Pubblicato il 07/12/2012, 17:05 | Scritto da La Redazione

MA PERCHÉ TERENCE HILL PIACE COSÌ TANTO?

Con gli occhi azzurri, rassicurante, perfetto per le fiction di Rai1, ma indistinguibile tra “Don Matteo” e “Un passo dal cielo”. Fenomenologia dell’attore campione d’ascolti.

In una scena di Un passo dal cielo, Terence Hill, nella parte di Pietro, ispettore forestale a cavallo, spiega che perdonare è come scalare una montagna di 8mila metri. È dura, ma alla fine dell’impresa ci si rende conto che era un’esperienza significativa, che non poteva non essere compiuta. Ora, a parte la banalità del testo e della sceneggiatura, quella frase Terence Hill l‘avrebbe potuta tranquillamente dire anche in Don Matteo, dove interpreta il ruolo del famoso prete in bicicletta. E magari l’avrà sicuramente detta. Anzi. Un attento telespettatore potrebbe trovare senza difficoltà analogie strettissime tra gli episodi di Don Matteo e quelli di Un passo dal cielo. Ma non è tanto questo quello che sorprende. Ciò che stupisce è come sia possibile il successo di un attore come Terence Hill, che recita monoliticamente.

Se Sergio Leone diceva di Clint Eastwood che questi aveva solo due espressioni: una col cappello, l’altra senza cappello. Si potrebbe dire che Terence Hill ha un’unica espressione. Sempre la stessa. Uguale nella parte di Pietro. Uguale nella parte di Don Matteo. Ma allora perché questo incredibile successo? Terence Hill viene dai fotoromanzi e ha gli occhi azzurri. Terence Hill è rassicurante. Terence Hill è il bene che alla fine sconfigge il male.  Terence Hill non fa sesso. Terence Hill non ha sesso. Terence Hill è un angelo. Terence Hill è la buona coscienza. Terence Hill è il manifesto della fiction di Rai1. Terence Hill è «gli italiani brava gente». L’ipocrisia del nostro piccolo Paese provinciale affonda nello sguardo di quegli occhi azzurri.

 

Vitangelo Moscarda

 

(Nella foto Terence Hill)