Pubblicato il 25/10/2012, 10:31 | Scritto da La Redazione

CARO SANTORO, ECCO DIECI DOMANDE PER FINI

CARO SANTORO, ECCO DIECI DOMANDE PER FINI
  Il quotidiano Il Giornale si appella, con una lettera aperta, al conduttore che questa sera darà inizio al ciclo “Servizio Pubblico” su La7, alle 21.10, e che avrà ospite il presidente della Camera. Vengono indicati in un articolo 10 quesiti al quale il leader politico non ha loro risposto sulla “casa di Montecarlo”. Chissà […]

 

Il quotidiano Il Giornale si appella, con una lettera aperta, al conduttore che questa sera darà inizio al ciclo “Servizio Pubblico” su La7, alle 21.10, e che avrà ospite il presidente della Camera. Vengono indicati in un articolo 10 quesiti al quale il leader politico non ha loro risposto sulla “casa di Montecarlo”. Chissà se li ascolterà?

Rassegna Stampa: Il Giornale, pagina 9, di Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica.

Caro Santoro, ecco 10 domande per Fini

Stasera su La7 il presidente della Camera può dare le risposte da sempre evitate sulla casa di Montecarlo.

Caro Michele Santoro, scusaci il tu. Ma sei l’unica speranza rimasta per avere una risposta da Gianfranco Fini alle domande che Il Giornale, e recentemente anche Il Fatto Quotidiano, hanno posto invano al presidente della Camera. Ci affidiamo a te, che non guardi in faccia a nessuno, per fissare negli occhi il tuo ospite di stasera a Servizio Pubblico e chiedergli finalmente una versione precisa e completa sulla casa di Montecarlo. La nostra è una semplice richiesta, il conduttore sei tu. Tuo il gioco, tue le regole, tua la decisione di come utilizzare il tempo con Fini, che sulla vicenda che vede coinvolti i suoi affetti è stato fino a oggi a dir poco omertoso e contraddittorio. In passato hai dato ampio spazio alla vicenda di Montecarlo approfittando di Italo Bocchino e Valter Lavitola, ma adesso che l’Espresso inchioda definitivamente i Tulliani ai loro rapporti off -shore, forse è il caso di chiedere all’uomo che aveva promesso le dimissioni, di spiegare in contraddittorio perché non lo ha ancora fatto. Per questo ci permettiamo di suggerirti qualche domanda da porgergli stasera durante la tua trasmissione.

Gentile Presidente Fini,

1) Come tutti anche lei ha letto le ultime novità pubblicate dal settimanale L’Espresso. Le sembra normale che il passaporto della sua compagna Elisabetta Tulliani sia stato spedito via fax (nel periodo antecedente la vendita della casa di An) dall’imprenditore latitante Francesco Corallo al broker James Walfenzao, l’uomo che subito dopo perfezionò l’acquisto dell’immobile di Boulevard Princesse Charlotte con una società off-shore dei Caraibi?

2) Non le appare sospetto che via fax, sempre da Corallo e sempre verso Walfenzao, vi è la prova anche che suo cognato Giancarlo, poco prima della famosa compravendita con Walfenzao, ha costituito una società off-shore nell’isola di Saint Lucia aprendo anche un conto corrente in quel paradiso fiscale?
3) Nel 2008, lo ha detto lei nei suoi primi«chiarimenti», suo cognato individuò la casa ereditata da Alleanza nazionale nel Principato di Monaco. Poi, chissà come, individuò anche un acquirente dall’altra parte del mondo, nello stato di Saint Lucia, interessato ad acquistarla attraverso società anonime costituite ad hoc. Quindi, chissà come, alla fine c’è andato a vivere proprio lui domiciliando le sue bollette all’indirizzo monegasco di Walfenzao. Suo cognato come ha potuto organizzare la trattativa dentro il partito senza il suo interessamento?
4) Ora che c’è la prova dei rapporti tra i suoi familiari e Walfenzao (emersi grazie al sequestro della guardia di finanza a casa Corallo su mandato della procura di Milano che indaga su Ponzellini e lo stesso Corallo) come spiega la genesi di questa relazione? In altre parole chi ha presentato Elisabetta e Giancarlo a Corallo, imprenditore del gioco come a lei noto assai vicino a persone a lei molto vicine?
5) Le chiediamo ciò perché lei stesso, nel 2004, è stato in vacanza poco distante da Santa Lucia, nell’isola di Saint Marteen, «regno» di Francesco Corallo nel cui ristorante lei è stato immortalato a pranzo con altri notabili dell’ex An. Proprio per fugare definitivamente ogni dubbio può escludere che il «gancio» tra i Tulliani e Corallo siate stati Lei o il suo braccio destro, l’onorevole di Fli Checchino Proietti, beneficiario anni dopo di finanziamenti proprio da Corallo?

6) Le sue ondivaghe dichiarazioni, converrà, non hanno certo diramato le ombre su di lei e sulla carica istituzionale che ricopre. In due anni di polemiche per l’affaire immobiliare, invece di spiegare, ha preferito lamentarsi di un’ asserita campagna di delegittimazione che le si è scatenata contro. Perché invece non ha mai sentito l’esigenza di rispondere con chiarezza agli italiani su ogni punto della delicata questione sollevata dal Giornale e recentemente rilanciata da Fatto Quotidiano e L’Espresso? Nasconde qualcosa? Protegge qualcuno?
7) Lei continua a ripetere, come un mantra, che la procura di Roma ha sancito che non vi sono profili penali in questa vicenda. E dietro a questa affermazione si nasconde poco coraggiosamente. Ora, senza entrare nel merito dell’inchiesta a dir poco discutibile che l’ha vista uscire di scena senza mai essere stato interrogato e dopo essersi ritrovato indagato per un solo giorno (quello della richiesta d’archiviazione) nella vicenda in sé ci sono profili morali e politici giganteschi che lei snobba. A cominciare dall’aver lasciato che un suo parente stretto gestisse nel proprio interesse affari con beni di proprietà del partito ereditati con un vincolo d’utilizzo a finalità politiche, e non certo facendoci guadagnare le casse di An. Fosse anche solo questa la contestazione, non crede di dovere delle spiegazioni a chi per tanti anni ha militato sotto la sua leadership?
8) C’è un fatto specifico su cui lei non si è mai espresso, facendo sbilanciare incautamente pro domo sua alcuni adepti di Fli: la famosa cucina Scavolini. Le sembrerà una cosa da poco, ma non lo è: un deputato del suo partito (presumiamo da lei imbeccato, altrimenti come avrebbe potuto saperlo?) disse che la storia della cucina comprata a Roma e portata a Montecarlo, raccontata dal Giornale, era una panzana e che sì, venne comprata una cucina, ma si trovava a centinaia di chilometri dal Principato. Le foto e la planimetria della casa «occupata» da Tulliani dimostrarono il contrario. Di fronte all’evidenza ammette finalmente di aver accompagnato Elisabetta al mobilificio sull’Aurelia per scegliere la Scavolini, come riferito da un impiegato del negozio?
9) La sua compagna Elisabetta Tulliani risulta aver avuto un ruolo molto attivo almeno nelle prime fasi della ristrutturazione dell’appartamento. Ne parlano espressamente l’ambasciatore italiano a Monaco Mistretta e ancor più un famoso costruttore monegasco, Luciano Garzelli, che aveva cominciato a occuparsi dei lavori nella casa proprio su insistenza del diplomatico. Lei però ha detto di aver saputo che Giancarlo viveva in quella casa «qualche tempo dopo la vendita» proprio da Elisabetta. Mai lavori sono ovviamente precedenti al trasloco di suo cognato. E dunque, ha mentito lei agli italiani o la sua compagna a lei?
10) Poche settimane fa, sempre su questa rete, Lei è stato ospite di Lilli Gruber in contemporanea al ritrovamento di una lettera di Valter Lavitola a Berlusconi, relativa al documento di Saint Lucia che identificava in Tulliani il proprietario delle off-shore e quindi della casa di Montecarlo. In uno slancio di entusiasmo lei ha esteso i dubbi sulla genuinità dell’acquisizione di quel singolo documento del governo di Saint Lucia all’intera inchiesta giornalistica. Nella foga ha anche sostenuto di aver avuto informazioni dai servizi segreti sull’ affaire Montecarlo. Posto che Lei per legge, ovviamente, non poteva averli, può dirci con quale agente segreto è entrato in confidenza?