Pubblicato il 30/08/2012, 11:30 | Scritto da La Redazione

FREQUENZE, CAOS INDENNIZZI

FREQUENZE, CAOS INDENNIZZI
Un anno fa l’asta che ha assegnato ai gestori telefonici la banda occupata dalle televisioni. ll Ministero delle Comunicazioni ha pubblicato la graduatoria delle frequenze lasciate libere dalle televisioni locali, in cambio di un indennizzo pagato dallo Stato (in totale si tratta di 174,6 milioni).Parenzo (Telelombardia): i canali non hanno tutti lo stesso valore. Rassegna Stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 39, […]

Un anno fa l’asta che ha assegnato ai gestori telefonici la banda occupata dalle televisioni. ll Ministero delle Comunicazioni ha pubblicato la graduatoria delle frequenze lasciate libere dalle televisioni locali, in cambio di un indennizzo pagato dallo Stato (in totale si tratta di 174,6 milioni).Parenzo (Telelombardia): i canali non hanno tutti lo stesso valore.


Rassegna Stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 39, di Marco Mele

 

Tv locali. Un anno fa l’asta che ha assegnato ai gestori telefonici la banda occupata dalle televisioni

Frequenze, caos indennizzi

Parenzo (Telelombardia): i canali non hanno tutti lo stesso valore


Passi avanti per la liberazione delle frequenze vendute per la banda larga mobile. Non senza difficoltà in vista dell’asta riservata agli operatori televisivi sulle frequenze dell’ex beauty contest, slittata a fine ottobre.

Il Ministero delle Comunicazioni ha pubblicato la graduatoria delle frequenze lasciate libere dalle televisioni locali, in cambio di un indennizzo pagato dallo Stato (in totale si tratta di 174,6 milioni). L’operazione è riservata alle regioni che sono passate alla tv digitale entro il dicembre 2010. In seguito le frequenze il cui diritto d’uso è stato ceduto con l’asta agli operatori telefonici non sono state più assegnate. Per capire come sono stati spesi questi soldi pubblici va fatta una premessa. Da mesi istituzioni e operatori sapevano che la banda Uhf composta dai canali 61-69 sarebbe stata dedicata alla banda larga mobile e non alla televisione.
Per questo motivo la Delibera Agcom 475/10 del settembre 2010 relativa alla Lombardia aveva prudentemente designato sei di questi nove canali come frequenze da assegnare a livello regionale, destinandone tre a un’assegnazione a livello provinciale o a non essere assegnate. La stessa cosa Tv locali: stagioni a confronto aveva fatto la Delibera 603/ro che pianificava Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna.
Il Ministero dello Sviluppo, sotto il governo Berlusconi, invece, ha assegnato tutti quei canali a livello regionale e su tutte le province. Ora lo Stato deve versare un indennizzo alle emittenti che accettano di “liberarla”.
Non tutti accettano di farlo, però. In cambio, sono restituite allo Stato altre frequenze, diverse dai canali 61-69, ma sempre nella banda Uhf, che dovranno essere poi assegnate a chi continua ad occupare quelle destinate alle compagnie telefoniche.
Tali frequenze sono state assegnate alle tv locali da Agcom e Ministero perché si è stabilito, a priori, che bisognava riservare 25 canali alle tv nazionali per riprodurre l’assetto analogico, con alcune penalizzazioni: Telecom Italia Media ha ricorso per avere un altro multiplex; Europa7 ha avuto ragione dal Tar rispetto alla mancata assegnazione di frequenze integrative rispetto al solo canale ricevuto, nella banda Vhf.
I 174,6 milioni sono stati ripartiti tra le regioni interessate (48,1 milioni alla Lombardia, 23,9 al Veneto, 26,7 al Lazio, 28,3 alla Campania e così via). Chi ha liberato un canale lombardo avrà 5,3 milioni, chi lo ha fatto in Campania avrà 3,1 milioni. Ma chi non accetterà di restituire queste frequenze verrà sfrattato? «Ho pagato Antenna 3 venti milioni di euro sottolinea Sandro Parenzo, proprietario di Telelombardia. Quando acquisti un’emittente compri frequenza e marchio e poco altro. In epoca analogica non si poteva fare altrimenti. Quello che si è comprato a venti oggi, si deve cedere per cinque milioni. È un esproprio. Se poi passerà l’idea aberrante di tassare questo pagamento, in contrasto con il concetto d’indennizzo, faremo tutti ricorso all’Ue».
La cessione di due frequenze nella propria regione, i canali 64 e 35 della banda Uhf, non ha impedito a Telelombardia di ottenere un ascolto medio, durante la prima domenica
del campionato di calcio, superiore del 92% a quello della prima domenica del campionato precedente, superando in regione, dalle 18 alle 23, anche l’ascolto medio di SkySport1, che pure trasmetteva in diretta le gare di Milan e Inter.
Il caso estremo è costituito dalla Campania: tutte le otto frequenze liberate non sono nella banda messa all’asta e da liberare.
Viene restituito allo Stato, a pagamento, anche il canale 28, un canale al quale l’Agcom ha imposto limitazioni d’uso per proteggere il già ampiamente martoriato multiplex della Rai.
Ci sono poi alcuni operatori che hanno moltiplicato l’indennizzo, riconsegnando allo Stato più di una frequenza. Telelombardia continua a trasmettere gli stessi contenuti su una terza frequenza. Alle emittenti Radiotelevisione di Campione e Telereporter sono state assegnate spesso le frequenze della banda 61-69 in tutta Italia. Ora restituiscono una frequenza in Lombardia, in Friuli, nel Lazio e in Emilia-Romagna e incassano, per un’assegnazione durata poco più di un anno, più di dieci milioni di euro.
Il problema chiave è che le emittenti locali hanno in gestione una capacità trasmissiva di gran lunga superiore alla capacità di produrre contenuti, a causa della storica concentrazione delle risorse nel duopolio e della loro frammentazione.
Con il passaggio al digitale di tutta la tv avverrà una «polarizzazione del sistema televisivo locale» come prevede Parenzo? Una cosa è certa: di antitrust televisivo, in questo momento, non parla nessuno.
Solo il Governo ha fissato un tetto di cinque reti nazionali per la futura gara.