Pubblicato il 17/11/2012, 14:05 | Scritto da La Redazione

I COSTI (A VOLTE INGIUSTIFICATI) DEI PROGRAMMI DE LA7

I COSTI (A VOLTE INGIUSTIFICATI) DEI PROGRAMMI DE LA7
”Dagospia” ha pubblicato i budget dei programmi della rete di Telecom, dove ci sono format che non raggiungono il 2% di share e consumano come un programma di punta. Rassegna stampa: Libero, pagina 31, di Donatella Aragozzini. Gli spreconi de La7 Ma l’informazione tiene a galla la rete. Costi monstre per programmi senza spettatori. Si […]

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”Dagospia” ha pubblicato i budget dei programmi della rete di Telecom, dove ci sono format che non raggiungono il 2% di share e consumano come un programma di punta.

Rassegna stampa: Libero, pagina 31, di Donatella Aragozzini.

Gli spreconi de La7

Ma l’informazione tiene a galla la rete. Costi monstre per programmi senza spettatori.

Si parla tanto dei costi delle trasmissioni e dei conduttori Rai (giustamente, visto che si tratta di soldi dei contribuenti), ma spesso ci si dimentica di guardare i conti degli altri canali tv, che spendono altrettanto e con risultati d’ascolto non sempre soddisfacenti. È il caso di La7, che a quanto pare sborsa per i suoi titoli di punta – è Dagospia a rivelare gli importi – un’autentica fortuna. L’avreste mai detto che ogni puntata di «Servizio pubblico» costa ben 400.000 euro, quelle di «Crozza nel paese delle meraviglie» 340.000 euro ciascuna, mentre Corrado Formigli, con il suo «Piazza pulita», disponeva di un budget di 260.00 euro a settimana?

CHE ESBORSI! E, soprattutto, credereste mai che lo chef Gianfranco Vissani e Michela Rocco di Torrepadula, ogni volta che si muovono con il loro format itinerante «Ti ci porto io», fanno uscire dalle casse della rete ben 96.000 euro? Un esborso di denaro davvero notevole ma che, in alcuni casi, porta i suoi frutti. Nonostante il suo sia il programma più costoso, Santoro ha ad esempio il merito di aver portato alla rete una platea televisiva ottenuta finora solo dalla coppia Fazio-Saviano la sua media è di 2.711.000 spettatori con l’11,8% di share e, di conseguenza, cospicui introiti pubblicitari (tant’è che adesso probabilmente lieviteranno anche i suoi compensi, legati, da contratto, ai consensi ottenuti).

Ascolti che giustificano la spesa anche per Crozza, seguito in media dall’8,3% del pubblico tv, e per Formigli, che ha saputo fidelizzare il 5,8% dei telespettatori, anche se ci sono titoli che vanno altrettanto bene con un budget di gran lunga inferiore, come Otto e mezzo, che oscilla tra il 5 e il 6% di share costando appena 13.455 euro a puntata, e soprattutto il TgLa7, che ha a disposizione solo 21.250 euro al giorno malgrado superi, nell’edizione delle 20.00, l’8% di share. Il discorso cambia però se si considerano alcuni programmi che richiedono una somma di denaro elevata ma sono a tutti gli effetti dei flop. Quello di Vissani non supera il 2% di share, risultato che non giustifica l’esborso di quasi 100.000 euro a botta, così come sembra spropositato il costo di programmi quotidiani come «Cristina Parodi Live» (58.408 euro a puntata, per ottenere appena il 2,1% di share), «G’ Day» (39.636 euro e il 2,3%), «I menù di Benedetta» (28.159 euro e il 2,8%) e «L’aria che tira» (16.203 euro e i12,6%).

TANTA SPESA, POCA RESA. Perfino «L’infedele», pur essendo al top dei flop con un comunque dignitoso 3,4% di share media, ha un costo eccessivo se paragonato agli ascolti: se pensiamo che la coppia Luca Telese-Nicola Porro con «In onda» fa registrare neanche mezzo punto percentuale in meno ovvero il 3% di share con 29.487 euro a puntata, non si spiega perché Gad Lerner non faccia fruttare di più, in termini di Auditel, i 114.634 euro che la rete gli concede.