Pubblicato il 08/09/2012, 10:03 | Scritto da La Redazione

INTERCETTAZIONI E VOCI FUORI CAMPO, QUANDO LA TV FA PIAZZA PULITA

INTERCETTAZIONI E VOCI FUORI CAMPO, QUANDO LA TV FA PIAZZA PULITA
L’episodio di Piazzapulita, in cui Favia, a sua insaputa è stato registrato da un giornalista nel mezzo di una conversazione e mandato in onda l’altra sera nel programma di Formigli, fa ancora discutere. E riflettere. Per il fatto e il contenuto delle dichiarazioni.    Rassegna Stampa: L’Unità, pagina 21, di Maria Novella Oppo Intercettazioni e […]

L’episodio di Piazzapulita, in cui Favia, a sua insaputa è stato registrato da un giornalista nel mezzo di una conversazione e mandato in onda l’altra sera nel programma di Formigli, fa ancora discutere. E riflettere. Per il fatto e il contenuto delle dichiarazioni.   

Rassegna Stampa: L’Unità, pagina 21, di Maria Novella Oppo

Intercettazioni e voci fuori campo. Quando la tv fa piazza pulita

Dobbiamo essere grati a La7 che spesso fa più servizio pubblico della Rai e che per tutta l’estate ha continuato a darci informazione di mattina come di sera. E ora dobbiamo essere grati anche a Piazzapulita che ci ha fatto sentire dall’interno del Movimento 5 stelle le cose che sapevamo già dall’esterno.
Per averle dedotte non solo dal linguaggio intimidatorio di Beppe Grillo, ma anche dal fatto di non avere mai avuto notizia, in questi anni, di congressi, votazioni, dibattiti pubblici, minoranze organizzate o qualsiasi altra forma di democrazia diretta che non sia manovrabile via internet. Ora la critica non viene più soltanto da noi vecchi arnesi legati alle forme di partecipazione riconosciute e garantite dalla Costituzione repubblicana, ma anche da tipi come Giovanni Favia, consigliere regionale emiliano che ha accusato per l’assenza di democrazia Gianroberto Casaleggio, considerato il guru di Grillo ed eminenza grigia dell’intero movimento. Anche se il consigliere Favia ha parlato non sapendo di essere registrato. E di questo non siamo sicuri di dover proprio essere grati a Corrado Formigli, visto che in Italia le intercettazioni le potrebbe fare solo la magistratura.
Ma è chiaro che i giornalisti hanno il dovere di tirare fuori la verità pure dai muti e, in più, Favia non è un pentito di mafia che, dopo le sue dichiarazioni, si trovi in pericolo di vita. E, facendo politica, dovrebbe rivendicare orgogliosamente il diritto, oltreché sentire il dovere, di dire la verità pubblicamente agli elettori e al popolo italiano. E, se è d’accordo con Grillo, e quindi con lo «spietato» Casaleggio, nel sostenere che i politici sono cadaveri, dovrebbe ammettere, con Beppe Grillo, di essere ormai cadavere anche lui, oppure cambiare mestiere e tornare a fare quello che sapeva fare meglio.