Pubblicato il 18/07/2012, 13:01 | Scritto da La Redazione

ANNA MARIA TARANTOLA E IL SIGNIFICATO DELLE DONNE IN TV

La nostra blogger, che osserva il mondo della tv con un’ottica femminil-filosofica, commenta l’insediamento del nuovo presidente Rai, confrontandolo con le altre due donne che sono state ai vertici di Viale Mazzini.

Anna Maria Tarantola l’ha scritto alla quarantasettesima riga delle poco più di due cartelle di “riflessioni” che ha sottoposto alla sua prima riunione del consiglio di amministrazione della Rai, il primo da lei presieduto e che poi ha fatto inviare a tutti i dipendenti: tra «i pilastri di natura economico-gestionale e culturale» del suo progetto di guida della principale azienda d’informazione del Paese ha inserito «una linea editoriale che ridia forza e ulteriore significato alla dignità e alla presenza della donna».

La Rai ha già avuto una presidente donna: all’alba di un berlusconismo già affermatosi qualche decennio prima nella ridondanza corporea delle donne del Drive In di Canale 5, l’allora premier scelse nel 1994 Letizia Moratti, manager, decisionista, ricca di suo e in quanto moglie del petroliere Gianmarco Moratti. La Rai ha anche appena mandato via la prima donna direttore generale del colosso romano di viale Mazzini, Lorenza Lei, anch’ella nominata da un Governo Berlusconi, l’ultimo.

Due donne che hanno lottato ad armi pari con gli uomini in Rai, e che sono state mandate via esattamente come era capitato ai presidenti e ai direttori generali uomini. Nessun trattamento migliore o peggiore, anche perché il capo del Governo e proprietario di tre reti televisive private aveva non casualmente scelto all’inizio e alla fine della sua parabola di Governo (quella politica sembra continuare) due donne in antitesi con il modello commerciale che le sue reti avevano inculcato nell’immaginario collettivo degli italiani, dal primo Beautiful (le cui repliche vanno ancora in onda quest’estate) alle Veline di Striscia la notizia.

Né Moratti né Lei, sia pure in ruoli diversi, hanno lasciato grandi tracce nella storia della Rai. Magari non hanno avuto tempo, la prima travolta dalle liti con il suo dg e dalla prematura fine del primo governo Berlusconi, la seconda azzerata dal governo tecnico, lei che si reputa tecnica avendo passato tutta la sua vita professionale in Rai (dove conta di restare).

Anna Maria Tarantola, persona dal profilo volutamente basso ma adusa al potere nelle stanze di Bankitalia, ha esordito con una specie di atto dovuto: la situazione economica molto difficile dell’azienda, il suo grande valore culturale e la necessità della coesione e del “clima di serenità” necessari al risanamento. Tutto politicamente corretto, compreso il richiamo alla linea editoriale “che ridia forza e ulteriore significato alla dignità e alla presenza della donna”. Un richiamo che deve aver mutuato anche dalla sua recente ma assidua presenza agli eventi della Fondazione Bellisario (l’organizzazione femminile che ha ottenuto la legge sulle quote rosa nei cda). Se son rose fioriranno…

 

Wilma Laclava

 

(Nella foto Anna Maria Tarantola)