Pubblicato il 27/07/2012, 15:04 | Scritto da La Redazione

OLIMPIADI 2012, UN PUNTO DI NON RITORNO PER LA RAI?

Fra poche ore si inaugurano i Giochi di Londra, i primi seguiti minuto per minuto da Sky, probabilmente gli ultimi della Rai. Un bene o un male per lo spettatore?

Le Olimpiadi di Londra, oltre che un apice sportivo, sono un momento di svolta per il mondo della televisione. Quest’anno su Sky si vedranno tutte le gare, ci sarà moltissima interazione, i mitici «alert» (che aiuteranno lo spettatore a non perdere nemmeno una medaglia), il mosaico per avere tutto sotto controllo, migliaia di ore di diretta, immagini esclusive e, per i feticisti, anche la possibilità di vedersi correre Usain Bolt in 3D dentro il salotto di casa. Non solo, grazie a SkyGo e a Rai.tv potremmo seguire i Giochi dai nostri tablet, smartphone o pc. Insomma, sono davvero le Olimpiadi del futuro televisivo.

Un futuro che rischia di diventare letale per la Rai, superata a destra dalla pay tv satellitare nell’acquisto dei diritti e soprattutto nella modernità dell’offerta. Questi Giochi, a mio avviso, sanciranno la fine dello sport sulla tv di Stato, ormai obsoleta nella gestione di mega eventi di questo genere (gli Europei in parte hanno evidenziato l’inadeguatezza di Viale Mazzini). Come è stato per il calcio, sarà così anche per gli altri sport: atletica, motomondiale, automobilismo, Olimpiadi, il pubblico si abituerà a fruire questi prodotti in maniera più dinamica e difficilmente tornerà indietro.

La colpa non è certo dei professionisti di Viale Mazzini, che sono costretti a commentare una partita di calcio all’anno e non tre volte alla settimana come i colleghi di Sky, ma è una questione di mercato: la Rai non ha più i soldi per permettersi questi diritti. A questo punto, però, la domanda è un’altra: siamo sicuri che tutti i soldi che si spendono in Rai sono motivati? Non sarebbe forse il caso, in quanto servizio pubblico, garantire la copertura totale di questi eventi, risparmiando prima su altre inutili produzioni? Forse invece no, questo è semplicemente il destino delle tv pubbliche, bisogna solo capire se è un bene o un male per lo spetattore.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto il Tower Bridge di Londra)