Pubblicato il 17/08/2012, 12:01 | Scritto da La Redazione

VICTORIA CABELLO: «”QUELLI CHE” SARÀ IN VERSIONE LOW COST, MA CON MOLTE SORPRESE»

VICTORIA CABELLO: «”QUELLI CHE” SARÀ IN VERSIONE LOW COST, MA CON MOLTE SORPRESE»
La conduttrice italo-inglese, al suo secondo anno nel programma di Rai2, in un’intervista al “Venerdì de La Repubblica” anticipa le novtià della nuova stagione. Rassegna stampa: Il Venerdì de La Repubblica, pagina 110, di Elena Martelli. Victoria Cabello: «Il taglio del mio show, nella Rai dei tagli» Torna Quelli che il calcio, versione low cost. […]

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La conduttrice italo-inglese, al suo secondo anno nel programma di Rai2, in un’intervista al “Venerdì de La Repubblica” anticipa le novtià della nuova stagione.

Rassegna stampa: Il Venerdì de La Repubblica, pagina 110, di Elena Martelli.

Victoria Cabello: «Il taglio del mio show, nella Rai dei tagli»

Torna Quelli che il calcio, versione low cost. Nuova formula? «Youtube, archivi, scenografie tipo Tate Gallery», spiega la conduttrice. Inviterà il suo ex, Maurizio Cattelan? «Temo che farebbe scena muta».

«Questo è Silvano, il mago di Milano» dice Victoria Cabello, presentando il suo cocker bianco di dieci mesi, accoccolato beatamente tra le sue braccia, come un peluche. «Siccome non lo posso portare in Rai, mi sono presa un miniufficio, a Milano. E, da quando lavoro lì, il programma ha avuto una svolta». Il programma di cui parla è Quelli che il calcio, di cui ha preso il timone l’anno scorso e che riprenderà il 16 settembre su Rai2. «L’anno passato in Rai per me è stato come fare militare». Un’immagine che spiega bene l’excursus professionale di Victoria, che dopo essere stata l’emblema giovane della tv «scomposta» – prima volto storico-sbarazzino di Mtv, poi Iena, quindi conduttrice sopra le righe di Viktor Victoria su La7 – ha deciso di «diventare grande» nel pomeriggio domenicale più istituzionale e cult della Rai. Nel mezzo, è vero, ci fu un Sanremo, quello condotto con Giorgio Panariello, che la storia rubrica come il più nero, dal punto di vista degli ascolti. Ma, ai tempi, lei, alla Rai, era una sorta di aliena che nessuno conosceva. Oggi, invece, anche grazie a un anno passato a Quelli che, gli over 60 del suo quartiere la fermano per strada, trattandola come una nipote.

Che Victoria in quest’anno sia cresciuta, metabolizzando al meglio questa esperienza alla Rai, lo si percepisce anche da come parla con orgoglio del nuovo studio tv in cui andrà a lavorare per Quelli che. «Andremo nello studio lasciato da Fabio Fazio, a Corso Sempione. È un posto storico, del ’59, ha un’allure incredibile. Io, finora, ho lavorato sempre nei capannoni, questo è uno studio d’epoca. La nuova scenografia a cui stiamo pensando valorizzerà quest’aspetto. Ha presente l’ingresso della Tate Modern? Ecco, vorrei ispirarmi alla Tate». Capite che la diversità di Victoria, nata a Londra da padre italiano e mamma inglese 37 anni fa, non è la frangetta. Ma il fatto che citi un museo.

Mi spiega meglio il concetto del militare.

«Una sensazione simile di estraneità l’ho provata anche al primo anno delle Iene. Di colpo non ero più a Mtv, in “famiglia”, ed ero l’unica donna in un ambiente di soli uomini. Volevo dimostrare di non essere da meno. Ci ho messo sei mesi a capire in che direzione andare, poi ho pensato alle interviste di cinema un po’ strambe. Trovata la chiave, mi si è aperto un mondo. Certo, per finire sulla tv generalista, la prima volta mi sono dovuta vestire da uomo».

E a Quelli che qual è stata la chiave?

«Lasciarmi andare. All’inizio resistevo, aggrappata ai miei riferimenti. Avevo paura di snaturarmi. Poi, a dicembre, una persona della Rai mi ha chiamata, dicendomi: “Devi avere il coraggio di guidare tu questa macchina”. Ci ho pensato per Natale, quando sono partita per un viaggio, zaino in spalla a fare immersioni. Al rientro, ho preso il volante. Certo, non è una macchina, è un tir. Ma quel che mi interessa non è la fama: è crescere e imparare. E qui attingo continuamente».

Anche con il calcio ha fatto pace?

«Sì. Però i miei amici ancora ridono all’idea che ne parli. Del resto, sono passata da Flash Art alla Gazzetta nel giro di tre ore. Beppe Caschetto, il mio agente, mi telefonò, dicendomi: “Sono qui con il direttore generale. Senta, la vogliono per Quelli che il calcio. Le lascio tre ore per decidere”».

Si sente al sicuro nella Rai dei professori?

«Marcello Cesena (il comico che fa Jean Claude) che ha lavorato per Luigi Gubitosi in Wind mi ha detto che è una persona illuminata, che lascia grande libertà creativa. Sulla carta mi sembra una decisione giusta, quella di Monti. Gubitosi e Anna Maria Tarantola hanno già dimostrato di avere una certa deontologia: si sono abbassati lo stipendio, non hanno voluto il contratto a tempo indeterminato. Io, avendo fatto programmi low budget, sono già in linea con la nuova gestione».

Dovranno razionalizzare le risorse. Le hanno già tagliato il compenso, come aveva annunciato Lorenza Lei?

«Io sono stata scelta dalla Lei. Il mio contratto è già stato rivisto. Non girano più cifre da capogiro come anni addietro».

La Lei ha buttato fuori Santoro da Rai2.

«Vero. Però lui ha fatto una rivoluzione, dimostrando di essere più forte delle reti. Il pubblico lo segue ovunque. Il fatto che ora sia a La7 mi piace molto. Credo che, prima o poi, La7 diventerà un canale all news. Il fatto che su una rete generalista la star sia Mentana, la dice lunga. Pensi che bellezza, la sana competizione che ci sarà tra Mentana e Santoro. L’informazione a La7 viene fatta come Dio comanda. E d’informazione in Italia ce n’è bisogno».

Sembra che da quest’anno non abbiate i diritti nemmeno per entrare negli stadi con gli ospiti. Che farete?

«Noi abbiamo le teche Rai, la memoria. Un giacimento preziosissimo che con Massimo Caputi stiamo pensando di sfruttare per un vero viaggio nel tempo. Poi cercheremo di scroccare la parabola agli italiani. Per esempio, su YouTube ho visto il video di una famiglia napoletana che tutte le domeniche si riprende mentre vede le partite in tv con la tavola piena di cibo e cose. Sono geniali».

Virginia Raffaele e Ubaldo Pantani che personaggi faranno?

«Non vogliamo ripeterci. Belén la lasceremo in pace per un po’. Non sarà nemmeno di attualità l’anno prossimo. Con il Trio Medusa sto pensando a un tavolo per farmi affiancare nelle interviste. Per straparlare un po’, come si fa in radio. E poi vorrei che il parterre dello studio evidenziasse qualche personaggio, come ai tempi di Fazio».

L’anno scorso ha invitato Marina Abramovic, un’artista. Voglia di volare alto?

«Quando ho detto in Rai – immagini le facce – che sarebbe venuta per spiegare la performance in inglese con traduzione simultanea, tutti si aspettavano che facesse il 3 per cento. Ha fatto il 9. Un risultato strepitoso. Una dimostrazione del fatto che alcune cose in tv si possono fare e che il pubblico ha voglia di stimoli. Tutta questa nuova offerta, tra digitale, satellite, internet non può che far crescere una sana concorrenza. E credo che l’offerta stessa, superata la crisi, migliorerà. Perché il pubblico, ormai avvezzo alla tv, esige più qualità. E la Rai ha qualche dovere verso i telespettatori. Ha la storia e il know how. Le serve solo applicarsi un po’ di più. Anche Channel 4 e la Bbc hanno cose che si potrebbero definire trash, ma poi hanno il coraggio di proporre una docufiction in prima serata, al venerdì».

Quindi quest’anno inviterà anche il suo ex fidanzato Maurizio Cattelan?

«Per Victor Vittoria su La7 aveva fatto tutte le grafiche, e il logo. Ma lui si esprime con il suo lavoro, è timidissimo e in tv penso farebbe scena muta. L’arte mi appassiona da sempre e mi apre la mente. Uno dei lasciti di Maurizio è stato proprio l’avermi aiutato a capire l’arte contemporanea. Con una lezione molto semplice: seguire sempre quello che ti dice la pancia».