Pubblicato il 04/09/2012, 09:32 | Scritto da La Redazione

SANTORO: «QUESTO CDA RISCHIA LA FINE DI DEMATTÈ: TAGLI LINEARI, MA UN DISASTRO SUL PRODOTTO»

SANTORO: «QUESTO CDA RISCHIA LA FINE DI DEMATTÈ: TAGLI LINEARI, MA UN DISASTRO SUL PRODOTTO»
Il conduttore, che si era candidato ai vertici Rai, e che sarà in onda da ottobre con il suo “Servizio Pubblico” su La7, commenta la “rivoluzione in Rai” in un’intervista a La Repubblica. «Se i tecnici a Viale Mazzini fanno solo tagli, come capitò con i Professori, possono indebolire l’azienda». Rassegna Stampa: La Repubblica, pagina 11, […]

Il conduttore, che si era candidato ai vertici Rai, e che sarà in onda da ottobre con il suo “Servizio Pubblico” su La7, commenta la “rivoluzione in Rai” in un’intervista a La Repubblica. «Se i tecnici a Viale Mazzini fanno solo tagli, come capitò con i Professori, possono indebolire l’azienda».

Rassegna Stampa: La Repubblica, pagina 11, di Goffredo De Marchis

«Questo cda rischia la fine di Demattè tagli lineari ma un disastro sul prodotto»

Santoro avverte i nuovi vertici della tv pubblica: «Per ora io non mi candido a tornare»

ROMA -«Adesso Monti è più forte ed è più forte anche il direttore generale della Rai. I partiti non danno segni di risveglio e i nuovi vertici si prendono i pieni poteri. Ma se i tecnici a Viale Mazzini fanno solo tagli, come capitò con i Professori, possono indebolire l’azienda». Per Michele Santoro la Rai è sempre casa sua. Voleva esserci lui al posto di Luigi Gubitosi. Dg in tandem con Carlo Freccero alla presidenza. Mandarono i curriculum a Monti, non era solo una provocazione. Il premier scelse diversamente.
Santoro continua a fare il suo mestiere di autore -conduttore, il più bravo in circolazione. Da fine ottobre Servizio pubblico torna in onda il giovedì su La7.
Gubitosi e Tarantola sembrano già pronti a rivoltare la Rai. Cda depotenziato, il manager della Sipra licenziato, Lorenza Lei fuori dalla catena del prodotto. Una rivoluzione che non si vedeva da tempo. «Resto in posizione di attesa, non sono chiari tutti i movimenti che leggo sui giornali. Eleonora Andreatta è una persona stimabile, ma non so se abbia l’esperienza necessaria per guidare Raifiction».
Non si può dire però che non decidano o che si facciano condizionare dai partiti, almeno in questa fase. «Non c’è dubbio. Siamo in una fase in cui il governo si è rafforzato. E si sono rafforzati pure loro. Agosto doveva essere un mese negativo per Monti, invece è andato bene. E i partiti non danno segni di risveglio. Dunque Gubitosi è più forte e può decidere».
E un bene per l’azienda? «A me viene in mente il Cda dei Professori. Volevano tagliare ma sul piano editoriale, sulle scelte di prodotto, non erano attrezzati. Ricordo che Demattè e Locatelli piazzarono Angela Buttiglione al posto di Creme Caramel, uno dei programmi di Pingitore. Fu un disastro e dovettero ripristinare il palinsesto in corsa».
Non è presto per giudicarli su programmi, autori, informazione?
«Infatti sto a guardare. Ma se vogliono cambiare davvero la Rai devono avere linee di prodotti alternative a quelle di oggi. Secondo me Fazio è maturo per dare una svolta a Raiuno, senza confinarlo al solo Sanremo. Tarantola e Gubitosi avranno il coraggio e la forza di fare una scelta del genere? I tagli vanno bene, ma il prodotto devono sempre farlo, no?».
Era previsto che cominciassero dai conti.
«C’è bisogno di una riduzione dei costi, ma quello che conta è dove ridurre. Faranno tagli
lineari, indifferenziati o vanno tagliare dove serve? Perché la Rai ha anche un problema di investimenti, di rilancio di programmi sui quali costruire un’offerta nuova».
Dove taglierebbe lei?
«Si spende tanto per mantenere molti telegiornali che dicono tutti le stesse cose. La moltiplicazione delle edizioni non ha senso, soprattutto con Internet che racconta minuto per minuto quello che succede. E c’è pure un canale All news. Poi però la Rai, che era una grande tv europea, non segue niente in giro per il mondo perché costa troppo. Gubitosi e Tarantola devono dirci dove vogliono rischiare. Sull’informazione, sullo spettacolo? Su quale terreno vogliono investire per guadagnare. Si occupino del rilancio, non solo dei tagli. E sappiano che per farlo avranno bisogno di rivolgersi all’esterno. Ormai le energie dentro l’azienda non bastano».
All’esterno c’è Servizio pubblico. Si candida a tornare in Rai, spera in una chiamata?
«Abbiamo dimostrato di poter vincere una scommessa: confezionare un prodotto da soli che non è solo tv, è molto altro. Vendiamo il programma a La7 che lo trasmette, lo sfrutta, ma dopo i diritti tornano a noi. Siamo sul mercato. Ma adesso il nostro posto è su La7, da ottobre».