Pubblicato il 02/09/2012, 13:29 | Scritto da La Redazione

MARZULLO E “CINEMATOGRAFO”, UNA DISPENDIOSA FIERA DELLE BANALITÀ

Il giornalista irpino produce un programma direttamente dalla Mostra del Cinema di Venezia, che raccoglie a malapena 200mila telespettatori a puntata. In un periodo di crisi come questo era davvero indispensabile?

La fine dell’estate, da sempre, è sancita dalla Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia, in corso in questi giorni al Lido. Dopo gli asfittici palinsesti di agosto, c’è sempre un’abbuffata di cinema poco prima di riprendere il normale ritmo che scandisce la televisione da settembre a giugno. A coprire nel migliore dei modi la bella rassegna cinematografica dalla Laguna ci sono soprattutto Sky e Rai Movie, poi le altre reti: Canale5, Mediaset Premium, Iris e Rai2.

L’ammiraglia di Viale Mazzini, Rai1, invece delega gran parte del lavoro alla trasmissione di terza serata Cinematografo, condotta da Gigi Marzullo. Da una chiatta all’imbarco dell’Hotel Excelsior del Lido, il Gigi Nazionale registra verso le 21 la puntata che andrà in onda la notte stessa. Insieme a lui, oltre all’immarcescibile Anselma Dell’Olio, ci sono giornalisti, alcuni protagonisti di secondo livello della Mostra e in collegamento da Roma, Milano e qualche sera fa anche da Catania, altri colleghi, professori emeriti e umanità varia. Purtroppo, però, il programma è visto mediamente da 200mila spettatori scarsi a puntata. Davvero poco per l’incredibile dispendio di energie, soprattutto economiche.

Dopo un’attenta visione della trasmissione, però, si capisce per quale motivo l’audience non ricambi Cinematografo: è la fiera delle banalità. L’altra sera una collega, commentando il Leone d’oro alla carriera a Francesco Rosi, ha detto: «Il Caso Mattei di Rosi è attualissimo». E ancora, una professoressa imbeccata da Marzullo a proposito del film Gli equilibristi: «Dottoressa, la separazione in una coppia è traumatica?», e la docente: «Certo, lo è per i genitori e per i figli». A posto così.

Ma a questo punto la domanda che tutti si pongono è un’altra: per quale arcano motivo Marzullo è ancora in onda su Rai1? Per quale motivo deve produrre un programma del genere direttamente da Venezia, in un periodo di crisi economica dell’azienda così accentuato? Se proprio si deve elogiare l’atemporalità del cinema di Rosi o sancire che il divorzio è un dramma, non lo si può tranquillamente fare da Roma? Attendiamo risposte.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Gigi Marzullo)