Pubblicato il 13/07/2012, 14:32 | Scritto da La Redazione

E ORA CHI PAGA PER IL DISASTRO ECONOMICO CHE PROVOCHERÀ LA SENTENZA DEL TAR CONTRO LA RAI?

masi mauro

Il tribunale amministrativo ha stabilito che Viale Mazzini ha violato le regole concorrenziali e il contratto di servizio pubblico. Questo avrà inevitabili ripercussioni economiche sulla tv di Stato.

La sentenza di ieri del Tar, che ha ritenuto illegittimi gli oscuramenti avviati dalla Rai sulla piattaforma Sky, mette finalmente a posto una vicenda del tutto politica di cui, oltre a Sky Italia, ne hanno fatto le spese come al solito i cittadini. È un fatto innegabile che negli ultimi anni alcuni dirigenti Rai abbiano voluto proteggere il duopolio Rai-Mediaset, violentando le più elementari regole concorrenziali. Da una parte per mantenere l’egemonia della tv di Stato, in barba al contratto di servizio pubblico, secondo cui Viale Mazzini «è comunque tenuta a rispettare il principio di neutralità tecnologica e l’offerta della propria programmazione alle piattaforme distributive deve avvenire in modo non discriminatorio e salvaguardando la parità di condizioni concorrenziali nel mercato televisivo». Dall’altra per favorire l’azienda dell’ex premier Silvio Berlusconi. Dal punto di vista regolamentare, quindi, il Tar ha rimesso a posto le cose. Dal punto di vista economico, invece, la partita è del tutto aperta.

A questo punto Sky Italia potrebbe fare una causa alla Rai e chiedere un risarcimento milionario. Soldi che, senza troppo populismo, sono dei cittadini. Anche le varie associazioni di consumatori, proprio per questa ragione, potrebbero fare una class action con i 5 milioni di abbonati Sky. Tutti questi scenari possibili potrebbero essere le prime questioni sul tavolo dei nuovi vertici di Viale Mazzini. Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi dovranno risolvere i problemi che vecchi manager hanno causato impudentemente.

L’ex direttore generale Mauro Masi aveva rifiutato l’offerta di 50 milioni di euro per sette anni che gli aveva offerto Sky Italia per avere i contenuti delle minigeneraliste Rai sulla propria piattaforma pay. Masi rifiutò dicendo che con la concessionaria Sipra avrebbero ricavato molto di più. Ora, anche se è difficile stabilirlo, qualcuno dovrebbe verificare se la scelta di Masi è poi risultata azzeccata o se invece era viziata da opportunismo politico, per avvantaggiare l’editore di Mediaset.

C’è da dire che quella fosca stagione, che sembrava ormai terminata grazie anche alla sentenza del Tar e ai nuovi accordi tra Sky e Mediaset, potrebbe invece ritornare prepotentemente, dopo gli annunci di ricandidatura del Cavaliere per le politiche del 2013. E a proposito dell’accordo Sky-Mediaset, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, ha anche riportato gli spot della pay tv a Cologno Monzese, con un investimento di circa 40 milioni di euro all’anno. Budget che prima era esclusivamente destinato alla pianificazione sulle reti Rai. Se domani Sky dovesse fare causa a Viale Mazzini è evidente che quel budget scomparirebbe dal bilancio della Sipra. Un ulteriore danno economico per la tv di Stato. Non è quindi forse arrivato il momento, dopo 20 anni di anomalia tutta italiana, di fare una legge per risolvere il conflitto d’interessi?

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto l’ex dg Rai Mauro Masi)