Pubblicato il 05/11/2012, 10:31 | Scritto da La Redazione

RAI, PROFONDO ROSSO E PROVE DI RINASCITA

RAI, PROFONDO ROSSO E PROVE DI RINASCITA
Il bilancio Rai affonda di 750 milioni: oltre il meno 20% rispetto al 2011. E sembrerebbe lo stesso segno e dimensione di quello degli spot Mediaset. Ma stavolta se per il Biscione è crisi nera, per la Rai, con i conti in rosso e meno appetibile per la politica per presidente e Dg potrebbe essere […]

Il bilancio Rai affonda di 750 milioni: oltre il meno 20% rispetto al 2011. E sembrerebbe lo stesso segno e dimensione di quello degli spot Mediaset. Ma stavolta se per il Biscione è crisi nera, per la Rai, con i conti in rosso e meno appetibile per la politica per presidente e Dg potrebbe essere più “semplice” rivedere ruolo, peso e obiettivi del servizio pubblico.

Rassegna Stampa: Affari&Finanza, pagina 10, di Stefano Carli.

Rai, profondo rosso e prove di rinascita

Neanche la grande crisi della pubblicità riesce a separare le sorti delle duopolio tv. Il bilancio Rai affonda, si parla di una raccolta pubblicitaria 2012 attorno ai 750 milioni: significherebbe oltre il meno 20% rispetto al 2011. E sarebbe la prima conferma, indiretta e non ufficiale, delle voci che vogliono anche gli spot di Mediaset a fine anno con un segno meno della stessa dimensione. Ma stavolta una differenza c’è, Se per il Biscione è crisi nera, per la Rai il risultato potrebbe non avere effetti così totalmente negativi. Presidente e Dg sono in carica dall’estate. Il nuovo capo effettivo di Sipra, il direttore commerciale, è stato nominato la scorsa settimana: è Fabrizio Piscopo, ex responsabile della raccolta pubblicitaria di Sky. Si sa che i nuovi manager come prima cosa fanno pulizia nei conti per addebitare alla vecchia gestione tutto il male e avere una base bassa per inaugurare il loro primo bilancio con un “più”. Stavolta evidentemente non devono fare grossi sforzi per mettere un profondo rosso all’ultima riga dei conti e poi possono approfittarne due volte: per loro e per l’azienda stessa. Una Rai senza più soldi è meno appetibile per la politica. E sarà più facile per Tarantola e Gubitosi far passare scelte manageriali guidate dal faro della redditività, sul fronte commerciale.
Mentre, dall’altro lato, si potrebbe iniziare a rivedere ruolo, peso e obiettivi del servizio pubblico.