Pubblicato il 15/09/2012, 08:46 | Scritto da La Redazione

BERLUSCONI VUOLE ANCHE LA7

BERLUSCONI VUOLE ANCHE LA7
Tra gli acquirenti di Telecom Italia Media pare ci sia anche Mediaset. Il 24 settembre si scoprirà chi sono i player in campo. Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 31, di Simone Filippetti. Mediaset entra nella gara per Ti Media Si allunga la lista dei potenziali concorrenti nella gara indetta da Telecom con gli […]

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Tra gli acquirenti di Telecom Italia Media pare ci sia anche Mediaset. Il 24 settembre si scoprirà chi sono i player in campo.

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 31, di Simone Filippetti.

Mediaset entra nella gara per Ti Media

Si allunga la lista dei potenziali concorrenti nella gara indetta da Telecom con gli advisor Mediobanca e Citi. La scadenza del 24 settembre. Manifestazione d’interesse sia per La7 che, tramite EiTowers, per l’infrastruttura delle frequenze.

Mediaset vuole La7 e Mtv. Colpo di scena sulla vendita di Ti Media, l’emittente di proprietà di Telecom Italia. A sorpresa, scende in campo anche il colosso tv di Silvio Berlusconi. Dopo mesi di indiscrezioni, dove sono comparsi vari nomi di possibili acquirenti (da Al Jazeera a fondi di private equity), arriva un pretendente di grosso calibro, Mediaset. Con una mossa a tenaglia: da un lato candidarsi a rilevare l’emittente; dall’altro puntare alle sole frequenze digitali, tramite la controllata Ei Towers (la vecchia Dmt). A riferire l’indiscrezione è stata l’agenzia Radiocor-Il Sole 24 Ore.

Dagli uffici di Cologno Monzese, interpellati, rispondono con un «no comment» ai rumors. Il che rende l’indiscrezione ancora più credibile e verosimile. Le manifestazioni di interesse arrivate sul tavolo degli advisor Mediobanca e Citigroup sarebbero una quindicina: oltre al gruppo dell’ex premier, anche Cairo Communication (la casa editrice di rotocalchi che però già raccoglie la pubblicità per conto di La7), la multinazionale americana Discovery Channel e il fondo Clessidra di Claudio Sposito che avrebbe cercato di ingaggiare il super-manager Marco Bassetti, ex ad di Endemol (la casa olandese che produce il Grande Fratello). Anche altre emittenti straniere guardano al dossier: è la statunitense Liberty Media del magnate John Malone, e anche la tedesca Rtl.

Per i multiplex digitali, invece, accanto a EiTowers ci sarebbero gli spagnoli di Abertis (che sei anni fa tentarono la fusione con Autostrade-Atlantia) oltre ad alcuni fondi finanziari. Della partita sarebbe anche un investitore asiatico. Nell’ultimo mese ci sarebbero state discussioni anche con il gruppo L’Espresso che ha tuttavia deciso di non partecipare all’asta. Al massimo, secondo le indiscrezioni, la società posseduta data Cir di Carlo De Benedetti potrebbe, al termine del processo, cercare di siglare un’intesa con il vincitore per unire i propri multiplex, derivanti dalla vecchia frequenza di Rete A, con quelli de La7. Si è defilata anche l’emittente araba Al Jazeera che aveva coinvolto anche il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Animar. Il vero banco di prova, in ogni caso, sarà il 24 settembre: quel giorno andranno presentate le offerte vere e proprie (anche se non vincolanti) e si vedrà chi è seriamente intenzionato a comprare l’asset o ha fatto il primo passo solo per accedere ai dati aziendali.

La mossa di Mediaset, dovesse eventualmente concretizzarsi, sarebbe destinata a scompaginare l’intero assetto televisivo italiano. Una rivoluzione per il mercato, oggi sostanzialmente diviso tra Rai e Mediaset con La7 a fare da terzo polo. Che Mediaset dovesse uscire dall’empasse e giocare al rilancio era da tutti atteso. Con un Paese in recessione, un mercato pubblicitario in forte contrazione, la più grossa emittente privata d’Italia non può limitarsi a giocare in difesa. L’asta per Ti Media entra dunque nel vivo e la vendita dovrebbe chiudersi entro l’anno. Nei giorni scorsi erano stati inviati gli “info memo” (cioè la documentazione con i dati sensibili dell’azienda) ai potenziali acquirenti. Il gruppo Telecom Italia Media del resto, pur essendo l’unica televisione in rosso in Europa, potrebbe diventare redditizia, mettendo in atto un serio turnaround (operazione di risanamento). È con questa attesa che starebbero lavorando i potenziali acquirenti. Secondo i dati prospettici dei prossimi anni, La7 dovrebbe passare da un giro d’affari di 117,1 milioni di euro a fine 2011, ai 131,3 milioni del 2012, fino ai 175,1 milioni del 2013, ai 196,2 milioni del 2014 e i 217,1 milioni del 2015. Il margine operativo lordo (oggi negativo per 16 milioni, quindi i costi superano i ricavi) dovrebbe invece passare in positivo soltanto nel 2014: per quell’anno, secondo le previsioni, dovrebbe infatti essere in utile per 8 milioni, mentre l’anno dopo dovrebbe salire a 26,2 milioni.