Pubblicato il 28/07/2012, 13:01 | Scritto da La Redazione

LA CORTE DEI CONTI AMMONISCE LA RAI: RAZIONALIZZARE I COSTI

cavallorai

La relazione sulla gestione finanziaria della tv di Stato, relativa al 2010, evidenzia un’evasione del canone pari a 550 milioni di euro e uno spreco di spese da tagliare al più presto.

Alla Rai serve «un rigoroso piano di razionalizzazione e di contenimento dei costi», questa la secca indicazione della Corte dei Conti, nella relazione sulla gestione finanziaria della tv di Stato, peggiorata notevolmente nel 2010: l’evasione del canone ammonterebbe a 550 milioni di euro. «Le risultanze gestionali economico-finanziarie e patrimoniali della Rai e del gruppo – fa notare la Corte – hanno registrato nel 2010 un notevole peggioramento. La perdita di Rai SpA di 79,9 milioni di euro nel 2009, nel 2010 si è attestata a 128,5 milioni di euro; i valori negativi del conto economico di 61,8 milioni nel 2009, sono giunti a 98,2 nel 2010».

Cala e non di poco anche il patrimonio netto, passato dai 497,1 milioni di euro del 2009 ai 374,8 milioni di euro del 2010, per non parlare dei debiti finanziari del gruppo: pari a 148,8 milioni di euro.  L’incidenza percentuale delle entrate da canone sul totale dei ricavi aziendali nel 2010 è stata pari al 60,6%, contro il 34,4% della pubblicità e il 5% degli altri ricavi. Una voce notevolmente compromessa dalle crescenti dimensioni dell’evasione che, nel 2010, si è attestata, per il canone ordinario, intorno al 26,7% e, per quello speciale, intorno al 60%, con una perdita di circa 450 milioni di euro l’anno per il canone ordinario e di 102 milioni di euro per quello speciale.

Ma oltre ai dati la Corte dei conti esprime un giudizio netto verso Viale Mazzini: «Non risulta che la società abbia predisposto un rigoroso piano di razionalizzazione e di contenimento dei costi, reso necessario dai negativi risultati delle gestioni precedenti e dall’andamento dei ricavi. L’esigenza di predisporre efficaci interventi finalizzati a contrastare il fenomeno dell’evasione e a ridurre i costi di produzione». E ancora: «Si raccomanda inoltre che venga mantenuto sotto stretto controllo l’andamento del costo del lavoro e degli oneri connessi, che incide per circa il 30% sul costo della produzione e che vengano significativamente ridotti i costi per le consulenze esterne, che hanno inciso sul bilancio del 2010 per circa tre milioni di euro». Insomma, il percorso di Tarantola e Gubitosi sembra tracciato.