Pubblicato il 21/10/2012, 10:30 | Scritto da La Redazione

FICARRA E PICONE: «LA SATIRA NON HA PAR CONDICIO»

FICARRA E PICONE: «LA SATIRA NON HA PAR CONDICIO»
I due comici siciliani, in attesa di ritornare a “Striscia la notizia” si esibiscono a teatro a Genova. Rassegna stampa: Il Secolo XIX, pagina 32, di Silvana Zanovello. Ficarra e Picone, la satira che non conosce par condicio Da non perdere i comici al Politeama genovese, martedì sera. «È inutile e stupido il comico che […]

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I due comici siciliani, in attesa di ritornare a “Striscia la notizia” si esibiscono a teatro a Genova.

Rassegna stampa: Il Secolo XIX, pagina 32, di Silvana Zanovello.

Ficarra e Picone, la satira che non conosce par condicio

Da non perdere i comici al Politeama genovese, martedì sera.

«È inutile e stupido il comico che applica la par condicio quando parla dei politici». Salvo Ficarra e Valentino Picone che il prossimo marzo “a Ricci piacendo”, torneranno a condurre “Striscia la notizia”, cominciano a riaffilare le loro armi satiriche anche in quest’avvio di stagione dedicato esclusivamente, come i mesi scorsi, al teatro. Martedì saranno in scena al Genovese con “Apriti cielo”, uno spettacolo che prende spunto da un fatto di cronaca nera, non da quella parlamentare, ma non dimenticano il loro ruolo di intelligenti giullari mediatici.

«Daremo più colpi al Governo o all’opposizione? Davvero non sappiamo che cosa rispondere, se non che il comico rappresenta la coscienza critica della gente e deve essere comunque contro il potere, di qualunque colore sia» affermano con decisione. Il fatto che sul palco, come in televisione, la loro prima preoccupazione sia di restare al di sopra delle parti con un’imprevedibilità che non fa il calcolo degli equilibri, non vuol dire che sparino a casaccio. «Siamo passati attraverso varie fasi. E paradossalmente, quando le porte del “palazzo” erano chiuse ermeticamente e i politici parlavano linguaggi astrusi, dare un senso al nostro lavoro era più facile. Bastava dire che il re è nudo». Nell’era berlusconiana, come tanti loro colleghi si sono trovati di fronte alla grande svolta: «Con Berlusconi e Bossi la politica ha inaugurato una tecnica di comunicazione diversa, ha fatto leva su umori più semplici della gente. I comici si sono trovati a cavalcare tifoserie opposte, spesso le hanno alimentate. In questa corsa sono andati incontro, in qualche caso, a una specie di mutazione genetica dimenticando che il loro primo scopo è far ridere». Non pensano che a “Striscia la notizia” avranno meno libertà che in teatro: «Anche in passato abbiamo sempre avuto mano libera, nessuno ci ha mai messo il bavaglio. E, per dire proprio la verità, anche se forse sarebbe più redditizio fare i martiri, non siamo mai stati censurati in tutta la nostra carriera. Ci ha sempre accompagnato la fortuna di avere come referenti uomini con la u maiuscola». In “Apriti cielo” interpretano diversi personaggi partendo da una situazione paradossale. Due tecnici della tivù vengono chiamati a riparare un guasto e si imbattono in un cadavere.

Ci saranno sketch di stile riconoscibile ma guai a parlare di “tormentoni”: «Raccontiamo storie, creiamo personaggi a tutto tondo. Non giocheremo sulle battute inseguendo le notizie anche perché la cronaca non ce ne dà il tempo: il fattaccio del momento è subito superato da uno peggiore». Rivendicano la necessità di avere un contatto con il pubblico dal vivo: «Anche se alla televisione e al cinema dobbiamo la nostra popolarità il teatro è sempre il nostro primo amore. La nostra fortuna è stata il fatto che Zelig andava a scovare i suoi ospiti sui palcoscenici». La formula del lavoro in tandem non li ha stancati: «Tutto può succedere come in tutte le coppie, ma finché ci divertiamo insieme va bene così».