Pubblicato il 01/10/2012, 15:33 | Scritto da La Redazione

LA FICTION DEVE TAGLIARE I COSTI. MA IL RISCHIO È LA QUALITÀ

In un convegno al FicitonFest a Roma, Rai e Mediaset discutono su come tagliare i costi della produzioni senza mettere e a rischio la qualità. Soluzioni? Puntare alla co-produzioni internazionali e limare i compensi di tutti.

Al FictionFest nel corso del convegno Le risorse pubbliche per la fiction in Europa e nei principali Paesi europei si discute su come tagliare i costi delle produzioni, visto che di soldi non ce ne sono più. Magari si potrebbe cominciare dalla stessa manifestazione in corso a Roma in questi giorni, una vetrina utile per i produttori che potrebbe però durare meno dei cinque giorni previsti.

Eleonora Andreatta, fresco direttore di Raifiction, propone di cominciare rivolgendosi al mercato internazionale puntando sulle co-produzioni, Giancarlo Scheri, responsabile della fiction Mediaset, chiede la riduzione dei cachet di chi nella fiction lavora, mentre Matilde Bernabei di Lux Vide ricorda a entrambi una cosa: «La fiction è un business per le reti che la fanno». Ma la Andreatta sottolinea che l’equazione ascolti uguale soldi non funziona. «La fiction rimane un prodotto strategico per noi sia per la possibilità di racconto che ci offre, sia per i risultati di ascolto che ottiene. Nel 2011-2012 sui cento prodotti Rai più visti, 62 sono fiction nazionali, ma gli introiti pubblicitari sono diminuiti per la crisi, così come i finanziamenti». Bisogna dunque rivolgersi a partner stranieri, per due motivi. «Per aumentare il numero delle coproduzioni – aggiunge la Andreatta – E perché solo una parte dei nostri prodotti può esse finanziata da coproduzioni perché molta è fiction nazionale, bisognerà aumentare la circolazione dei nostri prodotti per farli conosce all’estero».

Eppure la prima cosa che viene in mente quando si parla di tagli, è la qualità, ad alto rischio di estinzione. «Bisogna lavorare su prodotti che abbiano una forte identità con il territorio in cui vengono girati – insiste il direttore di Raifiction – Come abbiamo fatto con Il commissario Montalbano e la sua Vigata, in Sicilia o con Un passo dal cielo in Alto Adige». Ma ciascuno deve fare la sua parte: «E’ un momento di crisi e non si possono difendere diritti acquisiti, tutti devono fare uno sforzo per girare nel nostro Paese. I broadcaster devono sentire questa come una sfida comune con i produttori, è una battaglia che va condivisa con grande rispetto di tutti. E’ importante – conclude la Andreatta – studiare le possibilità di accesso ai fondi europei. La crescita del comparto televisivo è capace di produrre ricchezza».

Qualità è una costante che torna anche nell’intervento di Scheri, pronto a sottolineare la necessità «di dare al pubblico un prodotto strategico per i nostri palinsesti, per sperare di raccogliere risorse dall’estero». Come? «Dobbiamo cambiare il nostro modello produttivo: girare in lingua inglese, realizzare storie italiane, ma che siano interessanti anche per gli altri Paesi, adeguarci a ciò che chiede il mercato internazionale».

E nonostante negli ultimi quattro anni Mediaset abbia ridotto il costo orario delle fiction del 20-30 per cento, la discesa non sembra finita. «Dobbiamo ridurre i costi delle star, degli sceneggiatori e dei registi. Serve una presa di coscienza, i privilegi, anche quelli acquisiti negli anni, non ci sono più. Poi bisogna trasformare il nostro modello produttivo in modello industriale e lavorare su prodotti di lunga serialità che fidelizzano il pubblico e offrono la possibilità di fare dei sequel. Se raccontiamo belle storie, il pubblico ci segue anche se costano meno». 

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Eleonora Andreatta e Giancarlo Scheri al Roma FictionFest)