Pubblicato il 01/12/2012, 15:02 | Scritto da La Redazione

INTERVISTA DOPPIA: ALESSANDRO SAMPAOLI E DEBORA VILLA, VINCITORI DI “PECHINO EXPRESS”

TVZOOM ha realizzato un’intervista doppia con i vincitori del fortunato game show di Rai2: tra difficoltà, gioie e timori iniziali, i due attori hanno ripercorso le tappe del loro viaggio, svelando inediti retroscena.

Se lo venisse a sapere il loro direttore De Marinis, a Camera Cafè, scatenerebbe il finimondo: Patty e Silvano seminano gli avversari e si aggiudicano Pechino Express, viaggiando dall’India alla Cina. Ma lui non verrà a saperlo. Perché i veri vincitori del game show di successo di Rai Due sono Alessandro Sampaoli e Debora Villa, vantano un robusto curriculum che va oltre la sit-com di Italia Uno, e il loro trionfo nel programma condotto da Emanuele Filiberto li ha affrancati dal cliché televisivo mostrandone al grande pubblico la vera personalità.
L’esperienza di Pechino Express ha soddisfatto le vostre aspettative iniziali?
Alessandro Sampaoli: «Confesso che all’inizio io non avevo tante aspettative. Magnolia ci ha contattati un mese circa prima di partire. Per quanto mi riguardava, sapevo solo che dovevo viaggiare e non vedevo l’ora di farlo, perché da un po’ coltivavo l’idea di un viaggio extraeuropeo. Così ho accettato subito. È stata un’esperienza incredibile, a parte il caldo allucinante».
Debora Villa: «Per me l’esperienza è andata ben oltre ogni tipo di aspettativa e immaginazione. Non avevo avuto modo di viaggiare fino a prima di Pechino Express. Soprattutto, non in quel modo».

Qual è il luogo che vi ha maggiormente affascinato?
Alessandro Sampaoli: «L’India e il Nepal. Due luoghi molto diversi rispetto a quelli che un occidentale è abituato a vedere. Specie per la natura e la vegetazione. Ma anche per il modo di vivere. Le città dell’India sono pazzesche, ancora non mi spiego come possano mantenere un loro ordine in un caos tremendo. Il traffico è disumano, il brulicare della gente, anche. Eppure, le persone riescono a conservare una grazia innata in tutto quello che fanno. Sembrano immuni da ogni difficoltà».
Debora Villa: «Mi è rimasto nel cuore il Nepal. I suoi colori, i paesaggi mozzafiato, i cieli azzurri, ma di un azzurro spettacolare, quasi irreale». 
Qual è stato il momento più duro di tutta l’avventura?
Alessandro Sampaoli: «Non è stato un episodio documentato dalle telecamere, ma ricordo con terrore una notte trascorsa in un villaggio cinese. A un tratto, alcuni abitanti del villaggio hanno iniziato a inveire contro di noi e cacciarci dal nostro alloggio. Dopodiché, ci hanno pedinati lungo un sentiero totalmente buio. Erano membri del Governo, in Cina ci sono parecchie restrizioni. Il problema era che non riuscivamo a farci capire, abbiamo temuto davvero il peggio».
Debora Villa: «Confermo, quell’episodio è stato spaventoso. Per quanto mi riguarda, però, il momento più duro è stato l’approccio con gli autobus in Nepal. Tutti i passeggeri parevano inconsapevoli di poter morire da un momento all’altro. Ci muovevamo lungo sentieri ripidi senza alcuna protezione. Alcuni passeggeri erano appollaiati sul tetto dell’autobus, che poi era una specie di scivolo, sdraiati. Sarebbe bastato uno scossone per farli precipitare. In posti del genere, si spostano i parametri del pericolo. Basti pensare che a Milano, solo per andare in bicicletta, ci si attrezza di tutto punto, con caschi, protezioni etc.».
Vi aspettavate di arrivare fino in fondo?
Alessandro Sampaoli: «All’inizio, non ci avevo nemmeno pensato. Proseguendo con il percorso, e rimanendo in gara, ho capito che arrivare in fondo mi sarebbe piaciuto. Il fatto poi di non vincere un vero e proprio premio, dava ancor più soddisfazione alla gara. Ci si è confrontati con l’adrenalina di concludere l’esperienza».
Debora Villa: «Neanche per sogno! Ho cominciato ad assaporare il piacere di arrivare in fondo solo quando ci si avvicinava alla finale. In generale, io ho un rapporto gioioso con le gare, non ho mai un approccio competitivo. Per me, un avversario è qualcuno con cui condividere un percorso».
A proposito di gara e di avversari: quali coppie di concorrenti vi hanno maggiormente colpiti?
Alessandro Sampaoli: «Siamo stati bene con tutte le coppie. Mi hanno colpito gli sportivi, per il loro approccio davvero agonistico alle prove fisiche. Poi, sono stati molto gentili quando ci hanno ripescati. Mi hanno stupito le veline, che non conoscevo: simpatiche, alla mano. Anche i ballerini».
Debora Villa: «Le veline sono adorabili. Il loro carattere va contro ogni stereotipo delle bellone che se la menano. Loro sono proprio il contrario. Sono ragazze ventenni, con tutte le caratteristiche della loro età. A parte il fatto che non sanno una cippa di inglese! (Ride, nda). Sono state brave nel confrontarsi con le avversità: non scordiamolo, si trattava di una coppia tutta al femminile, molto giovane, in ambienti dove le donne rischiano di trovarsi muri in faccia giganti».
Come è stato mangiare scorpioni, serpenti, cavallette e affini?
Alessandro Sampaoli: «Non me lo ricordare, quella è stata una bastardata degli autori! Per fortuna le schifezze peggiori le ha mangiate Debora, io mi sono defilato, con la scusa di aver già portato lo zaino. Ho assaggiato il serpente: somiglia al nostro baccalà, ma non è salato e, masticandolo, ci si ritrova in bocca una serie di vertebrine poco gradevoli».
Debora Villa: «Il serpente, in effetti, potrebbe ricordare la nostra anguilla. Ho assaggiato il geco, la lucertola. Però, lo confesso, mi ha fatto molta più impressione la zuppa che ci hanno preparato quando eravamo in India. Senza contare che anche la colazione cinese, in certe zone, non era proprio il massimo».
Come vi definireste l’un l’altra?
Alessandro Sampaoli: «Debora è un vulcano, una personalità istintiva. Assieme ci compensiamo, io sono stato il più riflessivo dei due».
Debora Villa: «Alessandro è un figo pazzesco! Un duro, tenace fino alla fine».
Pechino Express vi ha aiutati a sdoganare definitivamente la vostra immagine tv presso il grande pubblico, mostrando la vostra vera personalità, rispetto ai ruoli tradizionali, penso a Camera Cafè
Alessandro Sampaoli: «Ci ha affrancati dal cliché presso il grande pubblico. Senza contare che io, benché non mi dia fastidio essere etichettato con il personaggio di Silvano, fisicamente c’entro poco con l’attitudine da imbranato cronico. Però le cose belle non ti intrappolano, l’esperienza di Camera Cafè è stimolante».
Debora Villa: «Il pubblico ha avuto modo di vedere noi, le nostre vere personalità, non due personaggi. Il fatto poi di conoscerci da prima del viaggio, ci ha aiutati molto».
Un sogno nel cassetto professionale? Oltre ai progetti in divenire…
Alessandro Sampaoli: «Mi piacerebbe prendere parte a due tipologie di film. Il primo, un classico thriller all’americana. Il secondo, un film con personaggi forti, magari in costume. Un ruolo da imperatore, perché no? Nel frattempo, in questo periodo sono in tournee teatrale».
Debora Villa: «Mi piacerebbe essere la protagonista di una commedia esilarante per il cinema. Come vedi, a volte sono egocentrica! Nel frattempo, sto lavorando alla seconda serie di Benvenuti a Tavola, partirà la mia tournee teatrale a marzo/aprile. Non sto ferma un attimo, ho sempre mille idee in testa».
Come avete cominciato a recitare?
Alessandro Sampaoli: «Vedendo una mia amica a teatro. Da lì, mi è balenata l’idea di provare. Mi sono iscritto alla compagnia Quelli di Grock e ho cominciato a fare le prime cose. Qualche spettacolo, qualche pubblicità, utile sul piano economico e per iniziare a carburare».
Debora Villa: «Ho cominciato tardi a fare sul serio, quando ho iniziato col cabaret avevo 28 anni. Prima ero stata animatrice nei villaggi turistici, avevo fatto piccole cose. Non credevo di poter lavorare a tempo pieno come attrice».
Se vi proponessero un altro reality?
Alessandro Sampaoli: «Non ho vissuto Pechino Express come un reality. Altrimenti non avrei accettato, non è nelle mie corde. Per esempio, all’Isola dei Famosi non mi ci sarei mai visto, non per snobismo, sia chiaro, ma per incapacità nel gestire quelle situazioni». 
Debora Villa: «Un game show fa sembrare un protagonista un eroe, un pioniere. Un reality rende il protagonista svilito nel suo essere. Anche per me, mai e poi mai cose tipo Isola dei Famosi».

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Alessandro Sampaoli e Debora Villa)