Pubblicato il 08/07/2012, 10:44 | Scritto da La Redazione

PAOLO LIMITI VINTAGE COLTO PER LA FATALE EUTANASIA DI RAI UNO

PAOLO LIMITI VINTAGE COLTO PER LA FATALE EUTANASIA DI RAI UNO
Sulle pagine de “La Stampa”, Walter Siti analizzi il ritorno del conduttore nel pomeriggio dell’ammiraglia di Viale Mazzini. La Stampa, pagina 31, di Walter Siti. Paolo limiti vintage colto per la fatale eutanasia di Rai Uno L’estate in tivù fa emergere volti nuovi per i vecchi contenitori: giovani giornaliste senza carisma ma con tanta voglia […]

comunicati stampa2

Sulle pagine de “La Stampa”, Walter Siti analizzi il ritorno del conduttore nel pomeriggio dell’ammiraglia di Viale Mazzini.

La Stampa, pagina 31, di Walter Siti.

Paolo limiti vintage colto per la fatale eutanasia di Rai Uno

L’estate in tivù fa emergere volti nuovi per i vecchi contenitori: giovani giornaliste senza carisma ma con tanta voglia di imparare, conduttori di complemento che vengono promossi dalle retrovie per consentire le ferie ai numeri uno. Ma l’estate riesuma anche le antiche glorie, gli evergreen del generalismo: caso tipico, in questa settimana, la trasmissione che sostituisce su Rai Uno La prova del cuoco nella fascia meridiana, dall’atroce titolo di E state con noi, condotta da Paolo Limiti. Limiti è una vecchia volpe, un’istituzione dello spettacolo leggero italiano: porta con sé la sua compagnia di giro, da Justin Mattera alla cagnetta Floradora, i suoi cantanti che una volta erano promesse, da Stefania Cento a Fabrizio Voghera, fino all’immarcescibile e versatile Giovanna Nocetti che ora dirige l’orchestra. Ma è sempre stato anche uno scopritore di talenti: ora ci propone Ilaria e Messia, due ragazze più note in America che da noi, e il tenore Stefano Rigoni («con due occhi indimenticabili»).

Fare dell’ironia su Paolo Limiti è facilissimo: snocciola barzellette che non fanno ridere nessuno, si impappina spesso e guarda nella telecamera sbagliata, è sempre troppo lungo perché perde un sacco di tempo in aneddoti raccontati mille volte; i «ganci» per passare da un contributo filmato all’altro sono aleatori, dagli strafalcioni buffi degli scolari oplà senza transizione alla marcia del Lohengrin. È il cocco delle signore attempate, in un’ora in cui lo stesso Tg1 consiglia agli anziani di non uscire di casa; con gli ospiti è tutto un «ti ricordi che c’ero anch’io?», «che bei momenti abbiamo passato insieme», «ci sei mancato». È un eroe del patriottismo d’azienda («guardare la Rai è come guardare la vita a colori»), invita giovani dirigenti, fa perfino la réclame al telegiornale che verrà dopo di lui come faceva Mike col prosciutto cotto («sono notizie che bisogna assolutamente sapere»). Non si tira indietro di fronte a niente, che siano i Jalisse o Il ballo del qua qua.

Eppure. Eppure la musica la conosce e la ama davvero; ne racconta peripezie e retroscena; ha una commovente fiducia nelle parole, sottotitola le canzoni in inglese e i brani lirici con esiti talvolta inaspettati; dalle zarzuelas alla commedia musicale, dall’opera al rock, ha il genio del popolare-cult. Si scoprono relazioni inedite: che Lorena Bianchetti faceva i fotoromanzi con Branko, che Lavezzi ha amato Loredana Berté, che la Zanicchi e la Berti erano state ingaggiate come entraineuses. Dalle teche recupera Mina che fa la spalla di Tino Scotti, o lo straordinario ultimo video di Carmen Miranda che si sente male e cerca di nasconderlo. Originale nel suo passatismo, spiega con parole semplici perché la diffusione del pianoforte ha sviluppato la romanza da camera; non è ossessionato dal format, si attarda perché gli piace proprio parlare con gli amici («tutti gli ospiti io li ho adorati»). Il suo vintage colto è l’accompagnamento giusto per la fatale eutanasia di Rai Uno.