Pubblicato il 09/07/2012, 10:51 | Scritto da La Redazione

PAOLO ROMANI: «ILLEGITTIME LE SUPER DELEGHE ALLA TARANTOLA»

PAOLO ROMANI: «ILLEGITTIME LE SUPER DELEGHE ALLA TARANTOLA»
L’ex ministro del Pdl minaccia di non votare il presidente e il direttore generale sostenuti dal premier Monti ed esclude il commissariamento per la Rai, che è una Spa. La Repubblica, pagina 13, di Annalisa Cuzzocrea «Una spa non si commissaria, illegittime le super deleghe» Romani (Pdl): diciamo no a una procedura troppo sbrigativa. ROMA […]

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L’ex ministro del Pdl minaccia di non votare il presidente e il direttore generale sostenuti dal premier Monti ed esclude il commissariamento per la Rai, che è una Spa.

La Repubblica, pagina 13, di Annalisa Cuzzocrea

«Una spa non si commissaria, illegittime le super deleghe»

Romani (Pdl): diciamo no a una procedura troppo sbrigativa.

ROMA – Paolo Romani ripete come un mantra che è una questione di giurisprudenza. Non ce l’ha con il governo, non ce l’ha con Anna Maria Tarantola, ma l’ex ministro dello Sviluppo sostiene che il Pdl – anche davanti alla fermezza di Monti – non arretrerà. «Lasciare che sia l’esecutivo a decidere i poteri del presidente della Rai creerebbe un pericoloso precedente», spiega. Quanto alla minaccia di commissariamento: «Non credo proprio che sia percorribile».

Monti non torna indietro. Cosa farete?

«Penso che come partiti non si possa che essere dalla parte dei cittadini e delle regole che sono state codificate in legge e sottoscritte da tre sentenze della Corte Costituzionale. Non si possono modificare le deleghe del presidente Rai nei termini in cui è stato detto. E il direttore generale è espressione del cda, di concerto con il Tesoro, cosa che è stata ignorata».

Il centrosinistra spiega le cose in modo diverso: è stata la legge Gasparri a far divenire il governo l’azionista della Rai.

«L’azionista è il Tesoro, come in altre aziende, ma il Pd dimentica che c’è una commissione di vigilanza parlamentare, e che di 9 membri del cda ben 7 sono eletti da quella commissione. Una sentenza della Consulta dice: “Il legislatore ha definito la governance della concessionaria pubblica riconoscendo la centralità del Parlamento e limitando il ruolo e la possibilità di interferenza dell’esecutivo”. E conclude che la completezza dell’informazione è garantita solo dal pluralismo della politica».

Quindi cosa farete? Non voterete la presidente Tarantola?

«Mi auguro che non si debba arrivare a una scelta di questo tipo, e che prima di dover scegliere ci sia un chiarimento».

Se il governo decide per il commissariamento, siete disposti a farlo cadere sulla Rai?

«Non so su quali basi qualcuno invochi un commissariamento. La Rai è una società per azioni e mi sembra molto complicato. Qui si tratta di definire delle regole. Da un lato c’è la legge, da un altro una procedura un po’ sbrigativa che ritiene di dare dei poteri a presidente e direttore generale senza che questo sia possibile».

Voi però eravate al corrente. Monti ne ha parlato presentando i nomi di Tarantola e Gubitosi. C’era stato un via libera?

«Non mi risulta un via libera sulle procedure. I nomi sono quelli di seri professionisti, non abbiamo nulla da dire sulla dottoressa Tarantola e sull’ingegner Gubitosi, che conosciamo e stimiamo moltissimo. La polemica è tutta giuridica».

C’è una trattativa in corso? Un dialogo con il premier?

«Sono certo che Monti terrà conto delle cose che stiamo dicendo. Chiediamoci cosa accadrebbe se, dopo questo precedente, un governo politico decidesse di agire in questo modo».

Sta dicendo che i tecnici stanno andando oltre le loro prerogative perché si considerano imparziali?

«Dico solo che si sta attivando una procedura che è un pericoloso precedente».