Pubblicato il 05/12/2012, 14:25 | Scritto da La Redazione

JACOPO SARNO: «FESTEGGIO CON LO ZECCHINO, POI IN TEATRO CON “FULL MONTY”. MA NON RESTERÒ NUDO IN SCENA»

Il conduttore sarà alla guida dello Zecchino D’Oro Show, in onda su DeAKids sabato alle 20.30. Il 29 gennaio debutterà al Sistina nel musical ispirato al film sui disoccupati che per vivere si trasformano in stripper.

Lo Zecchino d’oro è andato in scena su Rai1 a fine novembre nella sua collocazione canonica pomeridiana. Il mago Zurlì ha fatto le sue consuete rimostranze, i bambini hanno cantato, si sono esibiti, hanno gareggiato, uno ha vinto, tutti gli altri hanno perso.  È la vita, kids.

Ora è tempo di festeggiare e su DeaKids sabato alle 20.30 Jacopo Sarno riporterà in tv piccoli cantanti dell’ultima edizione, invitati alla Zecchino d’oro Show, per esibirsi e divertirsi al cospetto di un gruppo di ascolto d’eccezione composto dallo chef Spyros, dal tenore Matteo Macchioni, dal dogtrainer Simone Dalla Valle in compagnia di Shaka, dall’amica dei piccoli Adriana Cantisani&TINO, il puppet di DeAJunior. Ciliegina sulla torta: Cristina D’Avena che si esibirà nel suo cavallo di battaglia, Il Valzer del Moscerino, 44 anni dopo averlo interpretato allo Zecchino. «È soprattutto una festa della musica e del gioco – sottolinea Jacopo Sarno –  La gara di canzoni è già andata in scena sulla Rai, hanno già gareggiato, anche se tra bambini non ci sono né vincitori né vinti».

Si riferisce alle polemiche legate al crudele meccanismo che porta i bambini a sfidarsi in diretta tv?

«I bambini non gareggiano tra di loro, vengono allo Zecchino a cantare, giocare, divertirsi e a imparare gli uno degli altri.  In gara ci vanno le canzoni che interpretano, sono gli autori a sfidarsi, i bambini le cantano e basta. Non c’è competizione, il tour dello Zecchino non è una caccia al talento, ma una ricerca dei bambini giusti per determinate canzoni in gara. Tanto è vero che sono stati scartati bambini bravissimi, perché magari non erano adatti a quella canzone o a nessuna delle dodici canzoni in gara».

Quindi lo Zecchino e programmi come Ti lascio una canzone sono imparagonabili?

«Totalmente imparagonabili. Da noi i bambini fanno i bambini, cantano da bambini e non gareggiano fra loro. Lo stesso modo di cantare è da bambini, richiama il gioco e non il virtuosismo. E poi lo Zecchino non vuole essere un trampolino per nessuna carriera. Il nostro è un gioco, se uno vuole usarlo per costruirsi un futuro non è la scelta giusta».

Come giudica Ti lascio una canzone?

«Non mi permetto di giudicare un programma che funziona. Anche io ho cominciato a lavorare in questo mondo da piccolo, recitavo in Io e la mamma, però ho avuto un’infanzia normale, i miei genitori mi hanno tenuto con i piedi  per terra, ho frequentato una scuola nomale, nessuno mi ha mai detto sarai una star, infatti ho fatto un passo per volta, mi sono costruito un mestiere che spero mi darà da vivere per il prossimo futuro. I bambini devono giocare e fare i bambini. Un bambino di quattro anni non può cantare Perdere l’amore».

Crede che siano i genitori la causa di certi bambini-star?

«Quando si lavora con i piccoli si spera sempre che i genitori abbiano i piedi per terra, come li hanno i loro figli, che pensano solo a giocare e non a diventare star. Per i genitori portare i propri figli allo Zecchino è gran sfacchinata, anche perché spesso tutta la famiglia si trasferisce a Bologna per vedere il loro piccolo orgoglio».

Per la sua carriera cosa significa la conduzione dello Zecchino d’Oro show?

«E’ un passaggio molto importante, è la prima volta che conduco un programma dal vivo, con uno studio e un pubblico in sala. E a stretto contatto con tutti questi bambini che non hanno peli sulla lingua. I piccoli sono i partner più difficili, ma anche i più divertenti».

Gestire i bambini in una lunga trasmissione non è affatto facile…

«Ho imparato a conoscerli nel tour delle selezioni per lo Zecchino, per cui sono arrivato preparato. Se a un certo punto decidono di non parlare perché magari non gliene frega niente, loro non parlano, punto. Non puoi farci niente, devi  acchiapparli con qualche trucchetto, cercando di divertirti tu».

Come si è preparato a questa serata?

«Ho studiato gli altri conduttori».

Quali?

 «Chiaramente Paolo Bonolis, ma anche Alberto Angela».

Scusi?

«Lo so che è strano, però quello di Angela è un tipo di linguaggio molto chiaro ed è alla portata dei bambini, anche più piccoli.  Detto questo io sono me stesso, non imito nessuno».  

Dopo lo Zecchino che impegni ha?

«Sto lavorando a un singolo, una canzone mia con la collaborazione di due dj, continuo a fare regie per video musicali e poi il 29 gennaio debutto in teatro nel musical Full Monty».

Quindi finirà nudo sul palco, tutti ricordano la scena finale di quel film…

«Io non mi spoglierò nello spettacolo, perché interpreto il figlio di Pietro Sermonti. Lui lo strip non lo fa, però nel cartellone, sono finito mezzo nudo anche io».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Jacopo Sarno)