Pubblicato il 05/09/2012, 09:29 | Scritto da La Redazione

PRESTA, L’AFFARE NON È IL VIP

PRESTA, L’AFFARE NON È IL VIP
È il manager dello spettacolo italiano. I suoi clienti sono, tra gli altri, Benigni, Bonolis, Clerici e Cuccarini. Eppure non sono loro a portare il “vero” business. Secondo l’articolo di Italia Oggi, sono le società “complementari” soprattutto la Sdl 2005, che provvede, tra l’altro, ai casting dei concorrenti per i quiz, con Sonia Bruganelli. Rassegna Stampa: Italia Oggi, […]

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È il manager dello spettacolo italiano. I suoi clienti sono, tra gli altri, Benigni, Bonolis, Clerici e Cuccarini. Eppure non sono loro a portare il “vero” business. Secondo l’articolo di Italia Oggi, sono le società “complementari” soprattutto la Sdl 2005, che provvede, tra l’altro, ai casting dei concorrenti per i quiz, con Sonia Bruganelli.

Rassegna Stampa: Italia Oggi, pagina 17 di Claudio Plazzotta

Presta, l’affare non è il vip

La Sdl 2005 del manager fa 1 mln di utili con casting di concorrenti e figuranti. Dai conduttori profitti solo per 316 mila euro

Lucio Presta, 52 anni, nato a Cosenza, voleva fare il ballerino ma poi è diventato il più importante manager dello spettacolo italiano. Se c’è da lottare senza esclusione di colpi, lui è sempre pronto: sia contro Aldo Grasso, che ironizza in prima pagina del Corriere della Sera sui compensi di Roberto Benigni (della scuderia Presta) alle Feste del Pd, sia contro Canale 5, che il 10 settembre manda Paolo Bonolis (scuderia Presta) nel preserale, con Avanti un altro contro L’Eredità di Rai Uno, «e solo i grandi come Paolo accettano queste sfide. Mi auguro, però, che almeno una volta la rete faccia partire anche noi in doppia cifra», commenta twittando Presta, critico sugli scarsi traini di audience che il preserale ha sulla ammiraglia del Biscione.
Il portfolio artisti del manager va da Benigni e Bonolis a Paola Perego (sua moglie), da Antonella Clerici a Mara Venier, Lorella Cuccarini, Federica Panicucci, Caterina Balivo e Francesco Facchinetti (l’unico, finora, lontano dal piccolo schermo), e poi Rita Dalla Chiesa, Melissa Satta, Elisabetta Gregoraci, Elena Santarelli, Stefano Bettarini, e persino la giornalista Maria Giovanna Maglie.

Una squadra che Presta fa lavorare al meglio attraverso la sua società Arcobaleno Tre, che nel 2011 ha fatturato 3,73 milioni di euro (316 mila euro di utili), contro i 3,68 mln del 2010 (378 mila euro di utili) e i 5,29 mln di euro del 2009. Il capitale sociale della Arcobaleno Tre (10 mila euro), azienda solida e con i conti a posto, è posseduto al 30% dallo stesso Presta, al 20% dalla moglie Paola Perego, e poi un 20% per Simona Ugolinelli, 20% per Dario Tiribello, e infine piccole quote del 5% ciascuno per Lucio e Beatrice Presta.
La Arcobaleno Tre ha partecipazioni in una serie di altre società, tutte operative nel mondo dello spettacolo: dalla agenzia di comunicazione Vision Masvision communication (un milione di fatturato), a quella di produzioni cinematografiche e televisive Stand-by me (816 mila euro di fatturato) o alla Workshop (supporto ad attività artistiche, di recente costituzione). Ma quella più strategica di tutte è la Sdl 2005, fondata da Presta insieme con Sonia Bruganelli: questo gioiellino, di cui la Arcobaleno Tre controlla solo il 30%, ha fatturato 3,47 milioni di euro nel 2011, portando a casa quasi un milione di utili. Nel 2010 le cose erano andate ancora meglio: 4,3 milioni di fatturato e 1,46 mln di utili.
In sostanza la Sdl 2005 è complementare alle altre attività di Presta, in quanto provvede a casting e selezioni di modelle, modelli, concorrenti per quiz, figuranti generici, opinionisti, attori minori o comparse. Insomma, tutto quanto serve da contorno per un programma di Bonolis. E proprio con Paolo la Sdl 2005 ha lavorato parecchio, sia per Ciao Darwin (che dovrebbe tornare su Canale 5 nel 2013), Il Senso della vita o Avanti un altro. La produzione, tuttavia, non è la vera passione e il vero talento di Presta: il suo meglio lo dà, infatti, nella trattativa, nello spuntare la miglior condizione, la posizione ottimale in palinsesto, tutelando al massimo i suoi clienti-artisti. Non è un caso, infatti, che pure un tipo come Michele Santoro, quando fu il caso di discutere della sua buonuscita dalla Rai, si mise nelle mani di Presta, cui affidò le trattative con la tv pubblica. Un negoziatore fumantino, dolce e sensibile come un ballerino, duro, implacabile (e pure parecchio incazzoso) come nella miglior tradizione mediterranea.