Pubblicato il 02/09/2012, 12:00 | Scritto da La Redazione

DIGITALE TERRESTRE, NUMERAZIONE NEL CAOS

DIGITALE TERRESTRE, NUMERAZIONE NEL CAOS
Si dovrà “ridisegnare” il telecomando. La corrispondenza su canali e numeri così com’è non va. Il Consiglio di Stato annulla il piano di numerazione nazionale. Da rifare il regolamento dell’Agcom (appena rinnovata ai vertici). Mtv e Deejay non dovrebbero stare sull’8 e il 9. A rischio La7 sul 7 in Puglia.   Rassegna Stampa: La […]

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Si dovrà “ridisegnare” il telecomando. La corrispondenza su canali e numeri così com’è non va. Il Consiglio di Stato annulla il piano di numerazione nazionale. Da rifare il regolamento dell’Agcom (appena rinnovata ai vertici). Mtv e Deejay non dovrebbero stare sull’8 e il 9. A rischio La7 sul 7 in Puglia.

 

Rassegna Stampa: La Repubblica, pagina 20, di Barbara Ardù e Aldo Fontanarosa

 

Digitale terrestre, numerazione nel caos

Il Consiglio di Stato chiede all’Authority delle Tic di ripensare la sequenza dei canali

ROMA- Il telecomando della tv va ridisegnato. La corrispondenza tra canali e numeri, così com’è, non va. Ci sarà quindi chi sale e chi scende, un lavoro da rifare che si preannuncia come uno sconquasso per l’industria televisiva italiana. Sarà la “nuova” Agcom, (i vertici sono cambiati a luglio) ad assegnare adesso i posti sul telecomando. Con urgenza, ma senza creare problemi ai telespettatori, suggerisce il Consiglio di Stato, che due giorni fa ha in sostanza confermato la decisione del Tar del Lazio, che a luglio 2011 aveva deciso l’annullamento della numerazione automatica dei canali. Numerazione che era stata fissata nel 2010 da una delibera dell’Autorità per le telecomunicazioni e che per i supremi giudici amministrativi è stata costruita in modo approssimativo e in alcuni casi anche sbagliato.
La sentenza del Tar, che avrebbe messo nel caos la programmazione, è stata sospesa. L’Agcom ha fatto appello al Consiglio di Stato che s’è presa tredici mesi di tempo e il 31 agosto ha risposto con quattro sentenze. La numerazione così com’è non va sia perché non tiene conto delle preferenze dei cittadini sia perché l’Agcom ha commesso un vizio procedurale: ha tenuto una consultazione pubblica sul tema in 15 giorni invece dei 30 obbligatori per legge. Un punto che sotto l’aspetto formale inficia tutto il processo con cui è stata disegnata la numerazione dei canali della televisione digitale. Questioni che però messe nero su bianco saranno tutt’altro che indolori negli equilibri dell’industria televisiva italiana. C’è a rischio “La 7“, almeno nelle regioni (Puglia, Basilicata, Calabria, Molise, Campania), dove al numero 7 del telecomando, secondo i giudici del Consiglio di Stato, avrebbe dovuto esserci Telenorba, la tv interregionale di Bari (oggi al numero 10), che al Sud ha un seguito molto alto, sancito da un sondaggio Domoskopea. E nemmeno a Sky la sentenza farà piacere. Cielo e Cielo 2, le tv non a pagamento del canale di Murdoch, secondo il Tar avrebbero avuto diritto a stare subito dopo i canali generalisti storici (come RaiUno, che per tradizione e anni ha un posto intoccabile, il primo). Ma il Consiglio di Stato su questo punto boccia il Tar. I supremi giudici amministrativi, questo diritto per Cielo e Cielo 2, proprio non lo vedono, anzi, violerebbe l’articolo 32 del Testo unico sui media, la Bibbia delle regole tv.
Da rivedere anche le posizioni sul telecomando di Mtv e DeeJay Tv, che pur riconosciute come tv generaliste non avrebbero però quello spessore storico che è determinante nell’assegnazione dei primi posti della numerazione del digitale terrestre.
Un peso particolare, quello della storia e delle abitudini degli spettatori, che nella vecchia numerazione era stato preso in considerazione, ma non a sufficienza. Per le televisioni locali decadono invece le graduatorie. Insomma tutto da rifare. Il Consiglio di Stato ha passato la palla all’Agcom, che dovrà intanto varare un provvedimento tampone che lascerà i canali dove sono per evitare il caos dell’etere.
Quindi mettersi al lavoro per fissare i nuovi criteri di assegnazione dei numeri digitale terrestre. Un battesimo del fuoco per il nuovo presidente, il montiano Cardiani. Tra l’altro alcune Regioni devono ancora passare al digitale, mentre emergono i primi problemi, come ha documentato l’inchiesta di Repubblica.