Pubblicato il 11/07/2012, 09:17 | Scritto da La Redazione

ANTONIO VERRO: «LA TARANTOLA CI MANCA DI RISPETTO»

ANTONIO VERRO: «LA TARANTOLA CI MANCA DI RISPETTO»
Il consigliere Rai del Pdl fa resistenza sulla nomina del presidente di Viale Mazzini e l’attacca frontalmente. La Repubblica, pagina 10. «Ci sta mancando di rispetto non è una questione di marchette» Verro, il “falco” del Pdl contro la neo presidente. «Non voglio la tv pubblica dei poteri forti». ROMA – Il consigliere del Pdl […]

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Il consigliere Rai del Pdl fa resistenza sulla nomina del presidente di Viale Mazzini e l’attacca frontalmente.

La Repubblica, pagina 10.

«Ci sta mancando di rispetto non è una questione di marchette»

Verro, il “falco” del Pdl contro la neo presidente. «Non voglio la tv pubblica dei poteri forti».

ROMA – Il consigliere del Pdl Antonio Verro tiene il punto e infatti si è astenuto nella votazione su Anna Maria Tarantola. «Sono affezionato alla democrazia. Senza la politica con la P maiuscola non ci sarebbero stati né Raitre, né il Tg3, né Minzolini. Si chiama pluralismo e non voglio che venga sostituito dalle banche, dai poteri forti, dagli intellettuali».

Però alla fine è rimasto isolato anche nel centrodestra. Gli altri membri del cda hanno votato a favore della presidente.

«Ho fatto le mie valutazioni senza sentire nessuno. La dottoressa Tarantola ha un curriculum che mette soggezione ma il punto sono le deleghe. Con lei, in consiglio, avrei voluto parlare proprio di questo».

La sua assenza l’ha ferita?

«È stata una mancanza di rispetto. Ci ha scritto una lettera. Parla di opportunità politica, di garbo istituzionale. Non l’ho capita. La prassi vuole che il presidente venga, si faccia votare e poi confermare dalla Vigilanza».

Ma le deleghe gliel’ha assegnate Monti.

«E io dissento da Monti. Si può ancora fare?».

Se la commissione di Vigilanza dà il via libera a Tarantola?

«Subirei questa decisione. Il Parlamento è il mio editore. Accetterei per spirito di servizio e disciplina. Ma assegnare tutti i poteri a due persone che sono espressione dell’esecutivo, è sbagliato in radice, una contraddizione in termini. È il Parlamento che dà l’indirizzo, il senso al servizio pubblico. Se la Vigilanza vuole fare harakiri, si accomodi».

Anche l’ex presidente Garimberti considera ingestibile l’azienda con gli attuali criteri di governance.

«Stimo tantissimo Garimberti, ma sono d’accordo fino a un certo punto. Che la brutta politica interferisca in Rai è fuori discussione. Ma è frutto di due debolezze: della politica e dei vertici Rai proni ai partiti. Però mi chiedo: quando mai il cda ha bloccato contratti o appalti?».

Ci sarebbe anche la lottizzazione.

«Sì, abbiamo fatto discussione infinite sulle nomine. Ma non sono marchette. Si chiama pluralismo».

Non è incredibile che il suo partito chieda un’audizione preventiva alla Tarantola?

«Da un punto di vista formale, sì. Mica è una scolaretta. Ma il problema vero sono i suoi poteri».

E se arriva il commissario?

«Non esiste. C’è un cda insediato, che ha pieni poteri e garantisce l’operatività della Rai. Il presidente può farlo il consigliere anziano, Rositani». (g. d. m.)