Pubblicato il 17/12/2012, 11:32 | Scritto da La Redazione

PAOLO BONOLIS: «BASTA CON LA TV FOTOCOPIA»

PAOLO BONOLIS: «BASTA CON LA TV FOTOCOPIA»
In un’intervista con Renato Franco del “Corriere della sera”, il conduttore parla del successo di “Avanti un altro!” e della tv che gli piace guardare. Senza farsi mancare qualche battuta sulla politica. Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 35, di Renato Franco. Bonolis: «Basta con la tv fotocopia» Il suo programma «Avanti un altro!» scala […]

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In un’intervista con Renato Franco del “Corriere della sera”, il conduttore parla del successo di “Avanti un altro!” e della tv che gli piace guardare. Senza farsi mancare qualche battuta sulla politica.

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 35, di Renato Franco.

Bonolis: «Basta con la tv fotocopia»

Il suo programma «Avanti un altro!» scala lo share. «In onda dico spesso scemenze, potrei fare politica». Il conduttore premia «XFactor» e sogna un documentario che faccia anche ridere.

Un anno fa li aveva chiamati «palinsisti», palinsesti sempre uguali. È cambiato qualcosa? «In tv non è cambiato niente. Spesso vengono riproposte cose che non appartengono alla nostra cultura ma a quella sorta di omogeneizzazione globalizzata del prodotto tv che è il format. Il format prevede che a tutti piacciano le stesse cose, ma ciò che può appassionare il pubblico belga, non vedo perché debba piacere al pubblico italico». Paolo Bonolis, 51 anni, è tutte le pre-sere (alle 18.50) su Canale 5 con Avanti un altro!, un po’ gioco, un po’ quiz, che dai 2 milioni e 500mila spettatori di settembre è salito a oltre 4 milioni e 600mila, passando dal 17% di share a oltre il 21% di media. Un prodotto italico, come piace al conduttore che ama le parole ricercate: «È un successo enorme. Mi piace che sia un prodotto nostro (ideato da Bonolis e Santucci, prodotto da Endemol, ndr), nato da un’idea priva di antenati, e con questo intendo dire che non è un format acquistato. Non c’era un prodotto simile e lo abbiamo confezionato sulle nostre corde. Stiamo andando benissimo in un territorio difficilissimo come quello del preserale dove la televisione è inerziale, ossia è una tv di abitudine, e l’abitudine dei nostri dirimpettai (L’eredità di Carlo Conti, ndr) era fortissima, con ascolti giganteschi. Eppure sono due edizioni dove siamo riusciti ad andare spesso sopra di loro, pur con un traino inferiore al loro e con un carico pubblicitario che è due terzi in più rispetto al loro».

Qual è il segreto?

«È una trasmissione che ci corrisponde, priva di qualunque ortodossia. Ha i suoi paletti di meccanismo precisi, ma il contenuto racconta qualcosa che in tv si vede molto raramente, cioè un universo parallelo, un mondo nel quale prevale la fantasia, l’anarchia delle regole, la voglia di non recitare il mantra televisivo classico».

Registra due puntate al giorno, spesso 5 giorni a settimana, va a braccio e senza copione. Permetta di scherzare: le vengono naturali tutte le scemenze che dice in trasmissione?

«Sì, potrei far tranquillamente la politica».

Si vedrebbe con una spalla diversa da Laurenti?

«Io sto bene anche da solo, l’altro deve essere qualcuno che aggiunge qualcosa, come Luca. Molto spesso vedo conduzioni a due voci dove uno non rafforza l’altro, è un processo di divisione invece che di moltiplicazione. Uno dice i sostantivi, l’altro dice i verbi».

Un programma che l’ha sorpresa?

«Mi ha sorpreso la qualità realizzativa di XFactor. È un genere che non mi piace, ma è fatto veramente bene con qualità, cura e attenzione, in una splendida confezione. Una qualità insolita per la nostra televisione».

Farebbe il giudice?

«No, non conosco così bene la musica. E poi ci sono già loro».

C’è un conduttore che non le piace?

«Tutti quelli che preferiscono essere addomesticati dal mezzo, piuttosto che addomesticarlo».

Progetti futuri?

«Sto pensando all’idea di un programma di divulgazione divertente. I documentari sono appassionanti, però non si ride mai. Il mantra didattico ti ipnotizza ma non ti lascia niente dentro soprattutto se di fronte hai un pubblico giovane. Credo invece si possa raccontare e stupire lasciando a chi ascolta la possibilità di divertirsi».

Sanremo potrebbe slittare per elezioni.

«Sono d’accordo con Aldo Grasso, è assurdo che si possa togliere l’unica festa istituzionale italiana a favore di talk show politici. La politica dovrebbe servire il nostro Paese ma in realtà avviene il contrario».

C’è chi si è arrabbiato per la battuta della Littizzetto su Berlusconi.

«È assurdo che si possa entrare in fibrillazione e alzare gli scudi per una battuta. Mi immalinconisce tutto questo. Quanto è fragile tutto ciò che teme la parola altrui».

Al netto del cambio di idea di Berlusconi a giorni alterni, che ne pensa del confronto Berlusconi-Bersani?

«Mi fa sorridere, chissà cosa ci diranno di nuovo nel momento in cui dibatteranno tra loro rispetto a quello che son 20 anni che sentiamo. Sarebbe stato bello vedere facce nuove, come Renzi per esempio, una persona che non dovendo giustificare i suoi errori precedenti potesse immaginare di farne di nuovi (e ride, ndr)».