Pubblicato il 26/11/2012, 14:26 | Scritto da La Redazione

LA TV CHE AVEVA UCCISO LA POLITICA. LA TV CHE HA RESUSCITATO LA POLITICA

Le Primarie del centrosinistra hanno dato nuova linfa al dibattito politico nel piccolo schermo, con un linguaggio e una grammatica più moderna. Le ammiraglie Rai e Mediaset, però, non sembrano rendersene conto.

Le Primarie del centrosinistra hanno segnato televisivamente una svolta epocale per la grammatica della politica italiana. Se il piccolo schermo, dopo anni di talk show urlati, dove arroganza e prevaricazione dell’avversario erano i tratti distintivi, aveva contribuito inevitabilmente all’allontanamento della gente dal teatrino dei palazzi, in queste ultime settimane proprio la televisione ha riavvicinato l’elettorato ai candidati. In questo new deal della politica in tv, le ammiraglie Rai e Mediaset hanno dimostrato la loro inefficacia e incapacità a reagire con prontezza agli stimoli dell’attualità. Sky Tg24, Rai News24, Tgcom24, in parte La7 e in zona cesarini Rai3, hanno raccontato con un linguaggio diverso una competizione elettorale interna a un’unica parte politica, che rappresenta però circa il 50 per cento della popolazione e che ha portato alle urne 4 milioni di italiani.

Persino il polveroso sindacato dei giornalisti, che aveva indetto uno sciopero di categoria per oggi (per il caso Sallusti), lo ha revocato in fretta e furia, rendendosi conto «l’evento Primarie» era un’ottima occasione per giornali e tv. A questo punto la speranza è di avere nel 2013 una campagna elettorale diversa dalle altre, basata su una comunicazione più reale, vicina alla gente ed efficace per l’informazione. E quindi credo che sbagli notevolmente Beppe Grillo, quando anacronisticamente invita i suoi candidati a disertare gli studi televisivi. L’innovazione del Movimento 5 Stelle potrebbe proprio naufragare in un errore strategico come questo.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto, da sinistra, Pierluigi Bersani e Matteo Renzi)