Pubblicato il 28/11/2012, 12:34 | Scritto da La Redazione

LA TV MIGLIORE È PRODOTTA IN DANIMARCA

LA TV MIGLIORE È PRODOTTA IN DANIMARCA
Gian Paolo Accardo, sul sito di “Internazionale”, analizza i vari mondi televisivi europei, scoprendo che molto a Nord esistono eccellenze incredibili. Rassegna stampa: Internazionale.it, 26 novembre 2012, di Gian Paolo Accardo. Campioni d’Europa Dove viene prodotta la tv migliore d’Europa? Non nel Regno Unito. Non in Francia e nemmeno in Germania. Ma in Danimarca. Almeno […]

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Gian Paolo Accardo, sul sito di “Internazionale”, analizza i vari mondi televisivi europei, scoprendo che molto a Nord esistono eccellenze incredibili.

Rassegna stampa: Internazionale.it, 26 novembre 2012, di Gian Paolo Accardo.

Campioni d’Europa

Dove viene prodotta la tv migliore d’Europa? Non nel Regno Unito. Non in Francia e nemmeno in Germania. Ma in Danimarca. Almeno stando al successo che le produzioni danesi stanno avendo nel Vecchio continente, e altrove.

Niente di strano quindi se domenica 25, mentre gli italiani si chiedevano chi avesse superato il primo turno delle primarie del PD e i catalani se si stesse aprendo la strada verso l’indipendenza, un danese su tre era davanti al televisore per l’ultima puntata di Forbrydelsen, The Killing in italiano. E l’indomani, l’evento era in prima pagina di tutti i giornali.

Le vicissitudini della detective dall’immancabile maglione delle isole Fær Œr Sarah Lund hanno tenuto con il fiato sospeso un paese intero, così come a suo tempo quelle della premier Birgitte Nyborg, protagonista di Borgen, la cui seconda serie è cominciata la settimana scorsa su Arte e la terza dovrebbe andare in onda a primavera in Danimarca.

In Francia è sugli schermi da un paio di settimane En Kongelig Affære, di Nikolaj Arcel, splendido dramma storico sulla vicenda del re Christian VII e del suo consigliere illuminista Johan Friedrich Struensee (di cui vi lascio immaginare come si pronuncia il nome), e Jagten, di Thomas Vinterberg, entrambi con l’ottimo Mads Mikkelsen. Entrambi dello studio Zentropa, da cui sono usciti i migliori film danesi degli ultimi anni.

Il successo di queste serie andrebbe cercato nell’impulso che il gruppo di registi di Dogma 95 ha dato al cinema danese, a sua volta figlio dell’ascesa danese cominciata all’inizio degli anni novanta, spiegava di recente il Guardian.

Ma non solo: sta anche nella completa libertà creativa di cui godono gli autori delle sceneggiature, che lavorano per la televisione pubblica Danemarks Radio (DR), racconta Le Monde, che fa anche il legame tra la qualità dei programmi della tv pubblica danese e l’ammontare del canone (303 euro all’anno). Sta nella bravura dei registi e degli operatori, usciti dalla ormai celebre scuola nazionale del cinema di Copenaghen, che, dopo Lars Von Trier, Billie August e Thomas Vinterberg, ha anche sfornato Susanne Bier (Oscar per In a better world) e Nicolas Winding Refn (Drive). E sta nel fatto che “tra i politici, nessuno si sogna di criticare le scelte editoriali di DR”, anche se proprio i politici e i loro partiti sono al centro degli intrighi.

E a quanto pare infine il successo del cinema e della tv danesi sono anche legati a quello della cucina danese. Oggi infatti, malgrado nessuno sia in grado di citare un piatto tipico danese, i migliori chef vengono da lassù e il ristorante Noma, a Copenaghen, è stato per tre volte premiato come il migliore al mondo. Il motivo? Come spiega ancora il Guardian, ha a che fare con la Nuova cucina danese (Nkk), un movimento largamente ispirato a Dogma 95: Von Trier e compagnia hanno sostenuto l a necessità di usare accessori semplici e trovati sul posto. Nkk voleva qualcosa di simile: tecniche locali e prodotti locali di e di stagione. Hanno persino pubblicato un manifesto che promuove “la purezza, la freschezza, la semplicità e l’etica che vogliamo associare alla nostra regione”.

Insomma, un paese di sei milioni di abitanti è stato capace, in pochi anni, di diventare uno dei principali produttori di film e di serie televisive di qualità europei, di sfornare una sfilza di cuochi di prim’ordine e di inventare quello che viene considerato il miglior mix di flessibilità e di sicurezza del lavoro. Non c’è quindi da stupirsi se i danesi si considerano come le persone più felici del mondo.