Pubblicato il 16/08/2012, 15:02 | Scritto da La Redazione

MARA MAIONCHI: «NON BASTANO I TALENT, BISOGNA ANCHE STUDIARE PER AVERE SUCCESSO NELLA MUSICA»

MARA MAIONCHI: «NON BASTANO I TALENT, BISOGNA ANCHE STUDIARE PER AVERE SUCCESSO NELLA MUSICA»
La professoressa di “Amici”, ex giudice di “XFactor”, in un’intervista al quotidiano “Il Secolo XIX” racconta com’è cambiato il mondo discografico negli ultimi anni. Rassegna stampa: Il Secolo XIX, pagina 40, di Irene Pugliese Mara Maionchi: «Non c’è più tempo per la musica» Appuntamento a Santo Stefano Magra. Lunedì la discografica al Festival BellaCanzone. Ha […]

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La professoressa di “Amici”, ex giudice di “XFactor”, in un’intervista al quotidiano “Il Secolo XIX” racconta com’è cambiato il mondo discografico negli ultimi anni.

Rassegna stampa: Il Secolo XIX, pagina 40, di Irene Pugliese

Mara Maionchi: «Non c’è più tempo per la musica»

Appuntamento a Santo Stefano Magra. Lunedì la discografica al Festival BellaCanzone.

Ha iniziato nel 1967, rispondendo a un annuncio di una casa discografica sul Corriere della sera. Da lì è iniziata una lunga carriera che l’ha portata a collaborare con i grandi protagonisti della canzone italiana. Ora Mara Maionchi continua a confrontarsi con il mondo della musica attraverso i talent show televisivi e la sua etichetta indipendente «Non ho l’età». Lunedì alle 18.30 sarà ospite del festival di Santo Stefano di Magra, «Bella Canzone» per raccontare appunto la sua lunga esperienza.

Maionchi, partiamo da Bella Canzone. Il sottotitolo è “Fabbrica di note e parole”. Quale sarà il suo contributo?

«Porterò la mia impressione sull’attualità del panorama musicale. Sulle sue difficoltà».

Ce le anticipi, quali sono?

«Oggi la canzone non è più al centro della vita delle persone. La musica è meno aggregante di un tempo. Ci sono i social network: Facebook, Twitter e la musica ha perso il suo posto».

Da qualche anno dirige “Non ho l’età” specializzata in giovani talenti. Il suo motto è “Noi li cresciamo da piccoli gli artisti”, che significa?

«Lanciamo piccoli artisti, li seguiamo sin da quando sono all’inizio, come con Gerardo Pulli, il vincitore di Amici 11. Ha solo 20 anni, ma con lui è stata subito scintilla».

A proposito di talent show, secondo lei da queste trasmissioni potrà mai veramente uscire un Tiziano Ferro o una Gianna Nannini, due grandi della musica italiana, che lei ha scoperto quando i talent ancora non esistevano?

«Secondo me un artista di un talent se recuperato può riuscire. Per recuperato intendo che deve studiare, essere seguito e avere a disposizione il tempo per crescere. Tiziano Ferro ha lavorato tre anni prima di uscire in pubblico e Gianna Nannini ben sette».

Quel che conta è la gavetta, dunque?

«Sì. Ma questo non riguarda solo il mondo della musica. Diceva bene Dustin Hoffman che è stato ospite ad Amici: anche lui per dieci anni ha fatto piccole cose, poi è venuto Il Laureato ed è riuscito a dimostrare il suo enorme talento».

E adesso cos’è cambiato? Non c’è più tempo?

«La musica è in piena crisi economica e quindi sì, la difficoltà sta proprio nel trovare il tempo. Prima tutti avevano due tre anni per provare. Gli stessi Beatles hanno girato tanto prima di diventare quello che sono diventati».

Però non pensa che ormai questi show televisivi abbiano monopolizzato l’accesso al mondo della musica?

«Hanno semplicemente sostituito un modo di lanciare talenti che adesso non c’è più».

Qual è il segreto per arrivare al successo?

«Studiare è importante. Però è anche vero che il talento o c’è o non c’è. Non si impara a scrivere, quella è una dote naturale. Ma si può diventare un grande cantante anche senza il talento nella scrittura, basta incontrare l’autore giusto».

Un esempio?

«Lucio Battisti fu ascoltato per caso da Christine Leroux, editrice musicale di origine francese. Cantava nel gruppo I Campioni. Lei lo notò subito, ma non era entusiasta dei testi. Allora lo presentò a Mogol e da lì nacque il grande connubio che ha segnato la storia della musica italiana. Chissà cosa sarebbe successo se non ci fosse stato quell’incontro».

Qual è l’artista che le ha dato maggiori soddisfazioni?

«Sono tanti. Ho iniziato con Ornella Vanoni, lei era fantastica. E poi la Nannini».

Il giovane cantante più promettente?

«È presto per dirlo. Diamogli tempo a questi ragazzi. E soprattutto fiducia».