Pubblicato il 12/09/2012, 10:33 | Scritto da La Redazione

RAI REVOLUTION: I GIORNALISTI CONTRO GUBITOSI, «GIÙ LE MANI DAI PRIVILEGI»

RAI REVOLUTION: I GIORNALISTI CONTRO GUBITOSI, «GIÙ LE MANI DAI PRIVILEGI»
Il direttore generale ha annunciato di voler ottimizzare i costi delle redazioni con un solo inviato per tutti i Tg, scatenando però la rivolta della casta dei giornalisti di Viale Mazzini. Rassegna stampa: Libero, pagina 11, di Enrico Paoli. Redazioni Rai in rivolta contro i tagli alle trasferte Niente spending review. Le redazioni sono già […]

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Il direttore generale ha annunciato di voler ottimizzare i costi delle redazioni con un solo inviato per tutti i Tg, scatenando però la rivolta della casta dei giornalisti di Viale Mazzini.

Rassegna stampa: Libero, pagina 11, di Enrico Paoli.

Redazioni Rai in rivolta contro i tagli alle trasferte

Niente spending review.

Le redazioni sono già in fibrillazione. Gli inviati addirittura sul piede di guerra, pronti, se necessario, a far le barricate. Perché nessuno di loro, qualunque sia la maglia indossata (Tg1, Tg2, Tg3, Gr Radio Rai), è disposto a rinunciare ai privilegi acquisiti. Perché tali sono le «gite» al seguito di questo e quel politico, dal capo dello Stato, al presidente del Consiglio, con annessa trasferta in busta paga. Per questa ragione l’idea del nuovo dg Luigi Gubitosi di un solo inviato per tutti, non solo non piace a nessuno, ma viene percepita come penalizzante.

E così l’ipotesi spending review in gestazione al settimo piano di viale Mazzini, non più un inviato per testata ma una sola troupe per tutti nella logica dell’ottimizzazione dei costi, rischia di trasformarsi nel primo vero banco di prova della nuova governance della Rai, grazie al quale riusciremo a capire se il partito Rai sta con loro, oppure vuole solo difendere se stesso. Il direttore generale, Luigi Gubitosi, e il presidente Anna Maria Tarantola, sono convinti della validità del progetto e con loro una parte del consiglio di amministrazione. In particolare Luisa Todini, indicata dal Pdl, è convinta che «tre telegiornali sono troppi», dice l’amministratrice, «ne basta uno autorevole». E sì, come no, lo vada a spiegare ai «fedelissimi» del manuale Cencelli, che nei telegiornali esercitano tutto potere.

Contro l’ipotesi di ottimizzare l’uso degli inviati, sulla quale si stanno confrontando il vertice dell’azienda e i direttori delle testate nella consapevolezza che così fan tutti, si schiera anche l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti fortemente schierato a sinistra, pronto a fare le barricate. «Così com’è mi sembra un’ipotesi improponibile», dice Carlo Verna, segretario dell’associazione di categoria, «va contro il contratto nazionale. Che poi vi sia la necessità di rivedere un po’ di cose, penso all’uso delle troupe, sono d’accordo. Però se questa è l’idea della nuova governance facciano pure, poi se ne assumeranno la responsabilità».