Pubblicato il 19/07/2012, 09:33 | Scritto da La Redazione

CDA RAI: LE DELEGHE A TARANTOLA E IL MEGA-STIPENDIO DI GUBITOSI

CDA RAI: LE DELEGHE A TARANTOLA E IL MEGA-STIPENDIO DI GUBITOSI
A pochi giorni dall’insediamento dei nuovi vertici di Viale Mazzini, esplodono già le prime polemiche incandescenti. La Repubblica, pagina 14, di Giovanna Casadio. Rai, deleghe e i 650 mila euro di Gubitosi. Tarantola e il Dg minacciano le dimissioni Scontro al cda: nell’occhio del ciclone lo stipendio e il contratto a tempo indeterminato per il […]

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A pochi giorni dall’insediamento dei nuovi vertici di Viale Mazzini, esplodono già le prime polemiche incandescenti.

La Repubblica, pagina 14, di Giovanna Casadio.

Rai, deleghe e i 650 mila euro di Gubitosi. Tarantola e il Dg minacciano le dimissioni

Scontro al cda: nell’occhio del ciclone lo stipendio e il contratto a tempo indeterminato per il direttore generale.

ROMA – Alle 10,30 del mattino Anna Maria Tarantola arriva alla sua prima riunione da presidente del Cda della Rai con l’aria serena di chi ha le migliori intenzioni: «Non ho preparato niente dice voglio decidere insieme al Consiglio». Alle 17 del pomeriggio, quando il Cda dell’era Monti si scioglie per aggiornarsi a oggi, la presidente è passata attraverso una “via crucis” e ha messo sul tavolo anche le proprie dimissioni. Come del resto il direttore generale, Luigi Gubitosi. Al centro dello scontro sempre la questione delle deleghe: chi avrà il potere di nominare chi in Rai, e quale è il budget a disposizione della presidente?

La prima polemica però riguarda il contratto di Gubitosi. Per l’ex amministratore di Wind, enfant prodige del management italiano, non è un inizio soft. A destare scandalo ci sono due cose che riguardano il contratto con cui è stato ingaggiato: i 650 mila euro che guadagnerà, e il fatto che abbia preteso e ottenuto un contratto a tempo indeterminato. Facendo al direttore generale un paio di conti in tasca, la sua remunerazione risulta così ripartita: quattrocentomila euro annui più un’indennità di carica pari a 250 mila euro. «Scandaloso», è la reazione del pd Vincenzo Vita. «Il primo passo del Cda Rai è purtroppo un passo falso, incredibile un contratto così in tempo di crisi», rincara Matteo Orfini, responsabile Cultura dei Democratici. E la Lega annuncia un emendamento alla spending review proprio per un tetto allo stipendio del dg Rai. Il Codacons giudica addirittura «incostituzionale» il contratto e prepara una denuncia alla Corte dei Conti.

È in Cda che la questione diventa la prima pietra dello scandalo e accende lo scontro, poi deflagrato sulle deleghe. Solo che sul contratto a Gubitosi c’è ben poco da discutere: prendere o lasciare. Sul resto si tratta. È il “lodo De Laurentiis” a bloccare le dimissioni minacciate da Tarantola e Gubitosi. Rodolfo De Laurentiis ha una lunga esperienza di Cda, in quota Udc. Mentre nella riunione la tensione è a mille, e il berlusconiano di ferro Antonio Verro è sulle barricate, De Laurentiis mette nero su bianco una bozza di accordo. Prevede super poteri alla presidente però con alcuni distinguo. In pratica il “lodo De Laurentiis” è articolato in due punti: la presidente potrà firmare autonomamente, su proposta del direttore generale, i contratti fino a 10 milioni di euro (attualmente è fino a 2,5 milioni), ma al Cda resta la funzione di editore. Perciò le nomine editoriali (reti, tg, la fiction e l’intrattenimento) spetteranno al Cda, quelle non editoriali (affari legali, comunicazione, produzione tv, eccetera) saranno in mano a Tarantola. La lady di ferro del nuovo corso Rai l’ha giudicato un buon compromesso.

Gubitosi esordisce inviando un messaggio di saluto ai dipendenti Rai: «In attesa di conoscere il maggior numero di voi…». Verro non scende dalla barricate e dice che vorrà leggere bene la questione deleghe prima di votare. La delibera è pronta per stamani. Andrà al voto dopo qualche ulteriore limatura. Il Pd è deluso: quanti precari potevano essere assunti con i 400 mila euro di stipendio a tempo indeterminato a Gubitosi? Per l’Idv, Pancho Pardi attacca: «Invertendo l’ordine degli addendi la somma non cambia. Lo stipendio da capogiro e il contratto da top manager di Gubitosi ne sono la conferma: dal governo del rigore ci saremmo aspettati altro».