Pubblicato il 22/11/2012, 12:31 | Scritto da La Redazione

“ZELIG”, GLI AUTORI GINO E MICHELE: «PIÙ CIRCO, MENO VARIETÀ. LA SVOLTA DEL DOPO BISIO»

“ZELIG”, GLI AUTORI GINO E MICHELE: «PIÙ CIRCO, MENO VARIETÀ. LA SVOLTA DEL DOPO BISIO»
Tante novità. Il programma si trasferisce nel tendone di piazzale Cuoco. Alla conduzione Teresa Mannino e il mago Forrest. «Il 50% sarà di giovani in cui crediamo moltissimo. E per l’altra metà sarà di padri storici di “Zelig”: Ale e Franz, Paolo Cevoli, Giuseppe Giacobazzi, Ficarra e Picone» e tanti altri. In più Sconsolata e […]


Tante novità. Il programma si trasferisce nel tendone di piazzale Cuoco. Alla conduzione Teresa Mannino e il mago Forrest. «Il 50% sarà di giovani in cui crediamo moltissimo. E per l’altra metà sarà di padri storici di “Zelig”: Ale e Franz, Paolo Cevoli, Giuseppe Giacobazzi, Ficarra e Picone» e tanti altri. In più Sconsolata e i Fichi d’India.

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 44/45, di Chiara Maffioletti.

«Più circo, meno varietà. La svolta del dopo Bisio»
Il programma affidato al mago Forest e a Teresa Mannino. Gino e Michele: scelte in casa come nel Barcellona.

MILANO. Si sentono «gasati come non succedeva da anni» Gino e Michele. «Quasi pensavamo anche noi che “Zelig” potesse essere un po’ sul viale del tramonto… vedere invece tutte queste energie nuove ci entusiasma», raccontano i due autori della trasmissione, con Giancarlo Bozzo. Il merito dello slancio ritrovato va a una scossa, anzi, a «un elettrochoc. La trasmissione dopo 12 anni aveva bisogno di cambiare. L’elettrochoc ce l’ha dato Bisio andandosene e costringendoci a reinventare tutto». Nessun rancore, anzi. «Dobbiamo fargli un grande ringraziamento. E non per quello che ha fatto in questi anni, che è ovvio, ma perché è stato lui a fare un passo indietro, a chiederci di prendersi un anno sabbatico».

Solo un anno?«Questa era la sua proposta. Poi sa che se peschiamo il jolly della vita con la nuova coppia di conduttori diventa problematico, ma questi sono gli accordi: prendiamo un anno e stiamo a vedere». Ma, ribadiscono: «Claudio è socio di Zelig, anche a lui interessa tenerlo vivo». La svolta sembra già positiva: «Siamo a un mese dall’inizio. Dovendo fare un bilancio, è stata un’operazione straordinariamente felice: siamo tutti emozionati come non capitava da tempo. C’è un fervore che, negli ultimi anni, obiettivamente si era spento per colpa di nessuno. C’era bisogno di novità». Ma, a riprova che il legame con il gruppo resta, Bisio sarà ospite della prima puntata (e Paola Cortellesi dell’ultima). Nel frattempo, durante l’intervista suona il telefono di Gino: è Bisio. «Quando facciamo le prove spiegano divertiti al termine della telefonata viene lì e fa come i vecchi quando ci sono i lavori in corso: mani dietro la schiena, osserva… manca che dica “eh, ai miei tempi”… da una parte soffre come una bestia e a noi ovviamente fa un piacere incredibile», ridono. Al suo posto, sul palco di «Zelig» (che andrà in onda a gennaio sempre su Canale 5 ma il lunedì), ci saranno Teresa Mannino e il mago Forest: «Due siciliani. Abbiamo scelto in casa, nella “cantera” come fa il Barcellona. Li abbiamo testati in cabaret, fanno ridere tantissimo e in un modo diverso da prima. Son due comici e finalmente ci portano fuori dalla contrapposizione storica tra Bisio e Vanessa, Bisio e Michelle, stile pupa e secchione. Era stucchevole sentire sempre battute tipo: sei calvo, sei cretina. Che ci sono servite molto, intendiamoci. Ma non saranno più la parte dominante. In ogni caso “Zelig” deve tantissimo a tutti quelli che l’hanno condotto, a partire da Simona Ventura che l’ha sdoganato: ha trasformato una serata di cabaret in una trasmissione televisiva». Che quest’anno però, sarà tutta nuova: «Ci siamo detti: esageriamo. Già che affrontiamo la linea del cambiamento non limitiamoci alla conduzione: cambiamo tutto quello che c’è da cambiare. E così, non ci sarà più la band di “Zelig” ma quella di Giuliano Palma. Ci ha fatto sentire quattro versioni del “Demasiado corazon”, la nostra sigla, che sono una bomba». Cambia anche la location: «Lasciamo il teatro degli Arcimboldi di Milano, con grande riconoscenza crediamo reciproca: in questi cinque anni abbiamo portato tra le 300 e le 350 mila persone. Ne siamo orgogliosi: era un teatro grande che conoscevano in pochi. Torniamo ora in piazzale Cuoco, in una tensostruttura: un teatro da 2.000 posti ricostruito come fosse il tendone di un circo». Una scelta fatta per «recuperare un’atmosfera. Andare agli Arcimboldi era per mettere al centro i comici, per tornare ad ascoltarli. Ora invece riprendiamo a dare importanza al pubblico». Nuovo sarà anche il cast di comici, almeno per metà: «Il 50% sarà di volti nuovi: giovani in cui crediamo moltissimo. E per l’altra metà sarà di padri storici di “Zelig”: Ale e Franz, Paolo Cevoli, Giuseppe Giacobazzi, Ficarra e Picone, Leonardo Manera, Raul Cremona, Enrico Bertolino e Gioele Dix. In più torneranno due nomi che mancavano da dieci anni: Sconsolata e i Fichi d’India». Una formazione che li soddisfa: «C’è un mix tra nuove proposte di livello e vecchie certezze che ci fa affrontare bene questo che è comunque un salto nel buio: nell’immaginario dello spettatore “Zelig” è Claudio Bisio, inutile negarlo». «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo per offrire uno spettacolo di altissimo livello comico. Conduzione compresa». Mannino e Forest come vivono l’idea dell’anno sabbatico? «Magari si rivelano la coppia rivoluzionaria del varietà e Bisio chiederà di fare i monologhi. Scherzi a parte, Zelig è un gruppo molto unito. Intanto questa edizione l’abbiamo cucita addosso alla nuova conduzione. Del resto, avendo Teresa non potevamo immaginare di vederla cantare… è un po’ come immaginare Belén che recita: ci sono cose contronatura che non si possono forzare». E così «questa stagione sarà più cabaret e meno varietà. Un ritorno alle origini». Prima dell’ufficializzazione della nuova conduzione era partita una girandola di nomi… «Tutte cose vere. Non avevamo le idee chiare quando Bisio ci ha detto che sarebbe andato via. Non avevamo la soluzione a portata di mano: tutti i nomi erano ipotesi fondate». Anche Bonolis? «Anche Bonolis. Sempre nella fase preliminare, quando ti informi per capire se qualcuno è libero. Lui è un calibro da novanta. Poteva venire una cosa straordinaria ma c’era anche il rischio che cambiasse troppo la trasmissione: noi continuiamo a credere che Zelig debba essere una serata di cabaret ripresa dalle telecamere».