Pubblicato il 23/07/2012, 12:32 | Scritto da La Redazione

RAI: SERVE UN NUOVO CASTING PER UN PICCOLO, GRANDE, PROGETTO

RAI: SERVE UN NUOVO CASTING PER UN PICCOLO, GRANDE, PROGETTO
Quinta e ultima puntata dell’analisi di Mario Maffucci sulla tv di Stato. Il nostro editorialista evidenzia debolezze e punti di forza, per un possibile rilancio della Rai. Quinta e ultima puntata dell’analisi di Mario Maffucci sulla tv di Stato. Il nostro editorialista evidenzia debolezze e punti di forza, per un possibile rilancio della Rai. Ho […]

Quinta e ultima puntata dell’analisi di Mario Maffucci sulla tv di Stato. Il nostro editorialista evidenzia debolezze e punti di forza, per un possibile rilancio della Rai.

Quinta e ultima puntata dell’analisi di Mario Maffucci sulla tv di Stato. Il nostro editorialista evidenzia debolezze e punti di forza, per un possibile rilancio della Rai.

Ho riletto con criticità il mio intervento. Non avevo intenzione di essere esaustivo. Mi sono preoccupato di dare un segnale dalla Società Civile, cercando di intercettare le opinioni emergenti dal pubblico. È per questo motivo che sostengo che le mie proposte siano alla portata di un CdA di buon senso, ma con la voglia di riformare il sistema; non sono costose, anzi, permettono di recuperare risorse da investire – per esempio – sulle strutture tecnologiche della Rai che – diciamolo con franchezza – non sono proprio all’avanguardia. In conclusione, il mio pacchetto consiste nel:

•riformare la struttura complessiva del gruppo Rai in un’azienda virtuosa compatibile con le risorse certe.

• Rilancio della “mission” della Rai come antenna di Servizio Pubblico.

•Scardinare l’attuale articolazione in tre reti e tre Tg per mettere a punto una rete generalista forte, popolare e competitiva con le tv commerciali e una rete con una buona dimensione culturale e con il corredo di quattro reti tematiche sul digitale terrestre. Due soli TG con una forte caratterizzazione.

• Vendere Rai2.

• Un palinsesto che preveda nuovi prodotti di genere.

• Investimento di risorse sulla seconda serata.

• Basta con i giornalisti di riferimento: un buon giornalista è capace di rappresentare il pensiero di tutte le parti politiche.

• Una fiction non casuale (la selezione del mercato), ma anche con una chiave

editoriale utile al Servizio Pubblico.

• Il recupero della programmazione estiva.

Mi rendo conto che non è un grande progetto. Ma se questi dieci punti venissero realizzati, l’opinione pubblica – mi si creda – sarebbe molto riconoscente.

Un ultima considerazione. Una Tv non si fa senza personaggi che la interpretino e che siano veri beniamini del pubblico. Senza fuochi d’artificio si sta esaurendo la stagione dei grandi (Baudo, Carrà, Arbore, Costanzo). La generazione post industriale dei divi Tv (Scotti, Conti, De Filippi, Frizzi, Fazio, Venier, Carlucci) si sta lentamente logorando e non mostra, tranne alcuni (De Filippi, Fazio) un grande respiro. I nuovi (Fabio Volo) arrancano. È giunta l’ora di un grande casting tra tutte le risorse artistiche del Paese per proporre di nuovo la tv al centro del sistema, accanto al teatro, al cinema e al mondo della musica. A questo proposito ho un’idea…

 

Mario Maffucci

 

(Nell’immagine il logo Rai)

 

 

RILEGGI LA PRIMA PUNTATA: e dopo gli ascolti stellari dell’Europeo di Calcio e delle Olimpiadi di Londra, cosa rimarrà della programmazione Rai? L’autore propone al nuovo CdA che l’Azienda di Viale Mazzini riconquisti la sua “mission” culturale e sociale, smarrita da troppi anni.

 

RILEGGI LA SECONDA PUNTATA: oggi la Rai non è più vissuta dalla gente comune come televisione di Servizio Pubblico. L’azienda di Viale Mazzini ha tra l’altro una struttura superata in reti e telegiornali.

 

RILEGGI LA TERZA PUNTATA: nella stagione appena conclusasi, bilancio negativo sulle tre Reti dei programmi nuovi di prima e di seconda serata. Sarebbe necessario offrire al pubblico e alla pubblicità un nuovo genere di prodotto. Recupero della seconda serata, oggi mortificata.

 

RILEGGI LA QUARTA PUNTATA: la spettacolarizzazione dell’arte, della geopolitica, della storia. Una fiction che non c’è, pensata da un editore che abbia la sensibilità del servizio pubblico. Il recupero della programmazione estiva, oggi avvilente.