Pubblicato il 18/12/2012, 11:30 | Scritto da La Redazione

RAI: REGALI MODESTI PER I DIRIGENTI, ANCHE QUESTO È SERVIZIO PUBBLICO

RAI: REGALI MODESTI PER I DIRIGENTI, ANCHE QUESTO È SERVIZIO PUBBLICO
Prosegue la via della «normalizzazione» della Rai anche a Natale. Gubitosi ha inviato una circolare ai dipendenti in cui si impongono divieti sui regali natalizi. Questo per non «generare potenziali aspettative di trattamenti preferenziali o compromettere l’azienda in termini di correttezza, imparzialità e sobrietà». Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 45, di Paolo Conti. REGALI MODESTI PER […]


Prosegue la via della «normalizzazione» della Rai anche a Natale. Gubitosi ha inviato una circolare ai dipendenti in cui si impongono divieti sui regali natalizi. Questo per non «generare potenziali aspettative di trattamenti preferenziali o compromettere l’azienda in termini di correttezza, imparzialità e sobrietà».

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 45, di Paolo Conti.

REGALI MODESTI PER I DIRIGENTI RAI: ANCHE QUESTO È SERVIZIO PUBBLICO
La via della «normalizzazione»
della Rai può passare anche per il Natale. Ne è evidentemente convinto il direttore generale Luigi Gubitosi che ieri ha inviato una lettera circolare ai dipendenti in cui si impongono divieti (non semplici «inviti») sui regali natalizi. Primo: vietato sostenere spese per «omaggi, regali o benefici», eventuali eccezioni andranno sottoposte «e argomentate» alla direzione generale che potrà «rilasciare una specifica autorizzazione». Secondo. Vietato accettare regali superiori ai 150 euro di valore. Se dovessero arrivare, due strade: consegnare l’oggetto all’azienda o versare il controvalore al Segretariato Sociale Rai. Tutto questo per non «generare potenziali aspettative di trattamenti preferenziali o compromettere l’azienda in termini di correttezza, imparzialità e sobrietà». Gubitosi e la presidente Anna Maria Tarantola lo avevano detto, arrivando: la Rai deve diventare un’azienda «normale». Capace di vietare che un regalo natalizio possa rappresentare un «aiuto» per «scegliere bene» una produzione esterna, un fornitore. O, specularmente, che un regalo partito dalla Rai veicoli messaggi che col Servizio pubblico nulla hanno a che fare. L’idea è eticamente più che corretta, nulla da dire. A patto che sia un’esortazione verso la via di una più generale «normalità» attesa dagli utenti-cittadini. Per esempio che certi Tg non siano mai più araldi ottusi del governo in carica: sotto qualsiasi maggioranza politica e con qualsiasi direttore. O che Raidue, dopo tante promesse proprio di Gubitosi, ritrovi lo spazio informativo di prima serata lasciato vuoto da Michele Santoro e incredibilmente occupato, in autunno, da Emanuele Filiberto e i suoi eroi in viaggio. Che i contenitori di intrattenimento finiscano, una volta per tutte, di impastare tv del dolore e dei delitti per far lievitare l’Auditel. Che le produzioni interne Rai aumentino sempre più sottraendo potere (anche editoriale) ai produttori-padroni esterni. Se avverrà tutto questo, il divieto sui regali avrà un senso autentico. E nessuno potrà ironizzare.