Pubblicato il 14/12/2012, 12:48 | Scritto da La Redazione

MASSIMO GILETTI: «È ORA CHE ANCHE IO ABBIA UN’ARENA DI PRIMA SERATA»

MASSIMO GILETTI: «È ORA CHE ANCHE IO ABBIA UN’ARENA DI PRIMA SERATA»
In un’intervista al quotidiano “Il Giornale”, il conduttore di Rai1 racconta delle sue ambizioni di prime time, dopo il grande successo “dell’Arena” e degli speciali sui cantanti. Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 34, di Paolo Scotti. «È ora che abbia anch’io un’arena di prima serata» L’intervista a Massimo Giletti. Il conduttore, dopo i successi della […]

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In un’intervista al quotidiano “Il Giornale”, il conduttore di Rai1 racconta delle sue ambizioni di prime time, dopo il grande successo “dell’Arena” e degli speciali sui cantanti.

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 34, di Paolo Scotti.

«È ora che abbia anch’io un’arena di prima serata»

L’intervista a Massimo Giletti. Il conduttore, dopo i successi della domenica e degli speciali sui grandi cantanti italiani, sta studiando progetti per nuovi talk.

E pensare che all’inizio durava solo ventiquattro minuti. «E nove anni dopo arriva a due ore e mezza». All’inizio era solo la terza e più piccola parte di Domenica in. Oggi ne è il fulcro, il traino dominante. Perfino lui, all’inizio, era solo un bravo presentatore. Oggi, grazie ai cronometrici successi dell’Arena, Massimo Giletti è diventato uno dei punti di forza dell’ azienda Rai. Al punto che nel pieno di un altro successo: i quattro speciali sui divi della canzone (sabato quello dedicato a Modugno: Penso che un sogno così) con sempre maggiore insistenza si parla di un suo futuro, e ancor più intensivo, utilizzo.

Si dice che a Giletti, nella prossima stagione tv, toccherà l’informazione quotidiana del pomeriggio. O magari una serale. Il diretto interessato che ne dice?

«Dico che tutto è possibile. Di sicuro c’è che a marzo scade il mio contratto; che proseguirò l’Arena fino a giugno; e che fin d’ora mi dichiaro disponibile ad un nuovo progetto. Io amo i programmi d’informazione; ma è la Rai, a sapere qual è la strada giusta per me. E a gennaio arrivano i nuovi direttori di rete…».

Ma se davvero le affidassero «La vita in diretta» ad esempio o addirittura un talk di prima serata, che fine farebbe l’Arena?

«Le cose ben fatte son quelle fatte una alla volta. Già la conduzione degli speciali musicali in contemporanea al talk della domenica, è stata una sfida temeraria. No: sia pure con dolore dovrei abbandonare l’Arena».

Che pure le è prodiga di soddisfazioni. Una volta in tv la domenica pomeriggio era puro e sacrosanto svago; con lei anche nel giorno del Signore si parla di ciò di cui già s’è parlato per tutta la settimana. Come fa?

«Tutto dipende da come ne parli. Ed io all’approfondimento giornalistico nel pomeriggio della domenica ho sempre creduto. Certo: è stata dura abituarvi gli spettatori; per riuscirci ho dovuto passare anche sotto le criticabili forche caudine delle baruffe (senza mai arrivare al trash delle risse vere e proprie, però). E oggi dell’Arena sono fierissimo. È un prodotto interno alla Rai, senza appalti, un punto chiave negli introiti pubblicitari, uno spazio cui accedono con tranquillità i grandi personaggi (ultimamente Passera, Casini, Renzi, Bersani) perché sanno che a condurla c’è uno che lì non ce l’ha messo nessuno; che non deve risponderne a chicchessia. E domenica prossima, forse, ospiteremo personaggi dell’ area di Grillo».

Sembra che sia stato il successo dei primi speciali su Dalla e Battisti a muovere la Rai ad affidargliene (dopo quello su Modugno) ancora un quarto, dedicato a Mia Martini.

«È così. Lì la carta vincente non è stata sfruttare l’ormai palese moda degli show canterini ad effetto nostalgia; quanto di far testimoniare a personaggi famosi ricordi e note di costume. Così sabato, a parlare (e a cantare) di Modugno, saranno Massimo Ranieri cui Mimmo profetizzò un radioso avvenire quando aveva solo nove anni – Toto Cutugno – cui Mister volare assicurò per L’italiano grande successo – e Lino Banfi, che di Modugno fu stretto amico. Infine, a dimostrare la modernità di quelle canzoni verrà Emma».

A proposito di prezzi: è vero che i suoi speciali sono costati molto poco?

«Siamo ben al di sotto dei trecentomila euro a puntata. Circa un terzo del costo medio delle altre prime serate. Anche questo un modo per tornare a produrre all’interno della Rai; ma mantenendo alta la qualità».

Insomma: questo è il momento d’oro di Massimo Giletti. Dica la verità: qualche volta non ha l’impressione che sia giunto un po’ tardi?

«Io mi do’ da fare solo per i progetti in cui credo. E non sempre riesci a trovarne. Inoltre non ho fretta; non mi divora la smania di comparire; non mi piace adeguarmi. Ho sempre rifiutato di prender parte ai reality, ad esempio, anche quando questo voleva dire fama e quattrini. E poi non ho un agente alle spalle, di quelli potenti, che significano peso ed appoggio. Perché? Perché mi piace rispondere solo ame stesso. E al mio direttore di rete».