanti dei partiti in vigilanza se ne lavano le mani grazie al centrodestra: «Quando si parla di televisione e Berlusconi è impossibile trovare un accordo», racconta chi ha partecipato alla seduta. E così la proposta di risposta da inviare ai vertici Rai è blanda: «Uniformatevi ai criteri di obiettività con il maggior rigore possibile», è il sunto. Ma la Vigilanza grazie a Lega e Pdl rischia di farla grossa. Nella riunione di ieri quelli del Carroccio, guidati da Caparini, appoggiati dai fedelissimi del Cavaliere (per il Pdl c’era Lainati) hanno chiesto un rinvio della discussione sulla par condicio. Fatto sta che la Vigilanza rischia di non sfornare il regolamento sulla presenza dei politici in Rai in tempo per l’avvio ufficiale della campagna elettorale. Tanto che il centrista Roberto Rai chiederà ai colleghi di lavorare durante le vacanze di Natale per farsi trovare pronti all’appuntamento. Di televisioni private invece si occupa l’Agcom. L’Autorità domani, come previsto dalla sua agenda, approverà il suo regolamento sulla par condicio. Non sono previste sorprese, con un periodo iniziale che assicurerà un equilibrio di presenze tra i partiti rappresentati in Parlamento e un secondo in cui saranno regolamentate anche le liste che non siedono alle Camere. Ma nell’Authority in molti riconoscono che Berlusconi sta «sfruttando» il periodo pre-elettorale per invadere la tv. Al momento reazioni non sono in agenda. Ma si ricorda che dal 2006 è in vigore una delibera che introduce la “par condicio non elettorale”, un periodo di trenta giorni che precede l’avvio della campagna elettorale con regole ordinarie, “rinforzate”. Inviati di questa regola l’Agcom, potrebbe farlo già domani, verificherà gli spazi televisivi dei singoli politici. Con la possibilità di sanzionare le presenze di Berlusconi e di imporre un riequilibrio a Mediaset.