Pubblicato il 16/07/2012, 12:33 | Scritto da La Redazione

RAI: SERVE UN PALINSESTO CON PRODOTTI DI NUOVO GENERE, ALTRIMENTI SI AFFONDA

Quarta puntata, delle cinque previste, dell’analisi di Mario Maffucci sulla tv di Stato. Il nostro editorialista evidenzia debolezze e punti di forza, per un possibile rilancio della Rai.

Quarta puntata, delle cinque previste, dell’analisi di Mario Maffucci sulla tv di Stato. Il nostro editorialista evidenzia debolezze e punti di forza, per un possibile rilancio della Rai.

Di fronte alla crisi strutturale dello spettacolo (personaggi e copioni) una scelta ormai urgente sarebbe quella di rivedere completamente la filosofia del palinsesto, al di là delle reali possibilità che oggi ha il genere di intrattenere in modo divertente il pubblico. Sarebbe necessario pensare altri prodotti, spettacolarizzare l’arte, la geopolitica, la storia: la bottega di Piero Angela ha fatto un’esperienza che meriterebbe di essere valorizzata. Lo stesso cartellone della fiction è stato messo insieme senza il carattere, senza la personalità culturale di un editore, che non seleziona soltanto le proposte accattivanti del mercato, ma che ha il gusto e il coraggio di offrire al pubblico storie ed emozioni che aiutino a rafforzare l’identità nazionale (oggi sempre più precaria), a prendere coscienza della realtà di oggi (Paese squilibrato e in crisi che ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità), storie che ci permettano di sognare e di avere speranza del nostro futuro. Per esempio: Il matrimonio di Pupi Avati, Lino Banfi nell’ottavo Medico in famiglia, Neri Marcorè in Questo nostro amore, la serie su Caruso e Tortora e le tante repliche di Montalbano.

La programmazione estiva lascia senza parole. Si salva Uno Mattina Estate e un programma affidato a Paolo Limiti, che non piace al mio collega blogger Hannibal. Non c’è una produzione, una fiction, un appuntamento che giustifichi il mio rapporto di fedeltà con la Rai. Si dice: le risorse vanno spese per i periodi di garanzia. Negli altri mesi si è costretti a fare tv con le briciole. È un ragionamento passabile per una tv commerciale (con il limite di perdere la fiducia del telespettatore), ma rimane assai controverso che la tv di Stato abbandoni in giugno, luglio e agosto il proprio pubblico. La Rai dovrebbe dividere le risorse che ha, anche nel palinsesto estivo, investire sicuramente di meno rispetto agli standard dei periodi di garanzia, ma chiedere alle Reti proposte con idee leggere, fresche e intelligenti, che diano un segnale che il rapporto di fiducia è onorato.

Delle proposte Rai salvo complessivamente Rai 3 che, pur poco innovativa, ha però una programmazione di buon livello; Rai News 24 che con Corradino Mineo e poche risorse offre – a mio giudizio – il panorama più ampio e spesso più approfondito dell’oceano sempre più ampio delle notizie provenienti da tutto il mondo.

Ci avviamo alla conclusione di questo rapporto sullo stato dell’arte, certamente lacunoso, ma coerente con ciò che la “casalinga di Voghera” percepisce quotidianamente. Certo c’è Rai International. Non è una rete, non ha un budget neanche paragonabile a quello degli altri comparti, non ha propri spazi, ma gli vengono offerti nella programmazione generale. Finito il mito de La storia siamo noi Rai Edu si illumina di altra luce. I prodotti son tutti dignitosi, alcuni eccellenti, ma non riescono a lasciare il segno nel rapporto più generale con il pubblico. Rai Educational potrebbe occupare con le sue proposte tutto lo spazio di indagine culturale lasciato libero dalle reti generaliste (arte, scienza, futuro, geopolitica) se avesse più coraggio e sfrontatezza.

Per farla breve, oggi, secondo me la Rai non ha nessuna strategia, ma manda in onda, su binari stereotipati e superati dal tempo, prodotti più o meno adattati al gusto italiano provenienti dal mercato internazionale nel quale le nostre fiction raramente reggono il confronto ma – bisogna riconoscerlo – tengono in piedi in Italia palinsesti traballanti. C’è da dare uno stop a tutto questo e invertire la direzione di marcia. Alzare il livello della qualità e non avere paura a formare, costruire, un pubblico che rappresenti un Paese orgoglioso della sua storia e, oggi, della sua democrazia.

 

Mario Maffucci

 

(Nella foto Corradino Mineo)

 

RILEGGI LA PRIMA PUNTATA: e dopo gli ascolti stellari dell’Europeo di Calcio e delle Olimpiadi di Londra, cosa rimarrà della programmazione Rai? L’autore propone al nuovo CdA che l’Azienda di Viale Mazzini riconquisti la sua “mission” culturale e sociale, smarrita da troppi anni.

 

RILEGGI LA SECONDA PUNTATA: oggi la Rai non è più vissuta dalla gente comune come televisione di Servizio Pubblico. L’azienda di Viale Mazzini ha tra l’altro una struttura superata in reti e telegiornali.

 

RILEGGI LA TERZA PUNTATA: nella stagione appena conclusasi, bilancio negativo sulle tre Reti dei programmi nuovi di prima e di seconda serata. Sarebbe necessario offrire al pubblico e alla pubblicità un nuovo genere di prodotto. Recupero della seconda serata, oggi mortificata.